Archivio opinioni
TERZO CONGRESSO NAZIONALE 2023 - FUTURE RESPECT, IMPRESE SOSTENIBILI E PRATICHE A CONFRONTO
Intervento di Mario Baccini, Presidente ENM
Di Elisa Pandolfi
Si è tenuto a inizio maggio, nel suggestivo spazio dello Stadio di Domiziano, a Piazza Navona, il Terzo Congresso Nazionale 2023 “Future Respect” imprese sostenibili e pratiche a confronto. I veri protagonisti del congresso sono stati i giovani della Generazione Z, che si sono consultati e confrontati con gli stakeholder della sostenibilità, affrontando le sfaccettature di un concetto che ad oggi risulta inflazionato da un utilizzo improprio e superficiale, creando di conseguenza notevole arresto nella crescita degli obiettivi volti alla trasformazione sostenibile, che è la madre di tutte le riforme per il rispetto del futuro.
Rielaborando gli interventi qualificati che si sono alternati sul palco della manifestazione è emerso che nonostante un consuntivo delle attività svolte a favore della sostenibilità aziendale, queste risultano insufficienti a radicare la cultura del cambiamento a favore di una maggiore sostenibilità. Dunque il problema non risiede nell’analisi delle attività, quanto nella necessaria educazione all’economia circolare, con attenzione specifica ai processi di ecocompatibilità e solidarietà. Il convegno è stato promosso dal Dott. Francesco Tamburella e presentato da Marina Marinetti, Vice direttrice di Economy.
Durante questi tre giorni di lavori, si sono susseguiti una serie di ospiti qualificati e specializzati nel settore della sostenibilità, tra cui il Presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, Mario Baccini, che è intervenuto durante la seconda giornata di lavori e si è reso disponibile a rispondere alle domande di alcuni giovani presenti all’evento.
Il Microcredito è uno strumento potente, uno strumento significativo, in Italia nasce con una grande intuizione del Ministero degli Affari Esteri, quando l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, lanciò l’anno internazionale del microcredito come strumento di lotta all’estrema povertà e all’esclusione finanziaria e l’Italia fu uno dei primi Paesi a raccogliere questo appello. Oggi esiste una legge primaria che regola il microcredito in Italia. Il microcredito è uno strumento importante ed è legato al quadro dell’economia sociale di mercato, in alternativa all’automatismo del mercato che ha come obiettivo il profitto. L’economia sociale di mercato ha come obiettivo la soddisfazione dei bisogni della persona umana e il microcredito è uno degli strumenti che rende l’economia sociale di mercato efficace nell’ultimo passaggio, nell’ultimo anello, ovvero nella soddisfazione del bisogno dei cittadini che vogliono realizzare un’impresa e che sono considerati diversamente bancabili. Ovviamente la mano pubblica tramite l’Ente Nazionale per il Microcredito interviene con una serie di iniziative, una serie di garanzie offerte dal Fondo PMI, dove quella persona considerata non bancabile, ossia in assenza di garanzie, con il microcredito può realizzare il suo sogno di fare impresa. Il sistema bancario serve i bancabili, il microcredito serve i non bancabili, cioè tutti quelli che non potrebbero avere accesso al credito anche se hanno un’idea straordinaria. Questo è in sintesi quello che fa l’Ente Nazionale per il Microcredito, e la differenza che c’è tra un piccolo prestito che fa la banca dal microcredito, è che, un piccolo prestito diventa microcredito quando è accompagnato da servizi ausiliari, prima, durante e dopo l’erogazione. Il successo in Italia è fenomenale perché grazie al microcredito e grazie all’intervento della mano pubblica siamo riusciti a realizzare in Italia migliaia e migliaia di aziende con un default al di sotto del default del tasso bancario, il default della media bancaria quindi è un successo straordinario.
Di seguito riportiamo le domande dei giovani della Generazione Z e le rispettive risposte del Presidente ENM, Mario Baccini.
Emanuele Greco
Presidente quali caratteristiche secondo Lei oggi un giovane dovrebbe avere per proiettarsi nel mondo del lavoro e dell’impresa?
Prima cosa, è importantissimo avere un business plan, un business sostenibile, ossia un’idea che per i nostri tutor può diventare realtà, poi bisogna avere tanta forza, tanta voglia di scommettere su se stessi.
Quindi le fondamenta di questa grande operazione è proprio avere un’idea, studiare, perché fare oggi l’imprenditore non significa soltanto servire un caffè o servire a tavola, bisogna avere conoscenze, fare un po’ di financial education, perché è fondamentale che quando si apre un’impresa non la si faccia morire dopo poco tempo. Quindi bisogna stare attenti bisogna scommettere su se stessi e studiare bene il business, conoscere il sistema bancario e il sistema dello Stato, ovviamente le notizie necessarie per non fallire dopo qualche mese.
E quali consigli darebbe oggi ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro?
