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Microfinanza e competenze finanziarie: politiche e strumenti europei del prossimo futuro
The European Commission has presented the draft legislation that will form the next multiannual financial framework for the period 2028-2034. It is a radically innovative proposal that seeks to respond to an uncertain and changing geopolitical context, boost the EU competitiveness, and find new sources of funding. The article illustrates the new European Union Facility, which plays a crucial role, as it can allocate specific resources to support the European Pillar of Social Rights, microfinance and social enterprises. In this context, the urgency of addressing critical skill levels and existing inequalities makes financial literacy a fundamental prerequisite for financial resilience. The new European strategy for financial literacy aims to ensure that increased resources and the new financial architecture translate into effective empowerment of citizens and their secure participation in markets.
1 IL QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE 2028-2034: UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA
Nel mese di luglio la Commissione europea ha presentato le bozze legislative che andranno a comporre il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), ossia la cornice del prossimo bilancio settennale dell’Unione, relativo al periodo 2028-2034. Sul tavolo c’è una proposta radicalmente innovativa che cerca di rispondere a un contesto geopolitico incerto e mutevole, rilanciare la competitività dell’UE e trovare nuove fonti di finanziamento in un contesto in cui una parte non indifferente del prossimo bilancio sarà destinata a ripagare il debito del NextGenerationEU.
1.1 Un bilancio ambizioso, un negoziato complesso
La presentazione delle bozze di regolamenti1 da parte della Commissione, dà formalmente inizio al negoziato europeo. L’ambiziosa proposta di bilancio, quasi duemila miliardi di euro, comprende i finanziamenti destinati a competitività, agricoltura, sviluppo regionale (tradizionalmente, la maggior parte delle risorse del bilancio dell’UE è destinata alla coesione e alla politica agricola), cui si aggiungono priorità che sono diventate sempre più importanti del dibattito europeo, come difesa e gestione del fenomeno migratorio (la Commissione propone di aumentare la loro dotazione di cinque e tre volte, rispettivamente, nel prossimo quadro finanziario).
Come per il passato, l’esito del negoziato si concretizzerà in un pacchetto legislativo complesso, che prevede diverse procedure decisionali a seconda del provvedimento da adottare2.
In estrema sintesi, sono due gli aspetti maggiormente innovativi della proposta. In primo luogo, la radicale semplificazione del QFP con la riduzione da sette a quattro delle rubriche di spesa; in secondo luogo, un significativo incremento del bilancio che, anche tenuto conto dell’aggiustamento all’inflazione, è pari a 1.816 miliardi (circa l’1,15 percento del PIL dell’UE, rispetto all’1,1 percento del precedente bilancio pari a 1.200 miliardi). In realtà, il valore totale del bilancio raggiunge i 2.000 miliardi (1,26 percento del PIL dell’UE) se si include l’inflazione e il rimborso del NextGenerationEU, che peserà per 168 miliardi in sette anni (24 miliardi all’anno), circa l’8,5 percento del QFP 2028-2034.
Le quattro rubriche di spesa previste dalla proposta della Commissione sono: la rubrica “Economic, social and territorial cohesion, agriculture, rural and maritime prosperity and security”; la rubrica “Competitiveness, prosperity and security” per il rilancio dell’economia dell’Unione; la rubrica “Global Europe”, che sarà fondata sul fondo unico Global Europe per l’azione esterna. Infine, la quarta rubrica “Administration” sarà riservata al funzionamento delle istituzioni europee, per un valore stimato di 117 miliardi.
È utile ricordare che la proposta della Commissione rappresenta un punto di partenza per il negoziato che, come hanno dimostrato i primi incontri in Consiglio europeo, pur non essendo emersa una resistenza particolarmente forte all’architettura generale del bilancio prefigurata dalla Commissione, tuttavia, si preannuncia complesso per la posizione dei Paesi “frugali” (Germania, Austria, Finlandia, Svezia, Paesi Bassi) che si oppongono a un aumento così elevato del bilancio, chiedendo migliore spesa invece di maggiore spesa. Da ultimo, la riunione del consiglio ECOFIN del 10 ottobre ha mostrato la resistenza decisa di molti Paesi membri alla proposta relativa alla quota di risorse proprie nel QFP (ossia, come generare nuove risorse proprie dell’UE con nuove tasse, per lo più connesse alla transizione verde – rifiuti elettronici, plastica)3.
