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Tiziana Lang Ricercatrice ANPAL, esperta di politiche del mercato del lavoro

Banking, microfinance, recovery & resilience, NRP, investments’ areas, inclusion, missions & components, milestones & targets. The relationship between banks and microfinance institutions is still a topical issue. The article illustrates some aspects of the debate over time as well as contributions on the topic from scholars, stakeholders, and the European Commission. Finally, it outlines the framework of interventions of the NRP and the objectives to the achievement of which microfinance institutions could contribute and from which microcredit beneficiaries could benefit. parole chiave: microcredito, banche, microfinanza, ripresa e resilienza, pnrr, autoimpiego, ambiti di investimento, inclusione.

Sommario 1 Un dibattito aperto 2 Gli ultimi dati sul microcredito 2.1 Sviluppi chiave e prospettive per il settore europeo della microfinanza 2.2 Le attività della Commissione europea in campo finanziario 3 Quale contributo della microfinanza alla ripresa e resilienza 1. Un dibattito aperto Nell’affrontare il tema del contributo che il settore del microcredito può offrire alla ripresa post-pandemia per una società più resiliente, appare opportuno richiamare alcuni spunti del dibattito in corso da anni su microfinanza, banche e intermediari finanziari, nonché alcune evidenze da ricerche e studi condotti a livello europeo. Come evidenziato da La Torre1 , il microcredito ha sperimentato nel tempo significativi cambiamenti riguardo sia ai beneficiari sia all’offerta di prodotti. Non più solo i poveri dei Paesi in via di sviluppo e non più solo microcredito: “modern microfinance offers more alternatives compared to the past experience of microcredit as it: targets a wider potential number of beneficiaries; tailors interventions to the effective needs and characteristics of clients and in selected intervention areas; allows for more structured financial and technical assistance”2 . Le istituzioni non profit e i donatori sono stati affiancati dalle istituzioni di microfinanza (MFI), dalle banche e dagli altri intermediari finanziari tradizionali. In un mercato che diversifica offerta, target e tipologia di stakeholder il rischio è di perdere le caratteristiche distintive dello strumento originario, ossia, l’eticità e la tempestività. Nella mediazione tra obiettivi di sostenibilità e perseguimento degli obiettivi sociali risiede uno dei principali compromessi della microfinanza, come dimostra l’esistenza contemporanea di istituzioni che si concentrano sulla dimensione sociale e di altre (banche, intermediari finanziari) che guardano più alla dimensione economica. L’analisi dei fattori determinanti della sostenibilità e della ricerca di nuovi mercati e prodotti ha dimostrato che questi obiettivi apparentemente contrastanti possono essere affiancati: “Encouraging the development of microfinance, today, means especially to find operational and managerial models able to yield balanced cooperation between the non-profit system and the traditional financial system.”

Alcune a n a l isi sostengono che non si possa parlare di un mercato unico della microfinanza nell’UE in grado di offrire i vantaggi competitivi di una vera e propria industria, poiché, da un lato, non esiste una regolamentazione specifica a livello dell’Unione e, dall’altro lato, non sono disponibili dati consolidati sui risultati conseguiti dalle istituzioni di microfinanza. Piuttosto, la microfinanza è ancora identificata con l’insieme di politiche pubbliche che hanno l’obiettivo di supplire ai vuoti del settore finanziario-bancario per superare i fallimenti di mercato e, al contempo, assicurare strumenti di contrasto alla povertà, per l’inclusione sociale e finanziaria. Proprio gli interventi pubblici a garanzia del microcredito e gli strumenti di welfare contro la povertà (sussidi, sostegno al lavoro autonomo, etc.) sembrerebbero essere scarsamente correlati, se non in contrasto, con la mission delle istituzioni di microfinanza. In relazione alla lamentata assenza di regolamentazione specifica c’è da considerare, tuttavia, che già nel 2010 il Comitato di Basilea, nel valutare l’applicazione dei principi fondamentali per un’efficace supervisione bancaria al settore della microfinanza, in considerazione della peculiarità della materia, ritenne di indicare la necessità di propendere per una regolamentazione e vigilanza bilanciata sulle istituzioni del settore4 . Secondo lo European