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Imparare a diventare imprenditore nella terra di Dante e Petrarca. Intervista all’Assessore Regionale Alessandra Nardini
Imparare a diventare imprenditore nella terra di Dante e Petrarca. Intervista all’Assessore Regionale Alessandra Nardini
Elisa Pandolfi
Le politiche attive del lavoro e politiche giovanili sono certamente un binomio importante. Come trova convergenza e in quali risorse regionali?
Stiamo attraversando una fase complessa e di grandi cambiamenti per il nostro tessuto economico- produttivo. Penso alla transizione ecologica, a quella digitale, fino alla nuova frontiera dell’intelligenza artificiale. Cambiamenti e innovazioni che dobbiamo avere la capacità di accompagnare e non subire, affinché rappresentino un’opportunità di crescita e non si traducano, invece, in un aumento delle disuguaglianze già esistenti, con un impatto negativo anche dal punto di vista dei posti di lavoro. Formazione e politiche attive del lavoro sono dunque ancora più necessarie in questa fase per l’aggiornamento delle competenze, per accompagnare le lavoratrici e i lavoratori che si trovano a fronteggiare situazioni di crisi industriale e devono essere riqualificati, per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e delle donne, attraverso percorsi di formazione più o meno lunghi.
Come ho detto, questa è una fase complessa, ma anche ricca di straordinarie opportunità dal punto di vista delle risorse e degli strumenti che abbiamo a disposizione: il nuovo settennato del Fondo Sociale Europeo (FSE+ 21-27), il PNRR, con il programma di riforma delle politiche attive GOL, Garanzia Occupabilità Lavoratori, il nuovo Patto per il Lavoro di Regione Toscana concertato con le parti sociali e messo in campo grazie allo sblocco, da parte dell’ex Ministro Orlando, di vecchie risorse residue per ammortizzatori in deroga. Le politiche attive del lavoro non sono più le cenerentole dei bilanci pubblici, finalmente! Ma tutte queste risorse dobbiamo utilizzarle al meglio, questa è la grande sfida e la grande responsabilità che abbiamo. Per quanto riguarda i giovani, promuoviamo le tante opportunità che offriamo attraverso Giovani Sì, il nostro progetto regionale per l’autonomia dei giovani.
Opportunità che vanno dai percorsi di Istruzione e Formazione Professionale, messi in campo sia dalle scuole che dalle agenzie formative accreditate, penso ai percorsi biennali post diploma ITS, che abbiamo il dovere di far conoscere di più, penso all’apprendistato duale ancora poco utilizzato nel nostro Paese, penso alla recentissima riforma dei tirocini, uno strumento di formazione che deve essere finalizzato all’inserimento lavorativo. Siamo impegnati anche sul fronte della formazione per imprenditrici e imprenditori.
YISU Toscana è un esperimento riuscito. Ci racconti come è nata l’idea di adattare al territorio questa progettualità per potenziare la formazione all’autoimpresa.
L’idea è nata dall’esperienza maturata dall’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM), in qualità di beneficiario del PON SPAO 2014-2020, nell’attuazione di progetti volti a favorire l’accesso al credito da parte di soggetti svantaggiati per l’avvio di attività di microimpresa e autoimpiego, quali modalità di ingresso e rientro nel mercato del lavoro.
In un sistema economico produttivo come quello italiano, caratterizzato dall’elevata presenza di micro, piccole e medie imprese (PMI), dall’estrema eterogeneità delle opportunità socio-lavorative offerte dall’assetto economico territoriale, creare condizioni favorevoli per agevolare la creazione d’impresa, in modo da agganciare la ripresa economica che potrebbe prospettarsi nei prossimi anni, appare di grande importanza per il futuro del nostro Paese.
La crisi economica prima, e quella pandemica dopo, hanno reso pertanto la microfinanza uno strumento chiave per la riduzione della povertà e per lo sviluppo della microimprenditorialità, in quanto può offrire servizi alle persone escluse a livello sociale e finanziario, in modo particolare i giovani e le donne, per sostenerle nel loro percorso di accesso al lavoro autonomo.
In questo contesto si colloca quindi la scelta di adattare il progetto di ENM alle esigenze territoriali toscane. In Regione Toscana infatti uno degli obiettivi principali, per sostenere la ripresa socio-economica, è quello di investire sull’occupabilità e sulle competenze delle persone, quale condizione imprescindibile per accompagnare il sistema economico e produttivo nella transizione verde e digitale dell’economia e dare concrete risposte a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, in particolare a quelle e quelli a rischio di espulsione dal mercato del lavoro, ed alle persone con maggiori difficoltà di inserimento lavorativo.
Da qui lo sviluppo del progetto attraverso una proficua sinergia tra Regione Toscana, Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego (ARTI) ed Ente Nazionale per il Microcredito (ENM), che hanno lavorato con estrema dedizione non solo per “mettere a terra” l’idea progettuale, integrandola con le specifiche esigenze territoriali, ma anche per strutturarne efficacemente l’operatività, attraverso l’interoperabilità delle diverse piattaforme.
Qual è il risultato più sorprendente di questo progetto?
L’aspetto indubbiamente più significativo è rappresentato dall’elevato numero di partecipanti, peraltro destinato a crescere anche nei prossimi mesi. Da inizio anno, infatti, il progetto vede già coinvolti 232 allieve e allievi, ovvero circa la metà del target.
Si tratta di un risultato ascrivibile ad una fruttuosa strategia di comunicazione ed informazione messa in atto da tutti gli attori coinvolti ed al ruolo cruciale giocato dai Centri per l’Impiego toscani coordinati da ARTI.
Possiamo dire che YISU Toscana rappresenta un ottimo esempio di cooperazione tra Pubbliche Amministrazioni nel fornire un servizio di qualità alle cittadine e ai cittadini toscani, veicolato anche dalla digitalizzazione di tutto il processo gestionale del progetto.