1.2 Le nuove rubriche di spesa e la loro dotazione
Entrando nel dettaglio, la prima rubrica del nuovo QFP potrà contare su una dotazione economica pari a 1000 miliardi, compresa la restituzione di 168 miliardi di euro di prestiti NextGenerationEU. Al centro della rubrica vi sono le “Partnership Nazionali e Regionali per gli Investimenti e le Riforme”, che regoleranno l’esborso di gran parte dei finanziamenti europei agli Stati Membri, per un totale di circa 865 miliardi di euro (43 percento circa del bilancio). Al suo interno confluiranno la politica di coesione, la politica agricola comune (PAC) e la gestione del fenomeno migratorio. Circa 300 miliardi saranno destinati al supporto diretto di agricoltori e pescatori UE (al netto dell’inflazione, l’allocazione complessiva per la PAC appare quindi ridotta). 218 miliardi saranno destinati alla politica di coesione per le regioni meno sviluppate. 34 miliardi dovrebbero andare alla gestione del fenomeno migratorio (quindi con risorse triplicate rispetto al quadro finanziario precedente 2021-2027). La ratio della proposta è di avere un Piano nazionale che integra i vari fondi finora esistenti, e nel rispetto delle priorità comuni europee siano declinati secondo le necessità del singolo Stato membro con un forte focus sul rispetto dello stato di diritto come condizione essenziale per l’erogazione dei fondi europei4.
La seconda rubrica, dedicata alla competitività dell’unione europea, disporrà di circa 590 miliardi di euro. Al suo interno, oltre al Fondo europeo per la competitività (che potrà contare su un’attribuzione complessiva di circa 410 miliardi, di cui 175 destinati al programma Horizon Europe che raddoppia così la propria dotazione), vi sono lo strumento per le connessioni in Europa (Connecting Europe Facility, CEF) e il programma Erasmus+. A questa rubrica fanno capo gli investimenti nei settori della difesa e dello spazio; questi sono stati incrementati di cinque volte, raggiungendo 131 miliardi di euro. Accanto al fondo competitività, lo strumento per le connessioni in Europa (CEF) disporrà di una dotazione complessiva pari a 81 miliardi di euro (in particolare, i fondi destinati al capitolo “Energia” appaiono quintuplicati, da 6 miliardi a 30 miliardi, e quelli per il capitolo “Trasporti” risultano raddoppiati rispetto al periodo 2021-2027). Significativa la crescita delle risorse dedicate alle infrastrutture per la mobilità militare, che, nell’ambito del capitolo trasporti, si decuplicano. Da segnalare, il forte aumento degli investimenti nel campo delle reti elettriche (grazie all’aumento della dotazione del capitolo energia e alla creazione del fondo competitività), che nelle intenzioni della Commissione mira a rafforzare la resilienza del continente europeo e ad abbassare il costo dell’energia per i consumatori e le imprese. Anche il programma Erasmus+ può contare su un aumento del 50% della propria dotazione finanziaria, per un totale di 40,8 miliardi di euro (grazie alla confluenza delle risorse degli European Solidarity Corps, ESC, e all’istituzione del programma AgoraEU, con 8,5 miliardi, che ingloba al suo interno i programmi CERV e Creative Europe, e che sarà dedicato a sostenere democrazia, libertà di espressione, cultura e media).
La dotazione proposta per la terza rubrica, Global Europe e relativo fondo, ammonta a 215,9 miliardi di euro. Al suo interno dovranno confluire i finanziamenti per le azioni esterne e per la politica estera e di sicurezza comune (PESC). Quanto allo strumento finanziario Global Europe5, è prevista un’allocazione complessiva pari a 200 miliardi di euro, con un incremento del 75 percento rispetto alla programmazione precedente, secondo quanto indicato dalla Commissione. Al suo interno è prevista una riserva di 15 miliardi, da attivare in caso di sfide impreviste. L’impostazione proposta dalla Commissione riunisce in un unico fondo tutte le componenti dell’azione esterna dell’Unione, tra cui l’allargamento, la cooperazione allo sviluppo e l’assistenza umanitaria, ma rischia di vedere sovrapporsi obiettivi di natura diversa e con priorità, per certi aspetti, divergenti. Sono previsti meccanismi di ripartizione geografica, che dovrebbero garantire allocazioni dedicate per ciascuna area del mondo e assicurare una certa prevedibilità e coerenza strategica. Infine, all’esterno della terza rubrica e fuori dalle soglie massime di spesa del nuovo QFP, vi sono le risorse destinate all’Ucraina (100 miliardi di euro per il periodo 2028–2034) che vanno a rifinanziare la Ukraine Facility.