Microfinance Network (EMN) 5 , che conduce regolarmente indagini sulla cornice legale del microcredito in Europa, è fondamentale identificare le buone pratiche sviluppate negli Stati membri dell’Unione europea per comprendere benefici e limiti di ciascun approccio legislativo in relazione allo sviluppo del settore, alle istituzioni di microfinanza (MFI) non bancarie e, in particolare, all’inclusione finanziaria dei più vulnerabili tra i beneficiari. Ancora nel 2020, la Commissione Europea segnala la grande varietà di regolamenti nazionali riguardanti la fornitura di microfinanza. Un gran numero di Stati membri dell’Unione ha inserito nel proprio quadro legislativo la fornitura di microcredito direttamente da parte di fornitori non bancari, tuttavia, in alcuni Paesi ciò non è possibile (ad es. Germania, Grecia e Serbia). In Germania, ad esempio, le banche sono le uniche entità che possono svolgere tutte le attività di prestito, e i fornitori non bancari devono agire come agenti. Altrove, sono solo le banche ad emettere prestiti, ma possono cooperare con i fornitori non bancari (Grecia, Serbia) o con le organizzazioni sociali, laddove i primi non sono previsti dall’ordinamento (es. Portogallo). In precedenza, lo European Microfinance Network aveva indirizzato alla Commissione Europea un position paper (2014) con il quale, chiedeva di rivedere la definizione di microcredito e microfinanza, per differenziare più chiaramente il primo dal credito bancario e farlo corrispondere ai bisogni reali di inclusione finanziaria dei beneficiari, specificandone il target di popolazione (esclusa dall’accesso al credito) e l’obiettivo sociale, e comprendendo nella definizione di microfinanza anche i “servizi di sviluppo aziendale”. Inoltre, nel position paper si ribadiva che in considerazione del tessuto imprenditoriale del continente, con oltre il 90 per cento delle imprese europee di piccolissime dimensioni e spesso senza dipendenti, che il più delle volte non riescono ad accedere al credito, sarebbe stato opportuno includere la domanda delle micro e PMI nella domanda totale del mercato dei capitali, nonché di inserire il microcredito tra i destinatari dei regolamenti sulla libera circolazione dei capitali e dei servizi (CMU); tale inserimento, secondo gli estensori del position paper, avrebbe garantito alle istituzioni di microfinanza la possibilità di offrire servizi transfrontalieri e aprire agenzie in più paesi membri. Il Codice europeo di buona condotta per gli erogatori di microcredito, strumento volontario6 nato nel 2011 e aggiornato nel 2020, si fonda sulle migliori prassi riconosciute nel settore della microfinanza ed è divenuto nel tempo un marchio di qualità riconosciuto a beneficio di clienti, investitori, finanziatori, proprietari, enti regolatori e organizzazioni partner. Il Codice rappresenta un punto di riferimento per le istituzioni di microfinanza, grandi e meno grandi. Eppure, anch’esso è stato oggetto di critiche a causa dei sempre più sofisticati requisiti di conformità che possono creare barriere all’ingresso dal punto di vista della capacità istituzionale delle istituzioni di microfinanza piccole e medie, difficoltà superabili solo nel medio termine a causa della ancora importante dispersione territoriale dei potenziali concorrenti. Tale aspetto è richiamato anche nel rapporto pubblicato dalla Commissione Europea nel 2020 sugli sviluppi e prospettive del settore europeo della microfinanza7 , laddove tra i principali bisogni espressi dai fornitori non bancari per la capacity building tra le forme di assistenza non finanziaria, si indica la consulenza per la conformità al Codice. 2.gli ultimi dati sul microcredito e la microfinanza Il più recente rapporto pubblicato dalla Commissione Europea sul settore della microfinanza risale a maggio 2020. Si tratta di una fotografia della microfinanza nell’Unione Europea con un’interessante analisi del mercato e delle possibili piste di sviluppo per la programmazione 2021-2027 ma, in considerazione degli sviluppi seguiti alla diffusione della pandemia da Covid19, anche per l’attuazione delle politiche e programmi messi in campo dall’Unione a favore della ripresa e resilienza del tessuto produttivo e sociale degli Stati membri. Di seguito si presentano i principali sviluppi e prospettive individuati dal rapporto e, a seguire, il possibile contributo del microcredito e della microfinanza al Piano di ripresa e resilienza italiano in base all’analisi delle missioni, investimenti e riforme previsti, nonché delle risorse dedicate.

