MISURE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE

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MISURE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE

Gianluigi De Angelis | Coordinatore Segreteria ENM

Marianna D'Angelo dirigente del ministero del lavoro e delle politiche sociali illustra le potenzialità dell’autoimpiego al Convegno “Microwork”

Marianna D’Angelo, Dirigente Div. II DG PASLF, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, nel corso del convegno conclusivo del Progetto “Microwork” si è dilungata a parlare dell’accordo di partenariato sull’uso dei fondi strutturali e di investimento per la crescita e l’occupazione nel 2014-2020.

Per la D’Angelo, gli investimenti della UE contribuiranno ad affrontare il problema della disoccupazione e ad incentivare la competitività e la crescita economica, dando sostegno all’innovazione e alla formazione. Essi serviranno anche a promuovere l’imprenditoria, a combattere l’esclusione sociale e ad aiutare lo sviluppo in un’economia ecocompatibile ed efficiente sul piano delle risorse.

Per la D’Angelo, impresa e autoimpiego assumono particolare centralità nell’ambito degli Obiettivi Tematici (1-3-8-9-10) individuati nell’Accordo di partenariato 2014-2020.

Se gli accordi tematici

1 (“Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione”) e 3 (“Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese”) sono quelli più strettamente legati al tema dell’innovazione anche l’8 e il 9 assumono particolare importanza in quanto l’8 intende promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità oltre alla mobilità dei lavoratori mentre il 9 vuole promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione.

A ognuno di questi Obiettivi Tematici corrisponde una destinazione di risorse alla quale concorrono tutti i singoli programmi operativi regionali.

I dati Eurobarometer mostrano una maggiore inclinazione degli italiani per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità rispetto ad altri Paesi europei: circa 4 persone su 10 in Italia (rispetto al 37% del livello europeo) sostengono che se dovessero scegliere un’occupazione sceglierebbero un lavoro autonomo. Si comprende bene, quindi, come la principale motivazione alla base della scelta di autoimpiego e autoimprenditorialità sia il desiderio di maggiore autonomia e indipendenza del lavoro.

Ma, in termini di fattibilità, rispetto al livello europeo, una percentuale inferiore di italiani considera fattibile diventare lavoratore autonomo (27% contro 30%) e la mancanza di risorse finanziarie è una determinante nel 17% dei casi. Un altro elemento che incide sul minore accesso all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità è legato alla formazione imprenditoriale in quanto solo una persona su sei ha partecipato a un corso di formazione imprenditoriale (contro il 23% del livello europeo) mentre l’84% non ha mai seguito questo tipo di formazione.

Per tale motivo sarebbe necessario intervenire sia sulla stessa formazione che sul tutoraggio. Inoltre ha evidenziato una maggiore inclinazione dei giovani a iniziative imprenditoriali rispetto agli adulti (45% contro il 35%). Un ulteriore spunto è relativo al peso che hanno gli occupati autonomi (35,8 milioni) rispetto all’occupazione totale europea.

Si veda nel grafico come la quota di autoimpiego e autoimprenditorialità sull’occupazione totale varia sensibilmente fra i Paesi europei. 546.000 sono le imprese giovanili in Italia, pari all’11% del totale delle imprese attive. Le regioni a maggiore imprenditorialità giovanile sono prevalentemente quelle meridionali, dato strettamente connesso alla distribuzione per classi di età della popolazione e alla bassa presenza di realtà imprenditoriali.

Inoltre, il ricorso all’autoimpiego è determinato anche da alcuni fattori economici strutturali legati alla più generale capacità di offerta di lavoro dell’economia, ovvero alla capacità di assorbire la domanda di lavoro e alla specializzazione settoriale. In particolare, la Regione Calabria registra il più alto tasso di imprese giovanili sul totale delle imprese attive (15,7%), seguita dalla Campania (14,6) La D’Angelo ha poi citato il Fondo “Iniziativa Occupazione giovani” che intende affrontare in maniera organica e unitaria una delle emergenze nazionali più rilevanti: l’inattività e la disoccupazione giovanile. Il PON, in particolare, si inserisce nelle strategie di contrasto alla disoccupazione giovanile tracciate a livello europeo.

