I NEET SI RACCONTANO

Print Friendly, PDF & Email

Flavia Santia

Team di Comunicazione del progetto SELFIEmployment e Yes I Start Up (www.diventaimprenditore.eu)

Sommario:

  1. Sofia Calathopoulos trasforma la sua passione per i viaggi in un business tutto digitale: nasce My Digital Travel Agency
  2. Eddy Oboite fonda la Born Unique: un business originale dove le scarpe acquistano una nuova veste
  3. Klaudio Viska porta il narghilè nel cuore di Grosseto: nasce il Lux Lounge drink

Sofia Calathopoulos trasforma la sua passione per i viaggi in un business tutto digitale:

nasce My Digital Travel Agency

My Digital Travel Agency

Sofia, 28 anni, è oggi la titolare di My Digital Travel Agency, un’agenzia di viaggi “digitale, smart e tascabile”. La passione nasce dieci anni prima, dopo un viaggio a Lanzarote, durante il quale la giovane imprenditrice ha capito che lavorare nel turismo era la sua vera vocazione. «Da lì ho seguito un percorso di formazione affine a quello che era il mio obiettivo e le varie esperienze che ho fatto hanno confermato che questo era ciò che volevo dalla vita», ci racconta Sofia, che dopo essere stata un’agente di viaggio per molti anni, ha deciso di mettere in campo la sua esperienza e cominciare un’avventura tutta nuova, informandosi sulle iniziative a supporto dell’autoimprenditorialità. «Nel frattempo, avendo perso il lavoro a causa della pandemia, sono entrata a far parte della categoria dei giovani disoccupati e ho avuto quindi la possibilità di accedere ai corsi di Yes I Start Up». Avviare un’attività non è semplice e l’emergenza Covid non ha creato un terreno fertile sul quale far nascere un’impresa. Nonostante questo Sofia non si è arresa. «È stata una sfida: il settore era fermo da un anno. Nonostante questo, il momento di stop è stato fondamentale perché mi ha dato la possibilità di elaborare il progetto nei minimi dettagli e di cogliere l’opportunità di diventare imprenditrice e costruire la mia azienda. Ecco perché ho realizzato la mia idea di business in maniera totalmente digitale: My Digital Travel agency è figlia della pandemia, di un mondo che si è digitalizzato ancora di più. Mi piace l’idea che oggi posso essere a Milano, domani in America e dopo domani non lo so: chiudo il mio computer, lo metto nello zaino e porto la mia attività ovunque».

Yes I Start Up e SELFIEmployment

Yes I Start Up è il percorso di formazione all’autoimprenditorialità promosso da Anpal e coordinato dall’Ente Nazionale per il Microcredito, che offre corsi gratuiti ai NEET, giovani tra i 18 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non frequentano percorsi di formazione professionale. «Ciò che mi ha convinta a partecipare a questo corso è stata la possibilità di essere seguita da un team di esperti che mi accompagnasse nel mettere su carta il mio progetto imprenditoriale. Il programma del corso era molto completo: mi hanno aiutata a creare un business plan, cosa che non sarei riuscita a fare da sola, non avendo una formazione di tipo economico. Inoltre la piattaforma di FAD è assolutamente un’opportunità e un valore aggiunto: svolgendo il corso on-line ho risparmiato tanto tempo ed energie che ho incanalato nel corso stesso. È senz’altro una modalità da tenere in considerazione per il futuro». Dopo il percorso di formazione, con un progetto d’impresa dettagliato in mano, Sofia ha scelto di richiedere un finanziamento al SELFIEmployment, Fondo rotativo gestito da Invitalia, che eroga finanziamenti agevolati fino a 50.000 euro ai giovani che vogliono fare impresa. «Selfiemployment è un finanziamento agevolato a tasso zero che non richiede garanzie reali ed è restituibile in 7 anni. Era la soluzione ideale per la mia situazione, oltre al fatto che è lo sbocco naturale del corso Yes I start Up».