La quarta rubrica, come anticipato, è dedicata alle spese per l’amministrazione pubblica europea che sono coperte da un’attribuzione pari al 6 percento del QFP, corrispondente a 117,9 miliardi di euro.
Infine, è utile segnalare che, oltre alle quattro rubriche previste, la Commissione ha proposto l’istituzione di uno strumento specifico dedicato alla gestione delle crisi future che potrebbero colpire l’Unione. Questo “Meccanismo di crisi” disporrebbe di una dotazione massima di 400 miliardi di euro, erogabili sotto forma di prestiti agli Stati membri garantiti dal bilancio UE6.
Una novità è infine rappresentata dall’annuncio dello strumento di debito Catalyst Europe, che cambia forma al fine di sostenere quegli Stati membri che intendano investire in misura superiore rispetto a quanto previsto dai rispettivi Piani nazionali/regionali, sempre al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione. Lo strumento permetterà l’accesso a prestiti garantiti fino a 150 miliardi di euro. Si tratta dunque di prestiti fatti agli Stati membri tramite titoli garantiti dal bilancio europeo. Il vantaggio per gli Stati, similmente a quanto avverrà con SAFE, sarà nell’accedere a prestiti a tassi di interesse verosimilmente più vantaggiosi rispetto a quelli reperibili sui mercati, ma si tratterà pur sempre di debito nazionale. Tra le possibili aree di investimento figurano la difesa, le infrastrutture energetiche e le tecnologie strategiche.
1.3 Un nuovo assetto per gli strumenti della politica di coesione
Il nocciolo vero e proprio del cambiamento rivoluzionario del prossimo quadro finanziario pluriennale sostenuto dalla Commissione europea, consiste nel rovesciamento dell’impostazione tradizionale del finanziamento diretto da parte dell’UE nell’ambito della prima rubrica dedicata alle partnership nazionali e regionali per gli investimenti e le riforme (la più rilevante ai fini di questo contributo). Infatti, secondo la proposta di regolamento7 vengono eliminati i vecchi strumenti (Piani Nazionali e Piani Regionali) per sposare l’impostazione inaugurata con lo strumento di ripresa e resilienza (RRF) e i piani nazionali predisposti dagli Stati membri (PNRR). Secondo questa impostazione, nel quadro delle “allocazioni finanziarie per Paese”, verrebbe data libertà agli stati membri di definire quante risorse destinare a quella o quell’altra politica (agricoltura, coesione, migrazioni), ferma restando l’esigenza di collocare questa programmazione all’interno di un percorso di attuazione concordato tra Stato membro e Commissione. Ne deriva che il negoziato in corso sul prossimo QFP si impernia non più sulla valutazione dei “saldi netti” rispetto al contributo nazionale al bilancio dell’Unione, bensì sui criteri per la definizione delle “allocazioni Paese”, secondo una logica simile a quello a suo tempo condotto sul RRF. Spetterà dunque alla decisione politica presa all’interno dei singoli stati membri, la definizione di quanto effettivamente dedicare dell’allocazione Paese, alla politica agricola, o alla Coesione, e così via. Non è quindi possibile, al momento, effettuare confronti semplicistici sull’ammontare totale dedicato alle singole politiche nel bilancio dell’UE come fatto nel passato.
Dal punto di vista politico la proposta di regolamento, nel rispondere alle sfide identificate nella comunicazione sul cammino verso il prossimo QFP dell’11 febbraio 20258, mira a garantire una maggiore coerenza tra le priorità dell’UE e le azioni nazionali e regionali, a realizzare la semplificazione e un miglior rapporto qualità/prezzo attraverso la creazione di un sistema più semplice e di allocazione più efficiente, ad affrontare le priorità politiche emergenti agevolando la riassegnazione delle risorse (ossia gli spostamenti tra voci di bilancio) per rispondere a nuove esigenze o crisi impreviste, senza mettere a rischio il conseguimento degli obiettivi a lungo termine.
