Interviste:
Claudio Sinibaldi

La storia di Rosa dei Venti
Il microcredito ha avuto un ruolo chiave nella realizzazione del sogno di Claudio Sinibaldi, imprenditore e fondatore della “Rosa dei Venti”, una residenza per anziani che si distingue per la qualità e l’umanità dell’assistenza offerta. Claudio, infatti, difficilmente senzo l’aiuto di questo potente strumento avrebbe potuto realizzare l’idea di sua nonna di creare da un vecchio hotel una struttura che non fosse solo un luogo di soggiorno per anziani, ma un vero e proprio ambiente di vita attiva e stimolante, pensato per combattere la solitudine e promuovere l’autonomia. Il finanziamento ricevuto gli ha consentito di superare le barriere economiche iniziali, permettendogli di trasformare il suo progetto in qualcosa di concreto e di grande valore sociale. Durante questa intervista, Claudio racconta come il microcredito sia stato decisivo per avviare l’attività, ma anche per dare forma alla sua visione di assistenza anziani, una visione che mette al centro la qualità della vita e il benessere. La “Rosa dei Venti”, è l’esempio di come il microcredito possa portare valore e sostegno nelle comunità più fragili.
Come nasce la tua idea, cosa ti ha spinto a realizzarla e soprattutto come sei venuto a conoscenza del microcredito?
Tutto nasce da un’idea dei miei nonni, due fornai che nel 1970 hanno aperto un hotel, il primo in un piccolo paese di 3.000 abitanti chiamato Poggio Mogliano, diventando un punto di riferimento fino agli anni 2000, quando ancora si celebravano lì i matrimoni e grandi eventi locali.
Con l’evoluzione del turismo l’attività dell’hotel ha iniziato a calare. Mia nonna, che aveva solo la quinta elementare, è sempre stata una persona molto lungimirante e diceva spesso di voler trasformare l’hotel Graziella in una casa di riposo. Purtroppo, non è riuscita a realizzare questo progetto, essendo già in età avanzata. La terza generazione di noi nipoti ha seguito percorsi diversi. Durante il Covid, con il mio trasferimento da Milano a Roma, ho deciso però di realizzare il sogno di mia nonna. Il progetto era impegnativo e ambizioso. La struttura, su quattro piani, richiedeva ristrutturazione e adeguamenti. Con l’aiuto della tutor Antonella Gobbo, ho scoperto il microcredito, che è stato uno strumento fondamentale per iniziare questa nuova attività. Sono stato accompagnato da un Tutor in questo percorso e ho potuto beneficiare di un finanziamento a tasso agevolato che mi ha permesso di realizzare il sogno di mia nonna. Il microcredito è una delle poche agevolazioni che esistono per le nuove attività di impresa che non hanno una storia finanziaria alle spalle.
Cosa ti hanno detto le persone del paese quando hai avviato il progetto di microcredito, che ha creato sia un supporto per le persone fragili che un’opportunità di lavoro per la comunità locale?
Le persone del paese si sono fermate a farmi i complimenti dicendomi che era quello che mia nonna voleva davvero. Oltre a garantire un servizio che mancava, cioè l’assistenza agli anziani, che è una necessità sempre crescente, la nostra struttura ha dato anche un’opportunità di lavoro a più di 10 dipendenti. Quotidianamente la “Rosa dei Venti” crea inoltre uno spostamento di circa 50 persone nel centro di un piccolo paese che come tutti i borghi d’Italia si sta piano piano spopolando.
Perché hai scelto di chiamare la tua struttura “Rosa dei Venti”?
Il nome “Rosa dei Venti” nasce dal mio legame con i nonni materni e dall’infanzia trascorsa nell’ex hotel Graziella. Il riferimento al numero 20 richiama sia l’anno di nascita dei miei nonni, 1920, sia le 20 persone ospitate nella struttura. Inoltre, mio nonno, Bruno, aveva il soprannome di “Bruno Duvento”, cioè “Bruno il figlio del vento” perchè percorse a piedi i 60 km tra Poggio Moiano e Roma in un solo giorno. Per me, la “Rosa dei Venti” rappresenta anche la bussola che ci orienta, soprattutto quando siamo in mare aperto. Mi ha sempre affascinato il concetto di “vento” come forza che guida le persone, e mi sembrava perfetto per questo progetto. È anche una metafora per l’assistenza che offriamo, un sostegno che aiuta gli anziani a orientarsi nella loro nuova vita.
Qual è il tuo obiettivo per il futuro?