Ha illustrato mediante slide le novità e opportunità del Jobs act (D. leg. 150/2015):

  • Servizi e misure di politica attiva, orientamento all’autoimpiego e tutoraggio fasi successive avviso impresa
  • Importanza di instaurare un rapporto di fiducia col CPI
  • Efficienza, da parte dei servizi per il lavoro, dell’azione di supporto ai cittadini nella ricerca di impiego
  • Riordino degli incentivi all’occupazione (art.29)
  • Creazione del fascicolo elettronico del lavoratore (art.14)
  • Sistema informativo unitario delle politiche del lavoro e Repertorio nazionale degli incentivi all’occupazione (art.30)

Per attuare le misure previste dal DLg 150 e per coordinare tutti i fondi è previsto un piano di rafforzamento per le politiche attive. In termini prospettici sempre più autoimpiego e autoimprenditorialità avranno un peso significativo nell’ambito delle politiche attive. La D’Angelo ha concluso citando il Fondo Self- Employed per l’accesso agevolato, uno strumento a sostegno dell’autoimpiego e dell’autoimprenditorialità che ha l’obiettivo di favorire l’occupazione tra i giovani. I destinatari di tale intervento sono i giovani che non studiano e non lavorano, iscritti al Programma Garanzia Giovani e l’importo erogato può arrivare fino ad un massimo di 50.000 euro. Il Fondo è promosso dal Ministero del Lavoro ma la sua gestione è affidata a Invitalia che erogherà il credito a tasso zero e monitorerà la misura. Un’ottima opportunità, quindi, che lo Stato offre a tutti coloro che vorrebbero lavorare in proprio, ma che purtroppo per problemi economici non possono fare questo grande passo.

Politiche attive e servizi per il lavoro nel Jobs Act: quali spazi per lavoro autonomo e autoimpiego*

Autoimpiego e autoimprenditorialità nell’Accordo di Partenariato L’impresa e l’autoimpiego - seppure con diversi focus e approcci - assumono, particolare centralità nell’ambito degli Obiettivi Tematici (OT) individuati nell’Accordo di partenariato 2014-2020 e in particolare:

  • OT1 – Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione;
  • OT3 – Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, del settore agricolo e del settore della pesca e dell’acquacoltura, a valere sul FESR e FEASR, (In termini di politiche attive del lavoro, finalizzate alla compensazione delle maggiori difficoltà occupazionali di alcuni gruppi di lavoratori);
  • OT8 - Promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori, (Rilancio degli investimenti e per lo sviluppo del sistema imprenditoriale in senso innovativo);
  • OT10 - Investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente, a valere sul FSE, (Incontro con le esigenze del sistema imprenditoriale in termini di miglioramento del raccordo tra sistema educativo e mercato del lavoro).

Programmazione 2014-2020: alcuni dati

  • La dimensione delle imprese italiane dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale è in molti casi troppo ridotta a sostenere il costo di investimenti in processi innovativi necessari per tenere il Paese al passo con le grandi economie europee.
  • A mantenere tale passo, per tutti i settori produttivi (in particolar modo per le imprese di minore dimensione) risulta, non volano, ma vincolo l’accesso al credito: a settembre 2013, le imprese che ottengono finanziamenti bancari fino a 500.000 euro, pur rappresentando il 78% dei prenditori, totalizzano solamente il 12,6 per cento degli impieghi.
  • Nel Mezzogiorno, alla maggior dipendenza dal credito bancario si associa una più elevata rischiosità degli impieghi e una maggiore diffusione dei fenomeni di razionamento del credito cui sono particolarmente esposte le piccole e medie imprese.
  • I vincoli di natura finanziaria condizionano, in particolare, le imprese di più ridotte dimensioni nelle loro scelte di investimento.

Politica di Coesione per superare tali vincoli!