I consigli che io posso dare ai giovani anche dalla nostra esperienza sono quelli di entrare nel mondo del lavoro senza andare necessariamente a cercare il posto fisso, perché oggi ci sono nuovi settori soprattutto per i più giovani, la famosa Generazione Z, in tanti settori soprattutto sulle nuove tecnologie, sull’innovazione, che possono essere il futuro. Io qualche giorno fa ero a Fiumicino, parlando con dei docenti, con degli alunni, anche con degli amici del sindacato, mi dicevano “Presidente noi possiamo creare delle scuole di formazione per esempio per i nuovi lavori, perché quelli tradizionali sono saturi, noi dobbiamo pensare a quello che possiamo fare da qui a 10 anni, per esempio il sistema aeronautico è un sistema che avrà un futuro, il sistema dell’innovazione, l’informatica che comunque è delle nuove tecnologie” io consiglierei quindi di concentrarci sulle cose che si possono fare da qui ai prossimi vent’anni.
Shadi Badawi
Presidente, Lei ha parlato molto di sostenibilità sociale e obiettivi di lotta all’estrema povertà, le volevo chiedere anche un po’ da aspirante imprenditore nel settore energetico, che impatto può avere il microcredito sulla sostenibilità, può essere utile?
È utile se l’imprenditore che intende aprire una piccola o media impresa, abbia ben presente il concetto della sostenibilità, sostenibilità d’impresa, di azienda, sono alla base di una nuova cultura, le nuove generazioni possono scommettere sul nulla oppure possono prendere in mano il mondo e guidarlo sui nuovi sistemi, perché il mondo va curato, il mondo è come la libertà che va alimentata come una pianta se non la innaffio tutti i giorni quella pianta muore e lo stesso vale per l’impresa.
Quindi la sostenibilità per un’azienda diventa la base essenziale dello sviluppo e della tutela anche di chi verrà dopo di noi, perché fare sostenibilità significa soddisfare i bisogni di oggi senza mai dimenticare i bisogni di chi verrà dopo di noi e il microcredito è lo strumento che ti aiuta proprio a fare questo, nel senso che molte persone hanno in testa la sostenibilità ma non hanno la possibilità di attuarla e noi del microcredito, la nostra comunità dell’economia sociale del microcredito, sosteniamo con dei percorsi preferenziali tutti coloro che hanno non solo questa idea ma anche imprese legate a un quadro di sostenibilità.
Vittorio Emanuele Agostinelli
Presidente, rimanendo sempre sul filo della sostenibilità, diciamo che un giovane come giustamente dice lei deve studiare, deve avere un’idea, nel momento in cui ha un’idea per far sì che questa poi sia innovativa e appunto sostenibile ci sono alcune fondamenta che deve avere e una di queste è il tema di questa tre giorni. Per dare un significato a ogni cosa che ci diciamo, volevo chiederle cos’è per Lei la sostenibilità aziendale?
La sostenibilità aziendale è il futuro, cioè questo pianeta va tutelato, anche nel mondo del lavoro, la sostenibilità aziendale è una scelta di campo ben precisa, fare utili è importante ma curare anche tutti quelli che lavorano nell’azienda e soprattutto attuare quell’economia circolare che consente anche di non disperdere energie nell’ambiente è altrettanto fondamentale. Un’azienda che abbraccia questa sostenibilità significa che è al passo coi tempi anche perché l’Europa, e lo stesso governo italiano hanno dei provvedimenti di premialità nei confronti delle aziende che attuano la sostenibilità aziendale.
La sostenibilità aziendale quindi è uno dei pilastri fondamentali del futuro delle nostre aziende chi non attuerà la sostenibilità aziendale rimarrà molto indietro, quindi il primo concetto è avere una cultura di sostenibilità ben precisa che portata in economia significa attuare un sistema, un meccanismo di economia circolare all’interno del quadro economico dove fare utili non significa uccidere tutto quello che c’è intorno, dunque questa cultura è fondamentale per il futuro delle nuove aziende.
Federica Barberis
Nell’ambito del mondo del lavoro sempre più spesso oggi si confonde la flessibilità lavorativa con il precariato, questa questione riguarda particolarmente la nostra generazione e la generazione Z, secondo Lei qual è una buona strategia per combattere il precariato giovanile?
La flessibilità è un valore che si può attuare quando si vive in un sistema armonioso, un sistema dove la politica è regolatrice non è parte della partita, quindi la politica deve ritornare al suo giusto posto quello di regolare le forze in campo.
La flessibilità del lavoro è uno strumento importante perché quando c’è un sistema armonioso la persona può scegliere il lavoro, può scegliere di lavorare un anno qua e un anno là, magari all’estero, il precariato è invece la morte del lavoro, dell’impresa e della cultura del lavoro in quanto tale. Pensate che in Italia ci sono oltre 3 milioni di precari, cioè quelle persone che hanno un lavoro incerto, non possono costruirsi un progetto di vita e questa è una delle battaglie fondamentali che noi dobbiamo fare con l’aiuto della microfinanza ma anche con quello della politica legata all’economia sociale, quindi come si batte il precariato? Intanto si batte creando le coscienze, non bisogna fermarsi accettando supinamente un lavoro di questo tipo, ma cercare di evolversi nell’impresa e per quelli che non riescono a fare impresa, bisogna che le organizzazioni sindacali inizino a lavorare con le organizzazioni sociali insieme alla politica per superare questa odiosa pratica del precariato che può essere utile per brevi periodi ma non può essere un progetto di vita.