La semplificazione più evidente è nel passaggio dai quasi 540 programmi attuali (in tutta l’UE) a 27 piani nazionali e regionali (uno per ciascuno Stato membro), con un’unica serie di norme e un ampio ambito di ammissibilità, con la conseguente riduzione dei costi amministrativi a tutti i livelli, la riduzione di duplicazioni e sovrapposizioni, e un migliore accesso ai finanziamenti da parte delle imprese europee, comprese le piccole e medie, delle autorità locali e dei promotori dei progetti, con una forte attenzione alle disparità regionali.
La Commissione intende in questo modo promuovere la titolarità sui fondi a tutti i livelli, grazie a una governance che dovrà essere realmente multilivello, e la gestione concorrente con una condivisione costante tra centro e regioni (partenariato) che dovranno essere pienamente coinvolte nell’elaborazione del programma nazionale e regionale.
1.4 Lo Strumento dell’Unione europea (EU Facility)
Il regolamento del Fondo europeo per la coesione economica, sociale e territoriale, agricoltura e zone rurali, pesca e mare, prosperità e sicurezza, istituisce lo strumento dell’Unione europea (EU Facility), con una dotazione di 71,9 miliardi di euro9. Lo strumento dell’UE agisce a supporto dell’attuazione di livello nazionale e regionale e dovrebbe sostenere, tra l’altro, progetti di dimensione transnazionale con elevato valore aggiunto dell’UE che richiedono un coordinamento aggiuntivo a livello dell’Unione. Dovrebbe essere utilizzato per far fronte con tempestività a necessità improvvise e situazioni di crisi che colpiscono gli Stati membri, oppure anche per fornire spazio di manovra aggiuntivo all’UE per le priorità emergenti a livello europeo che richiedono risposte coordinate.
Lo strumento può essere attuato sotto forma di sovvenzioni, in regime di gestione diretta. Può anche fornire finanziamenti sotto forma di garanzie di bilancio e strumenti finanziari, e altre forme di sostegno a fondo perduto in operazioni di finanziamento misto con la partecipazione di paesi terzi o di sostegno ad attività nei paesi terzi o in relazione a tali paesi e ad altre entità in regime di gestione diretta e indiretta.
Ai fini del presente contributo, sono da segnalare le azioni che lo strumento dell’UE potrà sostenere nell’ambito d’intervento “investimenti sociali e delle competenze”, cui gli Stati membri, le istituzioni, gli organismi dell’UE, paesi terzi, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie o altri soggetti terzi possono contribuire a livello finanziario e non finanziario. Il QFP, dunque, sosterrà l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali da un lato con le risorse del Fondo sociale europeo via i Piani dei partenariati nazionali e regionali (almeno il 14% dei piani dovrà essere dedicato alla spesa sociale), e dall’altro lato con lo strumento dell’Unione europea (EU Facility). Al centro dell’azione è l’investimento nelle persone con lavori di qualità, inclusione sociale, istruzione, competenze, salute, housing e infrastrutture sociali. L’intervento sinergico tra livello piani nazionali e EU Facility mira a rafforzare la coesione, la resilienza e la competitività dell’Unione.
Più specificamente, lo EU Facility contribuisce agli obiettivi generali e specifici come indicati, rispettivamente, agli articoli 2 e 3 del regolamento. Tra gli obiettivi generali, rientrano: il sostegno all’occupazione di qualità, all’istruzione e alle competenze, all’inclusione sociale (in coordinamento con il Fondo sociale europeo), e il contributo alla transizione socialmente giusta verso la neutralità climatica (articolo 2, lettera b). Detti obiettivi sono da perseguire, in tutte le regioni, mediante obiettivi specifici ben dettagliati (articolo 3, lettera c): promozione dell’economia circolare (affinché tutti i territori e le persone possano godere della transizione pulita, sostegno alla trasformazione digitale, supporto all’housing sociale e finanziariamente sostenibile, rafforzamento della coesione sociale attraverso il sostegno alle persone, il rafforzamento delle società e del modello sociale dell’Unione, ossia: sostenendo l’occupazione, l’accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro giuste e di buona qualità, e la mobilità lavorativa; migliorando l’offerta di manodopera e l’istruzione e l’acquisizione di competenze lungo tutto l’arco della vita (upskilling e reskilling); promuovendo le pari opportunità e l’inclusione per tutti, sostenendo solide reti di sicurezza sociale, combattendo la povertà e promuovendo politiche per la povertà abitativa, sostenendo investimenti nelle infrastrutture sociali; agevolando l’accesso ai servizi e alle relative infrastrutture, compresi la modernizzazione, la digitalizzazione e il rafforzamento della qualità e della resilienza dei sistemi sanitari e dei servizi di assistenza all’infanzia e per la cura a lungo termine; affrontando le sfide poste dal cambiamento demografico in tutta l’UE, tra le quali la carenza di manodopera e le disparità tra generazioni e regioni.