2.1 sviluppi chiave e prospettive per il settore europeo della microfinanza Sono tre in particolare le tendenze macroeconomiche che, secondo gli estensori del rapporto8 , potranno influire anche sul settore della microfinanza europea, ossia, il progressivo invecchiamento della popolazione europea, la pressione migratoria e la trasformazione digitale. L’aumento della popolazione anziana, in particolare nel nord Europa e nei Paesi occidentali, e i bassi tassi di natalità comportano, oltre all’ampliamento del tasso di pensionati, una progressiva riduzione della popolazione in età lavorativa, quindi anche degli imprenditori e lavoratori autonomi. L’afflusso notevole di migranti e rifugiati degli ultimi anni, che si è distribuito difformemente nel territorio dell’Unione con Paesi che in termini assoluti hanno assorbito quote maggiori (Germania, Francia, Regno Unito) e Paesi che, in termini relativi, sono stati più colpiti in ragione della minore entità del totale della popolazione (Malta, Cipro), ha fatto emergere le necessità di servizi di tipo finanziario per questo gruppo di potenziali beneficiari: “For asylum seekers and refugees to have a better and more dignified future for themselves and their families, they need access to work and employment, identity documents, etc. Access to adequate financial services represents a further crucial component for building a future for themselves and their families”9 . Infine, il cambiamento che la trasformazione digitale porta con sé. Il rapporto constata come il rapido affermarsi della tecnologia finanziaria (fintech) e il diffondersi delle piattaforme di crowdfunding colpiscano indifferentemente il settore bancario tradizionale e la microfinanza. Le sfide che queste tendenze lanciano all’UE sono particolarmente evidenti nei Paesi con un tasso di informatizzazione dei servizi finanziari ancora basso che presentano un minore accesso ai conti bancari, un uso irrilevante dei servizi finanziari digitali e, di riflesso, un livello di alfabetizzazione finanziaria scarso (digitale) 10 . L’effetto di tali “ritardi” ricade in particolare sulle micro-imprese di questi territori che avranno bisogno di essere affiancate per fronteggiare la digitalizzazione bancaria e comprendere (e far comprendere) agli operatori Fintech i bisogni in termini di transazioni e strumenti finanziari per la microfinanza. Un’ulteriore tendenza nel mercato del microcredito, indicata dal rapporto, è la crescente importanza attribuita alla sostenibilità degli investimenti con particolare attenzione ai temi dell’impatto zero sull’ambiente e della parità di genere (nel rapporto si cita la gender-smart investing che si riferisce agli investimenti in aziende, organizzazioni e fondi che adottano politiche interne per la parità di genere e la promozione delle donne (impatto positivo su queste ultime) da parte delle politiche e dei finanziatori istituzionali e non. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza l’obiettivo della transizione verde riveste un ruolo centrale dovendo attrarre almeno il 30 percento delle risorse degli investimenti previsti. Nel prossimo paragrafo si illustrano le missioni e gli interventi del Piano che maggiormente si prestano a favorire lo sviluppo della microfinanza nel nostro Paese e, viceversa, che più possono contribuire al conseguimento degli obiettivi fissati. Una possibile criticità messa in luce dal rapporto attiene alla difficoltà rilevata nelle istituzioni finanziarie europee di sviluppare prodotti e servizi su misura per le microimprese che hanno adottato o intendono adottare tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico. Ma non solo: anche l’offerta rivolta alle donne e ai migranti e rifugiati dovrebbe essere ripensata con un’offerta di condizioni di prestito più flessibili (a causa della mancanza di garanzie o di flussi di reddito irregolari) e prodotti di prestito più fattibili (meno complessi). Al di là degli strumenti di garanzia attualmente forniti, nel rapporto si ipotizza che i fornitori non bancari possano riuscire a colmare i fallimenti di mercato11 rispondendo all’aumento della domanda sotto forma di strumenti finanziati, capitale mezzanino e finanziamento azionario. I costi di finanziamento degli intermediari finanziari sono destinati ad aumentare a causa dei cambiamenti normativi (introduzione di una regolamentazione più rigorosa del settore finanziario, ad esempio, Basilea III) e all’aumento possibile dell’inflazione. Ciò comporterà una minore disponibilità, o maggior costo, del finanziamento del debito e una maggiore cautela delle banche nel servire il mercato della microfinanza, pertanto, aumenterà il ricorso al finanziamento del debito non di mercato nel periodo 2021-2027 da parte dei fornitori non bancari (ad esempio, da parte del programma InvestEU). 