Il mio obiettivo, il mio sogno è che la Rosa dei Venti diventi un esempio di eccellenza nel settore, che le altre strutture possano guardare e imparare. La sua mission è quella di cambiare la percezione comune delle case di riposo, di farle diventare luoghi più vivibili, dove l’assistenza viene prestata con affetto, e non solo come un obbligo, così da non essere più un luogo dove si “parcheggiano” i propri cari. La struttura si trova in un piccolo centro urbano, il che permette agli ospiti di sentirsi ancora parte del mondo esterno. Molti arrivano autonomamente, senza l’aiuto dei familiari, e trovano un ambiente familiare dove possono mantenere la propria indipendenza. Come una signora che preferisce stendere i panni da sola, pur sapendo di poter contare su di noi in caso di bisogno. L’approccio è quello di rispettare le loro capacità, evitando un’assistenza invadente che li faccia sentire dipendenti. La solitudine, secondo me, è una delle principali cause del decadimento cognitivo negli anziani. Per questo, alla Rosa dei Venti offriamo non solo compagnia, ma anche attività stimolanti, per favorire una vecchiaia attiva e dignitosa.
Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato nel processo di avvio dell’attività e quanto ti è stato utile il tutoraggio?
La sfida più grande per me è stata quella di trovare soluzioni quotidiane per le piccole difficoltà burocratiche che emergono. La procedura di richiesta del prestito di microcredito è stata piuttosto semplice. Essendo laureato in economia, ho potuto realizzare da solo il business plan e fare uno studio di mercato. Ho cercato di andare oltre gli standard richiesti, quindi il processo è stato fluido. Tuttavia, il tutoraggio è stato fondamentale. Seppur semplice la richiesta di microcredito ha bisogno di una guida per evitare errori e ottimizzare i tempi.
Daniela Forlani
Passione, pianificazione e Pokémon: il viaggio imprenditoriale di Daniela
Daniela ha trasformato la sua passione per i Pokémon in un’attività imprenditoriale di successo, aprendo un negozio dedicato a questo fenomeno senza tempo. Ma dietro la realizzazione della sua idea c’è stato un lungo percorso di pianificazione e supporto fatto dal tutor di Microcredito che l’ha portata al raggiungimento del finanziamento. Grazie a questo potente strumento finanziario ha ottenuto la liquidità necessaria per acquistare i prodotti da vendere, dando così il via a una nuova attività in un settore tanto dinamico quanto competitivo.
Qual’è stata la tua esperienza con il tutor, quanto tempo avete impiegato per arrivare al finanziamento e, soprattutto, che cosa pensi del microcredito?
L’esperienza con il tutor è stata molto positiva. Mi ha seguito sin dall’inizio del progetto, aiutandomi a redigere il business plan. Ho condiviso con lui le mie idee e lui le ha concretizzate, analizzando i costi, gli investimenti, le opportunità, le sfide e i rischi, occupandosi anche di fare i calcoli. Mi ha supportato in questo processo, e poi siamo andati insieme presso l’Istituto di Credito che avevamo individuato. Abbiamo scelto una banca vicina per praticità. Il tutor mi ha seguito anche nelle varie fasi di richiesta della documentazione da parte della banca, perché non tutte le banche sono immediatamente collaborative con i nuovi clienti. È giusto che verifichino che i clienti siano affidabili e che il progetto abbia delle basi solide per essere finanziato. Per questo motivo, il tutor mi ha aiutato anche nella presentazione dei documenti necessari a supportare la nostra richiesta.
Per quanto riguarda le tempistiche, l’esperienza con il tutor è stata positiva, nel senso che siamo sempre rimasti in contatto e lui mi ha seguito passo dopo passo. Tuttavia, i tempi della banca non sono stati sempre celeri. Alla fine, però, nel giro di qualche mese siamo riusciti a concretizzare tutto. L’esperienza con il microcredito è stata positiva perché, nel mio caso specifico, mi ha permesso di ottenere la liquidità necessaria per fare un investimento importante, principalmente nell’acquisto della merce, ovvero i prodotti da vendere. In questo modo, ho potuto fare un investimento iniziale senza dovermi preoccupare di esporre troppo la mia situazione economica, rimanendo più tranquilla e avendo la possibilità di far crescere sempre di più la mia attività.
Da dove nasce la tua passione e quindi la scelta di aprire un negozio sui Pokémon?
