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L’IMPORTANZA E LA TUTELA DELLE IMPRESE DEL COMPARTO BALNEARE
Di Eugenia Meneghini
Questo articolo, frutto del lavoro di una tesi di laurea, ha il fine di dare importanza ad una delle più grandi risorse del nostro Paese, le nostre coste e le imprese che le hanno rese famose nel mondo.
Ad oggi si contano 15.414 stabilimenti balneari operanti lungo tutta la penisola italiana, la maggior parte a conduzione familiare che guidano la crescita del settore turistico sin dagli anni Cinquanta.
In un momento di grande incertezza sul destino delle imprese balneari è importante dare la giusta risonanza e focalizzarsi sull’importanza delle nostre coste per la salvaguardia di un pezzo di storia italiana.
SOMMARIO
Introduzione
1 Nascita ed evoluzione del turismo balneare
2 Storia di un’impresa di quarta generazione
3 Incertezza sulla storia di 15.414 imprese
Conclusione
Introduzione
Questo articolo tratta un tema molto importante ed altrettanto attuale. Racconta brevemente la nascita e lo sviluppo del turismo balneare, il quale, già agli esordi, permise all’Italia di ottenere un ruolo di primo ordine nella storia del settore turistico.
Ho raccontato la storia di un’impresa balneare a conduzione familiare di quarta generazione, per evidenziare la tradizione e la dedizione per queste attività che viene trasmessa di padre in figlio, apportando modifiche e migliorie che rendono queste imprese invidiate in tutto il mondo.
Infine ho espresso l’urgenza di un pronto intervento per avere certezze sul futuro di queste imprese e di queste famiglie.
1 Nascita ed evoluzione del turismo balneare
Il turismo balneare è riuscito, negli anni, ad assolvere un ruolo di ‘traghettatore’ di stili di vita, di cambiamenti sociali e d’incubatore di mode. “Difficilmente a fine Ottocento sarebbe stato possibile intuire quanto successo il nuovo secolo avrebbe portato al turismo balneare nel nostro Paese”1. Nonostante il primo stabilimento balneare sia stato costruito a Livorno nel 1781, passò del tempo affinché le acque del Mediterraneo iniziassero a essere un’attrazione. Solamente nel 1828 aprirono i primi stabilimenti balneari, a Rimini, Viareggio e nel 1870 anche a Sanremo.
La penisola fu una delle mete più desiderate, soprattutto nei primi decenni del dopoguerra gli stranieri subirono il fascino delle coste italiane e dei loro prezzi a buon mercato. “La forza dell’Italia in quegli anni fu nella sua capacità di creare, prima degli altri, un livello minimo di strutture turistiche e di presentarsi sul mercato con un’offerta ricettiva molto diversificata, in grado di soddisfare le tante fasce di reddito che stavano scoprendo il turismo”2.
Inizialmente erano strutture costituite da lunghi pontili che accompagnavano i clienti dai camerini fino all’ingresso in acqua. Le piattaforme erano costruzioni stagionali, i pontili venivano rimossi a fine stagione. Con il tempo iniziarono ad apparire le prime tende per ripararsi dal sole, fino ai primi ombrelloni.
Dal 1945 a seguire furono anni che rappresentarono una svolta per il turismo, con un aumento della domanda interna grazie alle ferie del ceto medio e alla voglia di andare in vacanza, con un’offerta che iniziò a diversificarsi per adattarsi ai diversi segmenti di domanda. “Nel primo decennio di vita l’Enit fu piuttosto attivo, contribuendo alla modernizzazione e allo sviluppo del settore turistico e, soprattutto, alla promozione dell’Italia all’estero”3.
L’offerta degli stabilimenti balneari si diversificava a seconda della qualità, ma assumeva una fisionomia abbastanza costante. I servizi offerti erano i medesimi di oggi giorno: le cabine, servizio di ristorazione, la pulizia della spiaggia e la figura dell’assistente bagnante. “Nel dopoguerra la ricerca di vacanze al caldo, al sole, su un mare accogliente consacra il successo turistico del Mediterraneo e dell’Italia”4. Gli stabilimenti sono ormai moderni e in estate vi erano spostamenti in massa verso le spiagge, la vacanza era divenuta una consuetudine. Furono proprio questi anni del boom economico, degli scooter, dell’automobile, delle prime code domenicali e delle città deserte in agosto.
Fu costruito l’immaginario della vacanza al mare nel dopoguerra, associando la spiaggia al concetto di paradiso e divertimento. Vennero eliminati tutti quegli elementi più antichi come: ospizi e grandi hotel ottocenteschi e si lasciò spazio a nuovi elementi che divennero presto dei simboli come gli ombrelloni, le sdraio, i gelati, le tavole da surf e l’abbronzatura dando inizio a un tratto specifico e unico dello stile balneare mediterraneo.