L’intervento diretto dell’UE nell’ambito dell’EU Facility è invece deciso direttamente dalla Commissione, che individua obiettivi e azioni da sostenere e specifica gli importi con cadenza annuale o pluriennale, basandosi su criteri equi e trasparenti, e garantendo una distribuzione equilibrata. Le azioni da realizzare sono indicate nell’allegato XV al regolamento e nel caso delle politiche per l’inclusione sociale e l’economia sociale sono indicate alle lettere c) e d). In particolare, la lettera c) si riferisce specificamente al sostegno alla microfinanza, alla finanza per le imprese sociali, all’economia sociale affinché queste realtà possano contribuire efficacemente a promuovere l’innovazione sociale e contribuire alla parità di genere, al miglioramento delle competenze (comprese quelle finanziarie), alle infrastrutture sociali (compresi i servizi di cura e sanitari), l’housing sociale (anche gli alloggi per studenti), all’integrazione delle persone in condizioni di vulnerabilità e discriminate.
2 A NUOVA STRATEGIA EUROPEA PER L’ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA
L’alfabetizzazione finanziaria è un’abilità essenziale. Si riferisce alla combinazione di consapevolezza finanziaria, conoscenze, abilità, atteggiamenti e comportamenti necessari per prendere decisioni finanziarie sane. Un contributo al futuro sviluppo della microfinanza e microcredito, per le finalità illustrate nel precedente capitolo, può venire dalla strategia di alfabetizzazione finanziaria per l’UE10 lanciata recentemente dalla Commissione europea. Nel capitolo se ne illustrano in breve contenuti e finalità.
2.1 Perché una strategia europea
L’alfabetizzazione finanziaria costituisce un prerequisito fondamentale per l’empowerment individuale e la stabilizzazione macroeconomica. Tale competenza abilita i cittadini all’adozione di condotte finanziarie razionali, tra cui l’implementazione di strategie di budgeting efficaci, l’effettuazione di scelte ponderate in materia di risparmio e investimento, e l’elaborazione di una rigorosa pianificazione finanziaria a lungo termine, inclusa la previdenza pensionistica (soprattutto per coloro, come i giovani e le donne, che hanno percorsi lavorativi discontinui). Attraverso una gestione responsabile del debito e l’incremento delle capacità di gestione del rischio, l’alfabetizzazione finanziaria si configura come un deterrente cruciale contro le frodi e le vulnerabilità finanziarie, contribuendo in modo diretto al conseguimento dell’indipendenza economica e del benessere individuale.
La promozione di sane abitudini finanziarie accresce la resilienza finanziaria degli individui e dei nuclei familiari, elementi che si traducono in una maggiore stabilità economica sistemica e in una significativa riduzione dell’incidenza del rischio di sovraindebitamento a livello aggregato. I benefici di tale competenza trascendono la sfera individuale: essa funge da catalizzatore per l’inclusione finanziaria e l’impegno civico, elementi essenziali per la costruzione di una società complessivamente più resiliente.
Ciononostante, i livelli di alfabetizzazione finanziaria all’interno dell’Unione europea rimangono criticamente bassi (Figura 3). Secondo i dati dell’indagine Eurobarometro 2023, meno di un quinto (il 18%) dei cittadini europei possiede un livello di alfabetizzazione finanziaria elevato. Si riscontrano inoltre disparità significative sia tra gli Stati membri sia all’interno delle diverse coorti demografiche. I gruppi identificati come più vulnerabili e, in media, meno alfabetizzati includono in particolare le donne, i giovani, gli anziani e gli individui appartenenti a fasce con reddito e livello di istruzione generale inferiori. Tali disuguaglianze richiedono un intervento politico mirato e la progett azione di strategie di financial education inclusive e differenziate. azione di strategie di financial education inclusive e differenziate.