La scelta di aprire un negozio dedicato ai Pokémon è stata dettata dalla volontà di rimanere nell’ambito dei giochi di ruolo e dei giochi di carte, un settore un po’ più esclusivo rispetto ai giochi tradizionali. Qui accanto c’è un negozio di giocattoli, ma la nostra idea era quella di seguire il modello francese. Per esempio, passeggiando per Parigi, c’è una via interamente dedicata ai giochi, con negozi che trattano un solo tipo di gioco ciascuno, tematici e specializzati. In questo modo, si crea una sorta di piccolo centro commerciale all’aperto.
La nostra idea era quella di replicare questo modello: avere due negozi, uno dedicato ai giocattoli e l’altro più specializzato. Abbiamo scelto i Pokémon perché, oltre ad essere un gioco di tendenza, è un gioco che attrae un pubblico variegato. Non solo i bambini, ma anche gli adulti, grazie all’aspetto collezionistico, con un po’ di nostalgia per l’infanzia. È un gioco che, inoltre, sta vivendo una grande popolarità al momento.
La nostra posizione è molto vantaggiosa, dato che siamo in un’area turistica vicina al Vaticano, un centro storico molto frequentato da turisti. Questi, soprattutto quelli europei, americani e giapponesi, sono spesso alla ricerca di articoli particolari, come le carte Pokémon in italiano, che in Giappone o negli Stati Uniti non trovano facilmente. Inoltre, il gioco segue il trend globale dei fan del Giappone, il che lo rende ancora più ricercato.
Mariafrancesca Pantano
Mariafrancesca Pantano è una donna, figlia affezionata della sua terra: la Calabria. In questa intervista ci racconta come il Microcredito le abbia offerto l’opportunità concreta di trasformare la sua passione per la fotografia in un lavoro stabile, permettendole di realizzare i suoi sogni senza dover lasciare la terra che ama.
Ci racconta com’è nata la sua attività imprenditoriale e quale ruolo ha avuto il microcredito nel trasformare la sua idea in un’impresa concreta?
Mi chiamo Mariafrancesca Pantano, ho 50 anni e sono figlia di questa terra, la Calabria, che non ho mai voluto lasciare perché mi sento profondamente radicata.
Ho conseguito la maturità classica e ho iniziato gli studi in giurisprudenza, che però ho dovuto interrompere a pochi esami dalla fine per una serie di vicissitudini personali e familiari. La fotografia è sempre stata una costante nella mia vita. Mio padre, a cui ero molto legata e che purtroppo non c’è più, era appassionato di fotografia e io, da sua “ombra”, l’ho seguito fin da piccola in questa passione. Così ho approcciato il mondo della fotografia, che per me è sempre stata ed è tuttora una passione profonda. Nel corso degli anni è diventata cura, rifugio e persino medicina per l’anima. Se da ragazza mi avessero chiesto cosa avrei voluto fare da grande, non avrei mai risposto “fotografa”, eppure oggi la fotografia è un modo di vivere per me, come direbbe un grande autore.
Le vicissitudini della vita mi hanno portata a rimanere in Calabria e a lavorare in ambiti diversi. Ho collaborato con studi legali e, come ultimo impiego, sono stata segretaria nell’amministrazione di un’azienda, occupandomi di tutto: dal magazzino alla gestione degli operai, fino alla contabilità, gestendo completamente anche una sede distaccata nel paese vicino. Purtroppo, per una serie di circostanze, l’azienda ha chiuso e mi sono ritrovata, quasi 50enne, senza lavoro e con poche prospettive. Ho provato a inviare curriculum ovunque, ma a una certa età è facile sentirsi ai margini, come se la propria esperienza e competenza non contassero più. Spesso mi capitava che mi dicessero: “Va bene il profilo, ma l’età…”; per me era un’esperienza davvero frustrante e scoraggiante.
In quel periodo ho iniziato a fare piccoli lavori, ripetizioni e attività saltuarie, finché non ho incontrato la dottoressa Stancato, la mia tutor del Microcredito. Lei mi ha parlato di un’iniziativa basata sul Microcredito e su un percorso formativo che avrebbe potuto aiutarmi a valorizzare le mie competenze. All’inizio ero molto dubbiosa, dopo tutti i no ricevuti e le esperienze negative, ero chiusa e poco incline a dare fiducia. Poi ho riflettuto su ciò che sapevo fare bene e mi sono resa conto che la fotografia è un vero talento per me. Ho deciso così di trasformare la mia passione in professione. Adoro fotografare. Fin da giovane ho coltivato questa passione, partecipando a concorsi, ottenendo pubblicazioni e copertine di libri in Italia e in Spagna. Tutte queste piccole soddisfazioni mi hanno confermato che era arrivato il momento di fare della fotografia non solo una passione, ma un vero lavoro.