I dati Eurobarometer mostrano una maggiore inclinazione degli italiani per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità rispetto ad altri paesi europei: circa 4 persone su 10 (rispetto al 37% del livello europeo) in Italia sceglierebbe un lavoro autonomo. In termini di fattibilità: rispetto al livello europeo una percentuale inferiore di italiani considera fattibile diventare lavoratore autonomo (27% contro 30%) e la mancanza di risorse finanziarie rappresenta una determinante nel 17% dei casi.

La formazione imprenditoriale (a scuola e all’università) risulta molto limitata: appena una persona su sei in Italia afferma di avere partecipato a un corso di formazione imprenditoriale (contro il 23% del livello europeo), mentre l’84% non ha mai seguito questo tipo di formazione.

Maggiore inclinazione dei giovani a iniziative imprenditoriali!

A livello europeo

Nel 2014 gli occupati autonomi (incluse le imprese familiari) erano 35,8 milioni, pari al 16,4% della occupazione totale europea. La quota di autoimpiego e autoimprenditorialità sull’occupazione totale varia sensibilmente fra i paesi europei:

  • superiore al 20% in Italia (23,3%);
  • Grecia (31,3%);
  • Portogallo (20,9%);
  • inferiore al 10% in Lussemburgo (8,3%), Danimarca (8,7%) ed Estonia (8,9%). 546.000 le imprese giovanili in Italia, pari all’11% del totale delle imprese attive.

Imprese giovanili in Italia

Focus - Le regioni a maggiore imprenditorialità giovanile sono prevalentemente quelle meridionali, dato strettamente connesso alla distribuzione per classi di età della popolazione e alla bassa presenza di realtà imprenditoriali. In particolare, la Regione Campania registra il più alto tasso di imprenditorialità giovanile (8,8%), seguita dalla Calabria (8,5%), Sicilia (8,2%), Lazio (6,8%), Lombardia e Puglia (6,7%), Piemonte (6,5%), Toscana e Valle d’Aosta (6,1%), Liguria (6%), Abruzzo (5,9%), Molise (5,8%), Umbria, Sardegna e Basilicata (5,6%), Veneto (5,2%), Emilia Romagna e Marche (5,1%), Friuli Venezia Giulia (5%) e Trentino Alto Adige (4,9%). Il persistere della congiuntura economica negativa, accompagnata dalle difficoltà di accesso al credito e dalla riduzione del numero di nuove imprese costituite hanno inciso sulla numerosità dello stock di imprese, in particolar modo giovanili.

Piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro

  • News - Nell’ambito delle politiche attive e dei servizi per l’impiego, il Piano prevede l’utilizzo coordinato di fondi nazionali e regionali nonché dei programmi operativi cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo, nel rispetto dei regolamenti dell’Unione europea in materia di fondi strutturali. Inoltre, il Piano individua delle linee programmatiche per il rafforzamento dei servizi per l’impiego, mediante l’utilizzo coordinato di fondi nazionali e regionali.
  • Riferimenti normativi - Art. 15 comma 1 del D.L. 78/2015 “Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali.” - Art. 24 comma 2 del Decreto Legislativo n. 150/2015 “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, ai sensi dell’articolo1, comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n.183.”

Risorse individuate nell’ambito dell’OT8

Nell’ambito dell’obiettivo tematico 8 è presente una priorità di investimento 8.iii relativa all’attività autonoma e creazione di imprese.

Tale priorità è stata individuata espressamente dalla Reg. Sardegna con un importo pari a 22.240.000 euro. Negli altri Programmi Operativi nazionali e regionali, sono state effettuate azioni trasversali rispetto all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità per i diversi target: giovani, donne, disoccupati di lunga durata e persone che si trovino ai margini del mercato del lavoro.

In tal senso, pur non potendo indicare un importo specifico, sono state allocate numerose risorse per iniziative rivolte ai suindicati target. Nell’ambito di tali Programmi è stato esplicitato il conferimento al Fondo rotativo nazionale pari a 124.050.000 euro.