In tale contesto, la Commissione aveva annunciato nella sua comunicazione sulla strategia sui risparmi e gli investimenti (2025)11 il lancio di una strategia globale per l’alfabetizzazione finanziaria dei cittadini europei. Tale strategia si pone l’obiettivo primario di innalzare i livelli di competenza finanziaria tra i cittadini, al fine di abilitare la capacità decisionale informata in materia di finanze personali. Il piano d’azione della Commissione appare intrinsecamente correlato a obiettivi di inclusione finanziaria e al rafforzamento della resilienza economica individuale. Le finalità operative includono: la promozione della consapevolezza per incrementare l’accesso e l’uso efficiente dei servizi finanziari; la definizione di politiche attive e mirate specificamente dirette ai gruppi di popolazione a rischio di esclusione o vulnerabilità finanziaria; l’approfondimento della competenza finanziaria affinché sia possibile comprendere i prodotti finanziari e le relazioni rischio-rendimento (risk-return trade-offs). Il tutto secondo un approccio personalizzato e non uniforme (non-one-size-fits-all è l’imperativo metodologico). Pertanto, le future iniziative di financial education dovranno essere differenziate e contestualizzate, per rispondere alle esigenze specifiche dei diversi gruppi demografici e degli obiettivi comunitari. Nel documento si riconosce che le necessità variano significativamente: da un lato, l’assistenza per la gestione del debito (bollette, carte di credito, accesso a benefits) per le fasce con bassa capacità di risparmio; dall’altro, l’ottimizzazione degli schemi di investimento per chi possiede del capitale. Attraverso iniziative dedicate e inclusive, l’adattamento dei canali e dei contenuti contribuisce a mitigare le disparità finanziarie, e dovrebbe contribuire a massimizzare il potenziale di accumulo di ricchezza attraverso la partecipazione ai mercati dei capitali. L’incremento dei livelli di alfabetizzazione finanziaria, negli auspici della Commissione, dovrebbe abilitare le persone a una gestione efficiente delle risorse e dei risparmi, attrezzarle per affrontare le sfide della digitalizzazione (es. fintech) e supportarne l’accumulo di capitale a lungo termine12.
La strategia poggia su una solida base di iniziative preesistenti a livello comunitario che miravano a migliorare i livelli di alfabetizzazione finanziaria di giovani, bambini e adulti, ad esempio, delle reti internazionali sull’educazione finanziaria di Commissione Europea e OCSE-INFE13 e della rete europea per le competenze imprenditoriali (EntreComp)14.
2.2 L’architettura strategica e i quattro pilastri di azione
Riconoscendo la pluralità di iniziative nazionali e private già operative, la nuova strategia della Commissione adotta un approccio integrato e si fonda su quattro pilastri di azione interconnessi per promuovere un processo decisionale finanziario informato e ottimizzare i meccanismi di monitoraggio, analisi e valutazione dell’alfabetizzazione finanziaria. Il primo è relativo al coordinamento nell’Unione e allo scambio di buone pratiche, il secondo concerne alla comunicazione e diffusione della conoscenza delle iniziative e programmi sul tema, il terzo pilastro è incentrato sulle modalità di monitoraggio e di valutazione degli impatti, il quarto sul finanziamento delle iniziative di alfabetizzazione finanziaria comprese le risorse da destinare alle attività di ricerca dedicate.
Il coordinamento mira a capitalizzare le strategie nazionali esistenti e le iniziative dei diversi stakeholder attraverso il mutuo apprendimento. La Commissione intende collaborare con le parti interessate per definire le priorità tematiche (ad es. inclusione finanziaria, indirizzamento a gruppi vulnerabili come giovani, donne o anziani) e i teachable moments più efficaci15. Nella strategia si legge che saranno promossi scambi tra Paesi membri per facilitare la convergenza degli approcci e garantire la replicabilità delle pratiche di successo a livello transnazionale (seminari periodici potranno facilitare gli scambi tra operatori privati e non-profit per la creazione di una “comunità paneuropea di professionisti”, reti e professionalità specifiche).
La Commissione intende organizzare discussioni ministeriali periodiche con i dicasteri competenti, al fine di garantire l’allineamento con le politiche dell’UE e il sostegno politico necessario per l’implementazione della strategia.