Il microcredito per lei è stato importante per realizzare il suo sogno?
Sì, è stato un aiuto, devo dire la verità. Il corso delle 100 ore è stato fatto con una massima serietà, quindi mi ha dato le basi su come strutturare un’azienda, su come aprire una partita Iva, le cose più pratiche, quindi è stato importantissimo a livello formativo.
Sicuramente a livello economico è un grande aiuto, io da Calabrese che resta, non posso fingere che non ci siano una serie di problematiche che effettivamente ti portano a farti domande, a spostarti se non hai un lavoro. Se vuoi avere un’iniziativa tua è ovvio che deve avere un aiuto, un contributo economico, quindi io la trovo la miglior forma in assoluto di aiuto alle persone disoccupate.
Lei consiglierebbe quindi il microcredito?
Assolutamente sì, lo consiglio perché sia nella formazione sia nel sostegno materiale ti dà la possibilità di crearti il tuo lavoro, il tuo presente, il tuo futuro… ed è bellissimo, è appagante, ti ritrovi con una carica, con una voglia indescrivibile! Io ho ripreso gli studi di giurisprudenza e sto scrivendo la tesi.
Il discorso è che partire da territori come il mio ti porta a confrontarti con emozioni contrastanti: tristezza, nostalgia, malinconia, che sono sentimenti naturali e anche positivi, ma allo stesso tempo frustrazione, delusione, la sensazione di essere finito o di aver fallito, che è davvero dura da affrontare.
Per questo motivo consiglio assolutamente il Microcredito: ti offre la possibilità di sentirti di nuovo forte, di metterti in gioco e di costruire qualcosa di tuo. È un’opportunità preziosa e davvero importante per chi vuole ripartire.
Come descriverebbe il microcredito in poche parole?
Il Microcredito è sicuramente un alleato prezioso: se immaginiamo il percorso verso la propria attività come un cammino, ti aiuta a sentirti più leggero e sostenuto. È un supporto fondamentale, perché le idee possono essere vincenti e le ambizioni grandi, ma senza un sostegno concreto, anche la migliore idea del mondo è difficile da realizzare con le proprie sole forze.
Per finire voglio ribadire un aspetto importante per me: il microcredito mi ha dato la possibilità di poter rimanere nella mia terra.
Io sono nata qui, sul mare, io amo dire di me che ho il sangue salato, quindi io non posso vivere lontano, non dal mare, dal mio mare. Il Microcredito mi ha dato la possibilità di rimanere nella mia terra, dove ho scelto di rimanere da ragazza.
Giulia Curci
Giulia, giovane imprenditrice di San Floro, racconta come il Microcredito le abbia permesso di trasformare la sua idea in un progetto concreto. Grazie al supporto del tutor e della banca, ha potuto pianificare l’apertura di una rosticceria. Il Microcredito le ha fornito non solo un sostegno economico, ma anche sicurezza e accompagnamento nel percorso imprenditoriale.
Può raccontarci la sua esperienza con il microcredito e come questo strumento le ha permesso di avviare la sua attività?
Io sono Giulia, di San Floro in provincia di Catanzaro. Mi sono rivolta alla banca per ottenere il microcredito dopo aver seguito un corso di formazione all’imprenditoria, durante il quale ho preparato un business plan e, grazie alla mia commercialista, ho presentato la richiesta in banca e l’ho ottenuto.
Che tipo di attività è riuscita ad avviare?
Allora, non l’ho ancora aperta, perché sto ancora completando i lavori. Con il microcredito, infatti, non erano previsti i lavori di ristrutturazione. Quindi ho dovuto procedere in altri modi. Quella parte del finanziamento l’ho invece investita nelle attrezzature, perché aprirò una pizzeria e una rosticceria d’asporto. L’idea mi è venuta perché mia mamma ha aperto un bar otto anni fa e, appena finiti gli studi, ho iniziato a lavorare lì. Poi, avendo lo spazio a disposizione, ho deciso di ingrandirmi e creare un’attività tutta mia.
È stata un’esperienza positiva quella che ha avuto con il microcredito e con il suo tutor?
Sì, devo essere sincera, non mi aspettavo tanta professionalità dal tutor e anche dal direttore della banca. Il direttore della banca è un ragazzo giovanissimo, sono stati veramente eccellenti. Mi sono trovata bene. Dopo averlo ottenuto non mi hanno abbandonato, ancora oggi, visto che non ho aperto, mi stanno comunque dietro, si interessano. Devo essere sincera, sono stata contenta.
Consiglierebbe il microcredito ad altre persone nella sua situazione?