2.2 le attività della commissione europea in campo finanziario Nel periodo 2020-2024 la Commissione Europea, Direzione generale della Stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali (DG FISMA), su indirizzo del vicepresidente Dombrovskis, indirizza la propria azione al raggiungimento dell’obiettivo di una “economia che funziona per le persone”. Al centro del programma pluriennale, un sistema finanziario stabile e competitivo in grado di sostenere l’economia europea e la crescita sostenibile a beneficio di tutti i cittadini dell’UE. Lo scoppio della pandemia da Covid19 ha presentato una sfida senza precedenti per l’economia sociale di mercato che caratterizza l’Europa e il suo sistema finanziario. Alla quale l’Unione ha risposto con decisione avviando azioni volte a stabilizzare il sistema e migliorarne la resilienza, promuovendo al contempo l’integrazione transfrontaliera. La strategia pluriennale dell’UE in questo ambito mira a conseguire sei obiettivi specifici, dei quali il primo e il quarto rilevano per il settore della microfinanza e per gli obiettivi di sostenibilità sottesi. Nel primo obiettivo, la Commissione ritiene che la crescita sostenibile sia favorita dal conseguimento del mercato unico dei capitali poiché facilita l’accesso a finanziamenti innovativi, in particolare per le start-up, e accresce la coesione territoriale garantendo la parità di accesso agli investimenti e alle opportunità di finanziamento per i cittadini e le imprese in tutta l’Unione (upward convergence). Infatti, l’attuale eterogeneità dei mercati dei capitali nell’UE è di ostacolo all’accesso ai finanziamenti del mercato per le imprese e le famiglie conservando la dipendenza dell’economia dal finanziamento bancario. A titolo esemplificativo di un’azione unitaria in risposta alle esigenze di imprese e famiglie, nel mese di aprile 2020 la Commissione ha adottato il cosiddetto “pacchetto bancario”, entrato in vigore nel successivo mese di giugno, che ha introdotto adattamenti mirati e temporanei del quadro prudenziale al fine di contrastare le conseguenze socioeconomiche derivanti dallo scoppio della pandemia da Covid-19 e garantire che il sistema finanziario aiutasse le imprese e le famiglie limitando gli effetti del turbamento economico in atto. Il quarto obiettivo, invece, prevede di conseguire un aumento della disponibilità di capitali privati per gli investimenti relativi agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile (neutralità climatica entro il 2050), e poggia su un’azione di stimolo del sistema finanziario in linea con la comunicazione della Commissione sul Green Deal (2019), con l’introduzione di etichette e standard per prodotti finanziari sostenibili (obbligazioni verdi dell’UE) e con l’ulteriore sviluppo della tassonomia UE per le attività sostenibili 12 in collaborazione con la società civile. La finanza sostenibile svolge un ruolo essenziale nel migliorare la resilienza dei nostri sistemi finanziari e nel cogliere le opportunità connesse alla transizione verde (a basse emissioni di carbonio). Non si tratta di coinvolgere solo i grandi investitori ma di mobilitare tutto il capitale privato per facilitare la transizione verso un’economia neutrale dal punto di vista climatico di tutta la società. Tra gli obiettivi che la Commissione si pone per il 2021 rientrano la revisione della direttiva e del regolamento relativi ai mercati degli strumenti finanziari (carattere legislativo, con una valutazione d’impatto, articolo 114, TFUE, quarto trimestre 2021); e il contributo all’attuazione del Piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali lanciato dalla Commissione nel primo trimestre 202113 . Infine, con un occhio alle raccomandazioni del Rapporto della Commissione per il futuro della microfinanza nell’Unione (si veda par. 2.1), è bene rammentare l’obiettivo indicato a giugno 2020 dal forum ad alto livello sull’Unione dei mercati dei capitali 14 in merito alle conoscenze e competenze finanziarie, che mira ad ampliare la competenza finanziaria degli investitori e dei cittadini attraverso la revisione della raccomandazione del Consiglio “Competenze chiave sull’apprendimento permanente”15 e l’aggiornamento della comunicazione della Commissione su “Una nuova agenda delle competenze per l’Europa”16 entro la fine del 2024. La revisione del quadro normativo di riferimento dell’Unione Europea in materia di competenze finanziarie fornisce la base per il quadro sulla competenza finanziaria dell’UE, da sviluppare entro fine 2022. Indicatore e test dovrebbero essere verificati entro la fine del 2022 ed entro il 2023 dovrebbero essere istituti i gruppi di esperti degli Stati membri che dovranno favorire l’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici. Quanto alla disponibilità di finanziamenti di livello comunitario, la Commissione continuerà a sostenere la microfinanza dopo il 2020 attraverso il programma InvestEU17 . Inoltre, la proposta di bilancio della Commissione che riunisce lo strumento Next Generation EU per la ripresa e resilienza e il nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027 presenta un ambizioso pacchetto di misure che andrà a investire anche nella riparazione del tessuto sociale dell’Unione, del quale è parte integrante il settore della microfinanza che potrà così contribuire all’impegno per la ripresa. 