L’importanza della formazione

«Quello che mi piace, prima di tutto, è entrare in empatia con il cliente, instaurare una relazione umana, ma anche l’idea di avere a disposizione un mondo da vendere e poter accontentare le esigenze del cliente con strumenti a 360 gradi, e ciò mi fa svegliare felice la mattina». Trasformare una passione in un lavoro è il sogno di molti, ma per realizzarlo la determinazione e la definizione dei propri obiettivi non possono mancare. «Il consiglio che vale per tutti è avere un’idea e svilupparla prima dentro sé stessi. Io ho trascorso due anni e mezzo facendo esperienza sul campo, confrontandomi con il mondo e osservando cosa facevano i miei concorrenti. Dopo bisogna cercare i mezzi: io pensavo che fosse il denaro il mezzo principale per realizzare la mia impresa, invece mi sbagliavo, è la formazione. Fatevi aiutare da persone esperte. Io sapevo già quello che volevo creare, ma durante il corso ci sono stati molti cambiamenti, proprio grazie ai docenti che mi hanno messa in discussione. Infine è fondamentale concentrarsi e lavorare seriamente durante il corso: dovrete capire i numeri, le previsioni di vendita, il cash flow, il conto economico, tutte nozioni che io non avevo mai sentito prima. Non entrate nel panico, gli esperti sono lì per aiutare e indirizzare. È un percorso in cui bisogna essere tenaci, sapere dove si vuole arrivare. Non abbiate paura e buttatevi perché quando la vostra idea prende forma, ci si sente veramente appagati».

Eddy Oboite fonda la Born Unique:

un business originale dove le scarpe acquistano una nuova veste

La storia di Eddy

Eddy Oboite, 26enne originario della Nigeria, è il titolare della Born Unique, dove dona nuova vita alle calzature effettuando lavorazioni artigianali di restauro e personalizzazione, in particolare di sneakers. «Dopo gli studi ho fatto diversi lavori, ma poi ho capito di voler creare uno spazio che mi permettesse di fare ciò che amavo e al tempo stesso essere utile alla società. Mio padre mi diceva sempre: “devi avere un lavoro che ti fa dimenticare che giorno della settimana è”. Sono nato e cresciuto in Nigeria, non c’erano tutti i modelli di calzature che ci sono oggi e le persone non avevano dieci paia di scarpe: da bambino i miei genitori me le compravano per le occasioni speciali o come regalo, e dovevano durare 5 o 10 anni», ricorda Eddy, «Ci insegnavano a prenderci cura delle piccole cose e quindi io ho sviluppato questa attenzione particolare per le scarpe, avendone poche pensavo che se ci fossi stato attento sarebbero durate più a lungo. C’era un calzolaio di fronte casa mia, ogni volta che vedevo una scucitura andavo da lui. Ha notato subito quanto ci tenessi rispetto agli altri, così mi ha proposto di insegnarmi il mestiere, così che potessi aiutarlo dopo la scuola. Ancora mi ricordo la soddisfazione che ho provato quando ho riparato le prime scarpe: erano un paio di ciabatte», continua il giovane imprenditore, che da quel momento ha coltivato la sua passione giorno per giorno, fino a oggi.

Il Fondo SELFIEmployment

Dopo essersi informato sulle varie iniziative disponibili per i giovani, Eddy ha deciso di richiedere un finanziamento agevolato tramite SELFIEmployment, fondo gestito da Invitalia e dedicato ai NEET (ragazzi tra i 18 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non frequentano percorsi di formazione professionale) che vogliono fare impresa. «Una delle più grandi sfide da affrontare è stata la stesura del business plan per la richiesta di finanziamento. Avevo le idee chiare su quello che volevo fare, ma mi mancavano i dati per strutturare la mia idea imprenditoriale e le ricerche necessarie a collocare la mia attività nel mercato». SELFIEmployment, oltre al finanziamento, prevede che ogni ragazzo venga seguito da un tutor durante tutto l’iter. «Mi ha fornito supporto fino all’apertura dell’attività e siamo rimasti in contatto anche in seguito», ci racconta Eddy, «Trovare una location non è stato semplice, immaginate un ragazzo così giovane e per di più straniero che vuole prendere un locale in affitto per un nuovo business… l’appoggio del mio tutor è stato fondamentale in questo processo. Consiglio vivamente Selfiemployment: dà una vera possibilità economica, finanziandoti senza garanzie e con tassi molto bassi».