Risorse dedicate ad autoimpiego e autoimprenditorialità

NOVITA’ SELFIEmployment il Fondo come strumento a disposizione delle Regioni per promuovere i percorsi di autoimpiego e autoimprenditorialità. Dotazione complessiva del Fondo nazionale SELFIEmployment: euro 124.050.000,00

Progetto “Micro-Work”

  • Il progetto “MICRO- WORK” fare rete per il microcredito e l’occupazione“, finanziato dalla Direzione Generale delle Politiche Attive, Servizi per il Lavoro e Formazione, nasce con la finalità di contribuire al rafforzamento del microcredito quale strumento di politica attiva del lavoro, attraverso l’ampliamento della rete degli Sportelli informativi territoriali già attivati dall’Ente Nazionale per il Microcredito in alcune regioni italiane al fine di promuovere, informare, supportare e guidare il cittadino all’utilizzo degli strumenti di microcredito e per l’autoimpiego attivi nei vari territori. Il sito internet del progetto è www.retemicrocredito.it .
  • Il progetto si sviluppa nel solco del modello di intervento di rete pubblico/privata già sperimentata attraverso il progetto “Microcredito e servizi per il lavoro”, che tra il 2013 e il 2014 ha realizzato i servizi informativi di orientamento e di accompagnamento sullo strumento del microcredito d’impresa e sugli incentivi per l’autoimpiego presso 95 amministrazioni locali ed enti pubblici di Campania, Calabria, Puglia, Sicilia.
  • Sono stati già orientati al microcredito e al lavoro autonomo in auto impresa o microimpresa oltre 1000 cittadini “non bancabili” dai 120 operatori degli Sportelli (dipendenti pubblici specializzatisi nella consulenza sul microcredito e sull’autoimpiego).
  • È sulla base dei risultati raggiunti e in ragione del successo ottenuto nel precedente intervento che la Direzione Generale delle Politiche Attive, Servizi per il Lavoro e Formazione hanno stabilito di rifinanziare il percorso avviato valorizzando il modello di lavoro sviluppato, ampliandone la portata territoriale alle regioni del Centro-Nord e migliorando gli aspetti qualitativi del servizio.

Novità e opportunità introdotte dal Jobs Act

D. Lgs. 150/2015

  • Servizi e misure di politica attiva: orientamento individualizzato all’autoimpiego e tutoraggio per le fasi successive all’avvio dell’impresa (art. 18);
  • Engagement del datore di lavoro e importanza di instaurare un rapporto di fiducia nei confronti del Centro per l’Impiego;
  • Rendere complessivamente più efficiente, da parte dei servizi per il lavoro, l’azione a supporto ai cittadini nella ricerca di impiego e ai datori di lavoro nella ricerca di forza lavoro e nella proposta di un tipo di formazione più mirata all’autoimpiego;
  • Riordino degli incentivi all’occupazione (art. 29);
  • Semplificazione degli adempimenti à Sistema informativo unitario delle politiche del lavoro (art.13) e Repertorio nazionale degli incentivi all’occupazione (art.30);
  • Creazione del fascicolo elettronico del lavoratore (art. 14). Stato di disoccupazione

Comma 1. Sono considerati disoccupati i lavoratori privi di impiego che dichiarano, in forma telematica, al portale nazionale delle politiche del lavoro di cui all’articolo 13, la propria immediata disponibilita’ allo svolgimento di attivita’ lavorativa ed alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego. Comma 2. I riferimenti normativi allo stato di disoccupazione ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettera c), del decreto legislativo n. 181 del 2000, si intendono riferiti alla definizione di cui al presente articolo.

È attualmente in corso di definizione la Circolare esplicativa del Ministero del Lavoro in merito alla definizione dello status di disoccupazione.

Opportunità derivanti da percorsi di autoimpiego e autoimprenditorialità

Come emerge dal nuovo quadro normativo di rifermento, i percorsi di autoimpiego e di autoimprenditorialità rappresentano strumenti privilegiati di politica attiva del lavoro in grado di produrre un effetto moltiplicatore in termini di “job creation” inteso:

  • come forma di attivazione in prima persona dell’imprenditore;
  • come strumento per l’assunzione di collaboratori della start up.