Sì, certo. Perché è vero che, quando inizi a fare l’imprenditore, devi mettere sempre qualcosa di tuo, ma un aiuto non guasta mai.
Inoltre, mio padre ha dovuto comprare il locale, quindi c’era già stata una spesa importante. Senza l’aiuto del microcredito, non sarei riuscita a reinvestire così tanto.
Mi descriva in poche parole che cos’è per lei il microcredito
Il microcredito è stato, in poche parole, la spinta iniziale, concessa naturalmente sulla base di alcuni preventivi che le reti mi avevano fornito. Non è che si prendano i soldi così, “quanto vuoi, te li do”. No, il finanziamento è stato erogato in base ai preventivi reali. Sono stati abbastanza veloci e anche io sono stata rapida nel completare le procedure. È stato comunque un grande aiuto, perché, anche se ci sono le tasse, devo restituirli in 10 anni, quindi senza pressioni e con la possibilità di partire con calma. Ti permettono di iniziare senza preoccupazioni e questo è importante, perché aprire un’attività è sempre un rischio. Il mio paese è piccolo, per questo ho deciso di aprire una rosticceria d’asporto e non con consumazione sul posto, così da partire con calma. Il locale per ingrandire ce l’ho già e, se andrà bene – come spero – lo farò in futuro.
Ottavio Cinque
Ottavio ha trasformato la sua passione per il fitness in un progetto concreto: grazie al microcredito è riuscito ad aprire un’azienda con sede a Pomezia specializzata nella realizzazione di spazi fitness e nella fornitura di attrezzature e abbigliamento sportivo. La sua esperienza rappresenta un esempio concreto di come gli strumenti finanziari inclusivi possano favorire l’autoimprenditorialità giovanile.
Sono Ottavio Cinque, titolare di Blor, azienda specializzata in attrezzature sportive, abbigliamento tecnico e accessori per l’allenamento. Ci occupiamo della progettazione e realizzazione di spazi fitness funzionali. Dalle home gym agli studi personal, fino alle palestre complete allestite a 360 gradi.
Ho fondato Blor a 22 anni. Provengo da una famiglia di imprenditori attivi nel settore siderurgico e nella produzione di accessori da bagno per hotel e abitazioni - aziende che esportano in tutto il mondo. Ho voluto portare questo patrimonio industriale anche nel settore sportivo, creando una nuova linea di sviluppo dedicata al fitness. Lo sport ha sempre fatto parte della mia vita, ho praticato football americano e l’allenamento è sempre stato per me un elemento fondamentale. Proprio da questa esperienza è nata l’idea di produrre e commercializzare attrezzature che considero la base non solo del fitness, ma di qualsiasi disciplina sportiva.
Il nostro core business è l’attrezzatura sportiva, produciamo strutture modulari e personalizzabili in base agli spazi disponibili. Tra le nostre innovazioni spiccano le barre Top Grip, tra le più performanti al mondo, utilizzate da numerosi atleti sia per l’allenamento che per le competizioni.
Oltre alla produzione, organizziamo numerosi eventi, solo quest’anno, tra Italia ed Europa, ne contiamo più di 35, confermandoci come il marchio più presente sul territorio e più vicino agli atleti.
Siamo anche l’unico marchio a offrire una soluzione a 360 gradi, dalla pavimentazione e l’erba sintetica, agli spogliatoi e all’arredamento interno, fino a strutture, pesi, dischi, bilancieri e sistemi di storage modulabili. Collaboriamo con importanti realtà del settore, fornendo soluzioni complete per qualsiasi tipo di palestra o centro sportivo.
Ci occupiamo anche di abbigliamento sportivo, nel 2024 abbiamo avuto l’onore di affiancare la Federazione Italiana Pesistica, nostra partner ufficiale, alle Olimpiadi con una divisa realizzata da noi.
Tutto questo è stato realizzabile anche grazie al microcredito. È uno strumento di finanziamento altamente agevolato, soprattutto nelle fasi iniziali. Io l’ho conosciuto tramite la mia banca, è stato fondamentale per avviare i primi investimenti, sia per introdurre nuovi prodotti, sia per attività di marketing e partecipazione a fiere, che ci hanno permesso di farci conoscere fin dai primi giorni.
Come è normale per chi avvia un’attività, anche noi all’inizio abbiamo commesso qualche errore nella destinazione degli investimenti, ma fa parte del percorso: si impara proprio sperimentando. Proprio per questo ritengo che il microcredito sia una risorsa preziosa che merita di essere utilizzata.


