VICTOR-HART:
Microcredito win-win
Luisa Brunori e Massimiliano Tommasi – Associazione win-win
Victor-Hart è un ragazzo di 29 anni che in giovane età decise di venire in Italia dal Ghana. Un cugino, di ritorno dall’Inghilterra, gli aveva regalato una borsa di Gucci e questo fu l’elemento di attivazione del suo sogno. Aveva il desiderio di imparare a fare moda e pensava che l’Italia, con la sua cultura e la sua esperienza, sarebbe stata un ottimo luogo di applicazione e di ispirazione.
È arrivato in Italia, a Milano, nell’ottobre del 2018 per seguire la Fashion School. In questa scuola un collega lo mise in contatto con un centro di nome Vicini Distanti che si trova a Bologna, dove viene valorizzata la cultura africana soprattutto dal punto di vista della produzione di tessuti e di capi d’abbigliamento.
Dopo un po’ di tempo si è organizzato per studiare moda a Milano e acquisire sempre più competenze nella realizzazione di capi d’abbigliamento coerenti con la cultura occidentale.
Il suo cuore però era molto legato, forse anche a causa della distanza, alle sue origini e cominciò ad immaginare a come fare a tenere insieme la sua identità originaria con quella di arrivo.
Come fare a utilizzare quelle bellissime strisce di stoffa prodotte da quei piccoli telai che venivano fatti funzionare quasi per magia in una azione intrecciata tra piedi e mani? Cominciò ad immaginare quindi che queste bellissime strisce di tessuto dai colori sgargianti e tipicamente ghanesi potessero essere impiegate per creare dei tessuti utilizzabili per la fattura occidentale. Pensò quindi di organizzare le strisce “ghanesi” prodotte nella sua terra una affianco all’altra per fare si che il materiale fosse trasformabile in abiti occidentali.
Le strisce ghanesi, la forma occidentale degli abiti e tutto quanto aveva appreso gli consentirono questo miracoloso risultato di rappresentare la sua storia nei suoi prodotti.
Per attivare una produzione di questo genere è ovviamente necessario un laboratorio, e Victor-Hart ha trovato un luogo che potrà essere adibito allo scopo proprio nel centro di Bologna. Si è adoperato, assieme a un tutor abilitato ai servizi non finanziari per il microcredito, a richiedere un prestito nella forma di microcredito imprenditoriale.
A tale scopo ha lavorato assiduamente con l’affiancamento del tutor che lo ha guidato alla banca fino alla risoluzione positiva dell’attribuzione del microcredito richiesto.
Victor-Hart è ovviamente molto contento così come preoccupato che il sogno non si avveri del tutto. Possiamo capire entrambe le emozioni che, come ben sappiamo, sono sempre presenti alla partenza di qualunque impresa.
Noi ovviamente gli facciamo i più affettuosi auguri, così come desideriamo fare alcune riflessioni su questa esperienza di microcredito intesa nella sua totalità e nella sua collocazione all’interno dei processi economici più ampi.
Sappiamo bene come la produzione di moda nel mondo sia spesso collocata nell’ambito di una globalizzazione ingiusta e violenta, che genera profitto all’insegna dello sfruttamento là dove il vantaggio viene collocato principalmente nelle mani delle grosse imprese di moda mentre i lavoratori acquisiscono soltanto quanto serve loro per sopravvivere appena.
Il nostro Victor-Hart attraverso la procedura da lui ideata riuscirà a dare lavoro degno e decente a persone in Ghana che, in questo modo, non avranno bisogno di affrontare la faticosa migrazione. Il costo di questi prodotti potrà giovarsi di questo vantaggio e si creerà quindi un intreccio virtuoso tra le forme estetiche dell’abbigliamento così come si può manifestare nei colori del Ghana applicati alle forme della nostra moda.
Insomma, d’accordo con Jhon Nash siamo di fronte ad una soluzione win-win del conflitto sociale di base poiché in questa organizzazione produttiva guadagnano tutti: nessuno perde.
Alla fine di questo mese la storia di Victor-Hart sarà raccontata durante un evento che avrà luogo presso le Cucine Popolari di Bologna; un centro dove viene offerto cibo a chi ne ha bisogno e nel quale cerchiamo di sollecitare gli utenti di questo servizio verso la “capacità di pescare” allo scopo di sviluppare le loro “capabilities” (A. Sen) per contribuire allo sviluppo di sé e della comunità.