Al fine di armonizzare la governance si intende sostenere l’elaborazione di un Codice di condotta europeo (volontario) basato su principi etici per le organizzazioni private e senza fine di lucro per garantire la trasparenza degli obiettivi, nonché l’accuratezza e l’imparzialità dei contenuti educativi. Inoltre, la Commissione intende chiedere alle Autorità europee di vigilanza (AEV) di realizzare un repertorio unificato consultabile online delle iniziative di educazione finanziaria.
Il pilastro finanziario mira a indirizzare le risorse verso iniziative di comprovata efficacia. Ciò include il potenziale utilizzo di strumenti di sostegno come lo Strumento di Sostegno Tecnico (SST) e i fondi Erasmus+ per finanziare progetti nazionali e transnazionali volti a elevare le competenze finanziarie.
Infine, per garantire accountability e verifica dei risultati, la strategia prevede la promozione di meccanismi per istituire un monitoraggio costante dei progressi nell’alfabetizzazione finanziaria nell’UE e lo sviluppo di metodologie per la valutazione dell’efficacia delle azioni intraprese (valutazioni d’impatto), affinché gli sforzi di educazione finanziaria siano misurabili in miglioramenti del comportamento finanziario e nelle conoscenze dei cittadini16.
CONCLUSIONI
Il quadro finanziario pluriennale 2028-2034 si configura come una rivoluzione copernicana nella governance comunitaria, caratterizzata dalla radicale semplificazione dei precedenti esercizi e dall’introduzione dei Piani di partenariato nazionali e regionali come fulcro della politica di coesione.
Questo nuovo assetto, con un bilancio incrementato e una forte enfasi sul rispetto dello stato di diritto come condizione di erogazione, richiede agli Stati Membri una maggiore titolarità politica nella definizione delle allocazioni finanziarie per agricoltura, coesione e migrazione. In questo contesto, come abbiamo illustrato, la strategia dell’Unione europea per l’inclusione sociale e l’economia sociale è rafforzata sinergicamente.
Il nuovo Strumento dell’Unione europea (EU Facility), a gestione diretta, assume un ruolo cruciale, potendo destinare risorse specifiche dall’UE a sostegno del Pilastro europeo dei diritti sociali. Le sue azioni mirate comprendono direttamente il sostegno alla microfinanza, al finanziamento delle imprese sociali e alla promozione di infrastrutture e servizi sociali, quali housing e assistenza a lungo termine.
Parallelamente, la nuova strategia europea per l’alfabetizzazione finanziaria interviene a livello di capacità individuale. L’urgenza di affrontare i livelli di competenza critici e le disuguaglianze demografiche (donne, giovani, anziani) rende l’alfabetizzazione finanziaria un prerequisito fondamentale per la resilienza finanziaria. La strategia, strutturata su quattro pilastri (coordinamento, comunicazione, finanziamenti e monitoraggio) , mira a garantire che l’aumento delle risorse e la nuova architettura finanziaria si traducano in un effettivo empowerment dei cittadini e nella loro partecipazione sicura ai mercati.
Il successo del QFP 2028-2034 e della microfinanza dipenderà dalla convergenza degli approcci nazionali con le priorità dell’Unione, nonché dall’introduzione di una governance multilivello efficace, affinché i piani dei partenariati nazionali e regionali degli Stati membri e le risorse a gestione diretta dell’UE contribuiscano alla crescita e al consolidamento del settore.
A questo fine, una rigorosa valutazione d’impatto delle iniziative educative e di investimento potrebbe contribuire a tradurre questa rivoluzione in un consolidamento tangibile della prosperità e della coesione sociale in tutta l’Unione.
Bibliografia essenziale
COM (2025) 570 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, Un bilancio dell’UE dinamico per le priorità del futuro - Il quadro finanziario pluriennale 2028-2034, del 16.07.2025.
COM (2025) 551 final, Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council establishing Global Europe, del 16.07.2025.
COM (2025) 565 def., Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo europeo per la coesione economica, sociale e territoriale, agricoltura e zone rurali, pesca e mare, prosperità e sicurezza per il periodo 2028-2034 e che modifica il regolamento (UE) 2023/955 e il regolamento (UE, Euratom) 2024/2509, del 25 luglio 2025.