In Italia ci sono la mobilità e la flessibilità che sono argomenti importanti, però io sono tra quelli che pensa che dobbiamo in qualche modo superare questa vicenda, ma qui ci vuole un’azione di governo, perché molte aziende non hanno un sostegno vero. Vedo che ci sono tanti strumenti oggi a sostegno del lavoro ma il sostegno del lavoro va fatto per abbattere il costo del lavoro, perché se noi interveniamo e alimentiamo le iniziative che promuovono il precariato anche con cooperative, azioni di questo tipo non potranno mai migliorare le cose. In molte occasioni dipende dal lavoratore se vuole evolversi e andare a cercare di meglio ma ci sono persone che si adagiano, rinunciano, invece no, c’è sempre qualcosa da fare in più.
Francesco Musicò
Presidente, in che modo il microcredito o la microfinanza possono operare in ottica di economia circolare?
L’economia lineare è produrre, consumare e buttare, detto in parole semplici, l’economia circolare è produrre e far durare quel bene il più possibile, senza smaltirlo in maniera impropria nell’ambiente.
Sostenendo, per esempio, tutte quelle iniziative nel settore dei rifiuti, settore ormai fondamentale dell’economia circolare.
Il microcredito può intervenire a sostegno di tutte quelle azioni necessarie affinché l’economia circolare sia culturalmente assorbita nelle menti dei nostri giovani.
Dopodiché c’è sempre questo aspetto fondamentale che alla base ci deve essere una cultura di tutela del pianeta, non possiamo parlare solo della nostra città, abbiamo dei temi importanti di tutela dell’ambiente, tutela della nostra storia e quando la nostra storia si unisce col futuro si crea un metallo forte, un metallo che dobbiamo continuare a forgiare, quindi l’economia circolare è la tutela dell’ambiente, la tutela di quello che abbiamo e il superamento progressivo dell’economia lineare che ovviamente ha creato tanti danni per l’ambiente e ne stiamo subendo ancora gli effetti.
Il microcredito è uno degli strumenti per l’attuazione vera, propria, culturale, operativa e materiale dell’economia circolare.
Federico Castorami
Presidente, io appartengo alla Generazione Z, Le chiedo come il microcredito può essere utile alla mia generazione?
Non vi nego che io sono un po’ preoccupato, il vero patrimonio che abbiamo è il capitale umano di una comunità, di una società, il capitale umano è forgiato con la formazione, con la consapevolezza di vivere in un sistema sostenibile. La generazione Z, secondo il mio parere, deve guardare oltre il momento attuale, capire cosa succederà tra 20-30-40 anni e sarà la classe dirigente non di domani ma di ora. Non credo a quelli che dicono che bisogna investire sui giovani perché domani, domani, domani… No i giovani devono essere coinvolti adesso nel loro futuro. Quindi il microcredito è un elemento fondamentale, operativo così come la microfinanza, per sostenere le iniziative della generazione Z di tutti quei giovani che potranno intercettare i nuovi bisogni, perché oggi non c’è sintonia tra generazione Z e l’attuale comunità, l’attuale asse socio governativo che c’è oggi? Non c’è perché nessuno li capisce, perché stanno probabilmente un passo avanti a tutti e dobbiamo quindi noi fare uno sforzo, i governi a livello mondiale e anche le amministrazioni locali, dobbiamo fare uno sforzo per capire che la generazione Z è il futuro e quindi va sostenuta anche nelle idee che noi non condividiamo, perché ci sono tante sensibilità che non vengono colte. Quando sento dire: “Ma i giovani non partecipano alla politica”, non partecipano perché non gliene frega niente, perché probabilmente non si sentono in sintonia e quindi è importante un’integrazione per garantire il passaggio indolore verso il nuovo mondo, un nuovo mondo che spero sia migliore di quello che possiamo lasciare ma questa è una storia che vedremo e scriveremo insieme.
Il microcredito è utile per tutte le generazioni, è quel ponte che lega le generazioni, in Italia abbiamo fatto un’operazione straordinaria, ma voi sapete che ogni buona azione non rimarrà impunita in Italia, probabilmente le cose buone non vengono mai in risalto, si parla solo di quello che non funziona, ecco il microcredito e la microfinanza sono degli strumenti che si basano anche sulle vecchie culture, ricordate Yunus, il Premio Nobel, lui è stato importante, ma in Bangladesh, per modelli che non sono replicabili sul nostro sistema. Dal canto suo l’Italia è stato uno dei Paesi pionieri con le banche di pegno, con le banche rurali, poi siamo passati a fare una legge per il microcredito pubblico, da non confondere con il microcredito bancario, che sono due cose diverse.