Il segreto è credere nelle proprie idee

La storia di Eddy è la testimonianza che la voglia di fare e la fiducia in sé stessi sono gli ingredienti giusti per affrontare ogni difficoltà che si presenta sulla strada. «Ad aprile ho festeggiato un anno di attività durante una pandemia», dice Eddy, «La sera del lockdown sono venuto in negozio e ho portato a casa tutta l’attrezzatura che mi poteva servire, allestendo un piccolo laboratorio che mi è servito a mandare avanti il servizio a domicilio. Ovviamente la domanda non equivaleva a quella del negozio, ma almeno non sono rimasto fermo». La Born Unique oggi sta riprendendo l’attività a pieno ritmo e anche per quanto riguarda l’attività di personalizzazione delle sneakers la domanda è in netto aumento. «Le persone vogliono sempre più un qualcosa che li distingua dagli altri, anche se è solo un’iniziale». Eddy si dice felice e pieno di idee per il futuro, tra le quali anche una linea di abbigliamento. «Il mio consiglio è crederci. Mi ricordo quando parlavo del mio progetto e nessuno credeva in me, mi dicevano che un’idea simile poteva forse funzionare negli USA, ma non in Italia, tutti mi scoraggiavano dicendomi che il momento non era buono. Io rispondevo che il momento buono lo decidiamo noi».

Klaudio Viska porta il narghilè nel cuore di Grosseto:

nasce il Lux Lounge drink

Lux Lounge Drink

Klaudio Viska, 32 anni, è il titolare del Lux Lounge drink di Grosseto, dove offre ai suoi clienti aperitivi e serate in un ambiente immerso nel verde e curato in ogni dettaglio. «Il mio sogno nel cassetto era quello di avere qualcosa di mio e di poter offrire lavoro agli altri: andando in giro ho capito cosa mancava nella mia città, ossia un luogo dedicato alla socializzazione. Per questo ho portato qui una novità: il narghilè. A Grosseto non c’era un locale di questo tipo, una formula che invece all’estero funziona tantissimo. Il narghilè è uno strumento di condivisione che è in grado di rivolgersi a un target ampio, che va dai 20 ai 60 anni. Durante l’emergenza Covid il locale è rimasto chiuso per 9 mesi ma io ho continuato a migliorarlo, ho lavorato sui difetti e non mi sono mai fermato. Molti si sono scoraggiati ma io sono stato sempre sul pezzo, mi sono organizzato per il servizio d’asporto, soprattutto per poter tenere al lavoro anche i dipendenti, che sono la mia priorità».

Il business plan

Per realizzare il suo sogno Klaudio si è affidato a Yes I Start Up, il corso gratuito all’autoimprenditorialità durante il quale i docenti aiutano i ragazzi a costruire un business plan e ad acquisire le competenze necessarie a realizzare la propria impresa. «Ho deciso di partecipare a Yes I Start Up perché avevo un sogno nel cassetto: mi sono recato al centro per l’impiego dove mi hanno spiegato che avrei potuto seguire un percorso formativo presentando un progetto d’impresa. Oltre alle competenze mi serviva anche un sostegno economico e grazie ai docenti del corso sono riuscito a creare un business plan, necessario per poter richiedere i fondi. Durante le lezioni ho imparato l’importanza di individuare un target, di studiare i competitor, ho capito come fare un’indagine di mercato: avevo un’idea in testa e ogni giorno passato insieme ai docenti il mio progetto cresceva sempre di più e migliorava».

Non solo formazione: l’accompagnamento è l’aspetto decisivo

Il corso offre non solo la formazione attraverso le lezioni in aula, ma anche un accompagnamento personalizzato e utile a definire il piano d’impresa di ogni ragazzo. «I docenti sono fondamentali per i giovani che stanno intraprendendo un percorso importante come questo. Io sono stato fortunato e ho trovato delle persone qualificate con le quali ho ancora un rapporto importante: mi seguono nell’attività e ogni tanto vengono qui al locale, se c’è qualcosa da migliorare mi danno qualche consiglio e io ascolto e continuo a imparare». Concretizzare un’idea e trasformarla in un’impresa è possibile se si mettono insieme i giusti elementi: formazione, passione e il sostegno concreto degli esperti. Yes I Start Up punta proprio a questo. «Sarò sempre grato ai miei docenti e al mio tutor, mi hanno fatto crescere. Consiglio questo percorso a ogni giovane imprenditore: chi decide di seguire i corsi non deve andare solo per fare presenza ma deve seguire le lezioni e continuare a studiare se vuole vedere una crescita reale. Io mi sono impegnato tantissimo, ora mi trovo con 10 dipendenti e non c’è cosa più bella per me. È una soddisfazione grandissima».

Print Friendly, PDF & Email
© 2019 Rivista Microfinanza. All Rights Reserved.