Nuove prospettive sui percorsi di autoimpiego e autoimprenditorialità

Interventi strutturali - Attività di formazione e attività di informazione sul territorio finalizzati ad incentivare percorsi di autoimpiego, autoimprenditorialità o l’accesso al micro-credito. -

Nuovi Interventi a cura del MLPS

PON IOG

  • Progetto “Crescere in Digitale” in collaborazione con Google e Unioncamere
  • Progetto “Giovani programmatori” (in fase di elaborazione)

PON SPAO

  • Progetto “La nuova stagione” in collaborazione con il CONI (in fase di elaborazione)
  • Progetto “Informatica per l’occupazione giovanile” (in fase di elaborazione)
  • Progetto “Azione innovativa conciliazione famiglia-lavoro” (in fase di elaborazione)

Focus: SELFIEmployment

Percorsi di autoimpiego e autoimprenditorialità

Il supporto alle capacità imprenditoriali e di autoimpiego dei giovani può rappresentare un fattore di successo per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro e per il contrasto alla disoccupazione.

Il PON «Iniziativa Occupazione Giovani» sostiene l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità attraverso due tipologie di misure strettamente collegate:

  • Accompagnamento all’avvio di impresa e supporto allo start-up Percorsi formativi e di accompagnamento Sviluppo di competenze imprenditoriali dei giovani NEET e affiancamento nella predisposizione del business plan (sottomisura interamente delegata alle Regioni/P.A.)
  • Supporto per l’accesso al credito agevolato

Supporto al credito agevolato per i giovani NEET che non hanno accesso ai tradizionali canali di credito

SELFIEmployment per il supporto allo start-up

Per fornire supporto all’accesso al credito, il Ministero ha realizzato, con il supporto di Invitalia, lo strumento finanziario SELFIEmployment: un Fondo rotativo da oltre 124 Milioni per dare credito a iniziative imprenditoriali meritevoli.

Selfiemployment - Scheda tecnica

  • Importo prestito da 5mila a 50mila euro
  • Tasso interesse 0
  • Ammortamento in massimo 7 anni
  • No garanzie
  • Tutoraggio post start-up

Vantaggi di SELFIEmployment

  • Rotatività delle risorse (si alimenta con le restituzioni dei prestiti concessi)
  • Responsabilizzazione dei destinatari (si finanziano iniziative solide e sostenibili)

SELFIEmployment: risorse in campo SELFIEmployment utilizzerà risorse del PON IOG (le Regioni/P.A. possono conferire risorse destinate all’autoimpiego-autoimprenditorialità) e risorse del PON SPAO.

Target di destinatari

I destinatari iniziali sono i giovani Neet di età compresa i 18 ed i 29 anni, iscritti a Garanzia Giovani e che hanno completato con successo i percorsi di accompagnamento all’avvio di impresa e supporto start-up. PON S PAO (platea di destinatari più ampia dei soli Neet) e altri eventuali conferimenti consentiranno di allargare il supporto ad altre tipologie di destinatari (ad es. target su donne, disoccupati di lunga durata, giovani non Neet, ecc.) I destinatari possono intraprendere iniziative di lavoro autonomo o attività di impresa o microimpresa o franchising, ivi comprese le associazioni e società di professionisti. Le iniziative in forma societaria devono essere presentate da compagini composte totalmente o prevalentemente - soci e capitale - da NEET, che devono avere la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione.

Tempistiche e obiettivi

  • Raggiunti 453 destinatari con le azioni di accompagnamento all’avvio di impresa e supporto allo start-up
  • Prosecuzione azioni di accompagnamento
  • Campagna di comunicazione e sensibilizzazione per SELFIEmployment Apertura sportello SELFIEmployment - presentazione domande di finanziamento. Domande previste: 8.000
  • Erogazione primi finanziamenti con SELFIEmployment

Obiettivo destinatari SELFIEmployment (primo ciclo del Fondo): 4.200

*Dati forniti dalla segreteria della Dottoressa D'Angelo.

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