La Libertà delle donne è prevenzione e cura: la strada della ministra Eugenia Roccella

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Immaginare un percorso e creare le condizioni perché possa realizzarsi per sostenere un progetto di libertà e inclusione è una strada ardua da percorrere. La Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella, è tenace e determinata nel concentrare gli sforzi per sostenere la libertà e l’empowerment, soprattutto per contrastare la violenza di genere. La Ministra sta proponendo progettualità e supporti educativi e finanziari per segnare quella strada necessaria per raggiungere gli obiettivi del millennio e ridurre tutte quelle forme di violenza e vessazione che non sono tollerabili, specie in una nazione democratica. Nell’intervista rilasciata a Microfinanza la Ministra affronta i temi che stanno determinando questa road map.

Signor Ministro, cosa significa oggi, concretamente, combattere la violenza economica?

“Significa, per usare una metafora, sia prevenire che curare. Prevenire perché l’empowerment femminile, l’autonomia, le possibilità di realizzare le proprie aspirazioni, oltreché un fatto di equità e giustizia possono essere anche un antidoto contro la violenza e contribuire a rendere le donne meno vulnerabili. Curare perché il sostegno economico nel momento dell’emergenza, e il supporto nella ricostruzione anche materiale della propria vita, possono aiutarle ad uscirne prima e meglio. Quella economica è una forma di violenza molto subdola, che accompagna e spesso precede la violenza fisica, e ha ripercussioni sia materiali che psicologiche. Il fenomeno è più diffuso di quanto si possa immaginare, basti pensare alla percentuale elevatissima di donne che non hanno un proprio conto corrente intestato. Combattere la violenza economica significa dunque sostenere le donne prima, durante e dopo, anche per fare in modo che grazie alla prevenzione ci si fermi al ‘prima’”.

Il progetto “Microcredito di Libertà” ha rappresentato un importante strumento di supporto per le donne, con risultati significativi. Qual è la sua opinione su questa iniziativa e quale futuro immagina per questa progettualità?

“Il Microcredito di Libertà è un progetto che rappresenta molto bene lo spirito con il quale combattere la violenza. Grazie al sostegno alle donne che fuoriescono da situazioni di violenza e vogliono intraprendere una propria attività, le si aiuta a ripartire da se stesse, a recuperare fiducia nella possibilità di realizzare e realizzarsi. E accanto a questo c’è un altro filone, quello del microcredito sociale, che sostiene le vittime nel momento della più stringente necessità e le aiuta a far fronte ai bisogni immediati. Con il Dipartimento per le Pari Opportunità intendiamo continuare a sostenere questi progetti, per il loro valore concreto e anche per la loro potente portata simbolica”.

Cosa significa, per lei, essere una donna libera?

“Significa innanzi tutto poter realizzare le proprie aspirazioni, siano esse personali, professionali o entrambe, senza subire discriminazioni, ingiustizie, stereotipi limitanti o auto-limitanti. Significa non essere oggetto di pregiudizio, consapevole o inconsapevole. Significa, soprattutto, essere libere di essere libere. Sembra un gioco di parole ma non lo è. Perché la matrice profonda della violenza contro le donne, la specificità che la rende così peculiare rispetto ad altre forme di violenza anche non meno gravi, è proprio l’incapacità di alcuni uomini di confrontarsi con la libertà femminile, di farci i conti, di accettarla anche quando si traduce in un rifiuto, in un ‘no’, o semplicemente in un sottrarsi a dinamiche di possesso. È questo il motivo per il quale la violenza contro le donne è una piaga così trasversale rispetto alle aree geografiche, alle età, alle condizioni culturali e sociali”.

Indipendenza economica ed educazione finanziaria sono le armi per arrivare all’autodeterminazione. Quali strategie possono essere implementate per sostenere le donne in questo percorso?

“Noi, come detto, stiamo lavorando a tutto campo. Sull’educazione finanziaria, stiamo portando avanti un lavoro importante con l’Abi. Stiamo sostenendo il lavoro femminile, terreno nel quale abbiamo raggiunto due piccoli grandi record, sfondando per la prima volta il tetto dei dieci milioni di donne occupate e superando il 54 per cento, che ovviamente non è un punto di arrivo ma è un segnale molto incoraggiante. Stiamo lavorando perché scegliere di avere un figlio e aspirare a realizzarsi professionalmente non siano più vissute come opzioni alternative. Abbiamo sostenuto l’imprenditoria femminile, decuplicato con quasi un anno di anticipo il target fissato dal Pnrr per la certificazione della parità di genere per le imprese, promosso lo studio delle materie Stem. Per quanto riguarda le situazioni di emergenza nell’ambito della violenza, oltre a potenziare di molto i fondi per i centri anti-violenza e le case rifugio, ulteriormente incrementati con la nuova legge di bilancio, abbiamo reso strutturale il reddito di libertà sottraendolo all’incognita dei rinnovi annuali, e sempre con la nuova manovra finanziaria ne abbiamo reso strutturali anche gli aumenti che in questi anni erano stati introdotti, anche con il contributo trasversale del Parlamento. Abbiamo inoltre istituito un fondo strutturale per l’orientamento e l’inserimento professionale delle donne vittime di violenza, facilitato l’accesso all’assegno di inclusione, previsto un incentivo per le assunzioni, stanziato un contributo per l’empowerment e, come detto, portato a maturazione il progetto del Microcredito di Libertà. Speriamo che il lavoro che stiamo compiendo aiuti le donne a sentirsi più libere e anche meno sole, perché percepire lo Stato vicino può aumentare la loro fiducia rispetto agli strumenti a loro disposizione”.

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