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COM (2025) 124 final, Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Central Bank, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions, Savings and investments union. A Strategy to Foster Citizens’ Wealth and Economic Competitiveness in the EU, del 19.03.2025.
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Bacigalupo M, Kampylis P, Punie Y and Van Den Brande L. EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework. EUR 27939 EN. Luxembourg (Luxembourg): Publications Office of the European Union; 2016. JRC10158.
NOTE
1 È possibile consultare la documentazione inerente la proposta di Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 sul sito della Commissione europea: https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/eu-budget/long-term-eu-budget/eu-budget-2028-2034_en#factsheets
2 Il Regolamento sul QFP, che ne definisce la struttura e le allocazioni finanziarie, prevede la codecisione col Parlamento europeo e l’unanimità in sede di Consiglio; la decisione sulle Risorse proprie (le entrate del bilancio dell’UE) è presa all’unanimità dal Consiglio e deve successivamente essere ratificata dai parlamenti nazionali; i regolamenti settoriali ratione materiae, da adottarsi con procedura ordinaria, ossia con maggioranza qualificata in Consiglio e codecisione del Parlamento europeo. L’insieme del pacchetto dovrà essere validato da un accordo dei capi di governo in Consiglio europeo. Per consultare la proposta di regolamento cliccare qui: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52025DC0570
3 Per ulteriori informazioni sul Consiglio dei ministri dell’economia e finanze dell’UE, tenutosi a Strasburgo il 10 ottobre 2025, è possibile rivedere il dibattito al seguente link https://video.consilium.europa.eu/event/en/28150.
4 Da una prima lettura della proposta non è ancora chiaro come saranno applicate tali condizionalità nel determinare concretamente l’accesso ai fondi.
5 COM (2025) 551 final, Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council establishing Global Europe, 16.07.2025. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/HTML/?uri=CELEX:52025PC0551
6 L’attivazione del fondo sarà possibile solo in presenza di una crisi effettiva e richiederà una decisione unanime del Consiglio e l’approvazione del Parlamento europeo. L’obiettivo è dotare l’Unione di una riserva di intervento rapida e mirata, capace di rafforzare la reattività dell’UE di fronte a eventi straordinari.
7 COM (2025) 565 def. del 25 luglio 2025, Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo europeo per la coesione economica, sociale e territoriale, agricoltura e zone rurali, pesca e mare, prosperità e sicurezza per il periodo 2028-2034 e che modifica il regolamento (UE) 2023/955 e il regolamento (UE, Euratom) 2024/2509. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:52025PC0565
8 COM(2025) 46 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, La strada verso il prossimo quadro finanziario pluriennale, dell’11.02.2025
9 Titolo IV del regolamento, dall’articolo 26 all’articolo 34.
10 COM (2025) 681 def., Comunicazione della Commissione al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni su una strategia di alfabetizzazione finanziaria per l’UE, del 30.9.2025
11 Direzione generale per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati di capitali, Savings and investments union: a Strategy to foster citizens’ Wealth and Economic Competitiveness
in the EU (2025). https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:52025DC0124
12 La Commissione con l’iniziativa “Saving and investments Union” intende rafforzare la crescita economica sistemica e l’Unione dei mercati dei capitali.
13 Commissione europea (2023), DG FISMA. Vedi ai seguenti link: https://finance.ec.europa.eu/system/files/2023-09/230927-financial-competence-framework-children-youth_en.pdf e https://finance.ec.europa.eu/system/files/2022-01/220111-financial-competence-framework-adults_en.pdf
14 Joint Research Centre, in partnership con la DG EMPL (2016). EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework. [online] Available at https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC101581
15 Come si legge nella Comunicazione i “momenti di insegnamento” sono i periodi in cui i partecipanti sono più motivati e ricettivi all’apprendimento, poiché hanno l’opportunità di applicare le nuove conoscenze a un caso concreto di interesse personale (es. pianificazione pensionistica, acquisto di una casa).
16 Si distingue tra alfabetizzazione finanziaria, ossia, l’esito dell’educazione finanziaria (ciò che l’individuo sa e fa) e l’educazione finanziaria, ossia, il processo di acquisizione delle conoscenze. Gli Stati Membri con educazione finanziaria integrata nei curricula scolastici mostrano costantemente i migliori risultati nell’alfabetizzazione.