“L’Italia nel segmento del turismo balneare estivo fu così un precursore, anticipando tutti gli altri Paesi del Mediterraneo e conquistando una leadership che rimase indiscussa”5.
2 Storia di un’impresa di quarta generazione
Correva l’anno 1936 e Antonio e Angela Meneghini, classe 1900 e 1902, aprono la prima attività balneare sul litorale di ponente a Fregene, quando ancora la balneazione era agli esordi. L’attività proseguì fino al 1939 quando, a settembre, scoppiò la Seconda guerra mondiale.
Nell’estate del 1943 i tedeschi, temendo lo sbarco degli alleati, minarono le spiagge e per non dare riferimenti ai bombardieri, demolirono le colonne littorie, le cabine e i principali edifici sul lungomare. Vennero abbattuti anche numerosi pini, per permettere la realizzazione di fortini, e la popolazione locale lasciò le proprie case per rifugiarsi sulle colline retrostanti.
Al termine del conflitto, i danni furono notevoli ma c’era una grande voglia di ripartire e infatti nel 1946, con l’autorizzazione della Banca d’Italia, aprirono i primi sei stabilimenti balneari: tra cui il Toni.
Il processo di ripartenza fu molto lungo: la spiaggia venne completamente sminata e bonificata e lentamente la vita riprese il suo corso. Lo stabilimento raccolse un grande consenso e negli anni a seguire, Anna e Luigi (classe 1925 e 1935), subentrarono nell’attività d’impresa. Nel 1962 costruirono quella che è ancora oggi l’attuale struttura balneare.
Fu realizzato allo stabilimento Toni, nel 1960, un film di Mauro Bolognini: “la giornata balorda” che vede come protagonisti Alberto Moravia, Lea Massari e Jeane Valerie.
Ad oggi la stessa attività viene portata avanti da più di ottanta anni dall’ormai quarta generazione di cui ne faccio orgogliosamente parte.
3 Incertezza sulla storia di 15.414 imprese
Se da una parte il nostro è un modello di successo che costituisce un elemento importante della competitività del Paese nel mercato internazionale delle vacanze, dall’altra è urgente un intervento legislativo chiarificatore che superi gli articoli in materia della legge per la concorrenza. L’interpretazione autentica della Bolkestein, effettuata dalla Corte di Giustizia Europea, con la sottolineatura della mappatura quale presupposto per l’applicazione della Direttiva, di fatto ha ‘rottamato’ sia la legge Draghi che le sentenze dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato. È urgente, quindi, la convocazione del Tavolo Tecnico consultivo sul demanio marittimo previsto dalla legge 14/2023. Le nostre 15.414 imprese italiane hanno bisogno di certezze per il proprio futuro e, soprattutto, per programmare gli investimenti. Sarebbe davvero sbagliato per l’Italia – per puro calcolo politico – danneggiare un modello di successo ed efficienza che il mondo ci invidia.
Conclusione
L’importanza del turismo è un dato rilevante e noto a tutti, soprattutto dal punto di vista economico, infatti il comparto balneare, essendo l’Italia una penisola, portò gran parte degli introiti sin dagli anni Cinquanta.
La cultura del turismo balneare è un prodotto tutto italiano, nacque grazie a quelle persone che dal nulla, agli esordi degli anni Cinquanta, decisero di reinventarsi un lavoro. Oggi grazie a una trazione e una storia che dura da oltre un secolo, le nostre spiagge sono diventate preziosi angoli di paradiso ambìte da tutto il mondo.
Al giorno d’oggi si contano 15.414 stabilimenti balneari operanti lungo tutta la penisola italiana, la maggior parte gestiti da famiglie che consentono di mantenere il luogo naturale e accogliente, riservando una particolare attenzione alle esigenze del cliente, molto lontano dalla mercificazione d’impresa. L’importanza della tutela delle nostre coste e della storia che rappresentano resta tema fondamentale per la tutela di un rilevante pezzo di storia italiana.


NOTE
1 “Vacanze di pochi vacanze di tutti”, P. Battilani, pag 246
2 Ibidem ,pag 267
3 T.Syrjawaa, A new phase and a New actor in modern International Tourism:Italian State TouristPormotionabroad in the InterwarPeriod, in il turismo e le città tra XVII e XXI secolo. Pag 253
4 B.Corsini, “l’impresa balneare”, turisti e turisti pag 23
5 “Vacanze di pochi vacanze di tutti”, P. Battilani, pag 268