3. il contributo della microfinanza all’attuazione degli obiettivi del pnrr Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) “Italia Domani” rappresenta una grande opportunità per l’Italia, per i suoi cittadini e le sue imprese. La sua attuazione richiede la piena collaborazione di tutte le istituzioni del paese al fine di garantire un utilizzo efficace delle risorse a beneficio delle generazioni future. Il Piano è stato inviato dal Governo alla Commissione Europea a fine aprile, e dopo un breve negoziato, è stato approvato formalmente dal Consiglio dei ministri dell’economia e delle finanze dell’Unione Europea il 22 giugno 202118 . Nel mese di agosto, la Commissione Europea ha

N. 36 55 OBIETTIVI DELLA PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE DG FISMA Maggiore integrazione dei mercati finanziari dell’UE e maggiore liquidità, per nuove opportunità di investimenti e finanziamenti transfrontalieri per i cittadini e le imprese. Tutela e miglioramento della stabilità finanziaria grazie ad una supervisione efficiente e a meccanismi di gestione delle crisi, per assorbire gli shock e diversificare i rischi, accompagnato dalla lotta globale al riciclaggio e al finanziamento delle attività terroristiche. Rafforzamento della fiducia e della protezione dei consumatori e degli investitori sui mercati finanziari europei, così come dell’integrità del mercato. Aumentata disponibilità di capitale privato per gli investimenti sostenibili. Ampio utilizzo delle opportunità della tecnologia digitale per implementare una digitalizzazione sicura, competitiva e inclusiva dei servizi finanziari Rafforzamento della sovranità e della competitività del sistema finanziario dell’UE in un ambiente internazionale complesso disposto il pagamento del prefinanziamento di 24,9 miliardi di euro in favore dell’Italia19 concludendo così la fase di definizione e valutazione delle misure del Piano avviata ad aprile. Un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze ha assegnato alle amministrazioni centrali titolari di interventi nel PNRR, le risorse finanziarie previste per l’attuazione degli stessi ripartendo altresì i traguardi e gli obiettivi che concorrono al raggiungimento delle quote semestrali di finanziamento, da richiedere alla Commissione, come indicate nella Decisione del Consiglio europeo di luglio scorso20 . I milestone (traguardi) e i target (obiettivi) del Piano che saranno oggetto di verifica da parte della Commissione per dare corso ai successivi versamenti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza sono 527 (su un totale che sfiora il migliaio) 21 . Quelli da centrare entro il 2021 sono cinquantuno, dei quali tredici risultano conseguiti a settembre 2021: 5 investimenti (pari al 21% del totale) e 8 riforme (pari al 30% del totale). Il decreto innesca il processo di attuazione finanziaria del Piano, poiché grazie alla piena disponibilità delle risorse le amministrazioni potranno attuare i rilevanti investimenti previsti nei vari settori dell’economia. Le risorse complessive del PNRR, da decreto, ammontano a 191,5 miliardi di euro che saranno impiegati per finanziare nuovi progetti per un valore di 124,5 miliardi; 51,4 miliardi per i progetti in essere; e 15,6 miliardi per i progetti cofinanziati con altre risorse (Sviluppo e coesione). Nella figura si propone la rappresentazione grafica per Missioni dal portale “Italia domani”. Le linee di azione del Piano, come noto, si sviluppano intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Le sei “Missioni” del Piano sono allineate con quanto previsto dal Regolamento istitutivo del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Ciascuna missione è suddivisa in “componenti”, “misure” e “sotto-misure”. Le componenti 16 e sono ripartite in “riforme” e “investimenti” in base alla finalità, che nel caso delle prime è di tipo qualitativo, con il raggiungimento di milestone o traguardi oggettivamente verificabili nell’ambito di attuazione degli interventi (per esempio l’emanazione di un decreto ministeriale attuativo di una legge) e nel caso dei secondi è di tipo quantitativo, con target o obiettivi concreti anch’essi oggettivamente verificabili (per esempio il numero di imprese che saranno finanziate con uno specifico incentivo, indicatore fisico). Il Piano comprende 63 riforme e 134 investimenti, le misure sono 197. Nell’attuare le sei missioni deve essere garantito il rispetto di alcuni principi trasversali: a) non causare danni ambientali 22 ; b) valorizzazione e nuove opportunità per i giovani; c) parità di genere; d) tracciare gli effetti su clima e digitalizzazione; e) riduzione dei divari territoriali. Da una attenta rilettura del Piano e del decreto del Ministro dell’economia e finanze del 6 agosto scorso (in particolare le tabelle A) e B) allegate al decreto) è possibile ricostruire il quadro delle componenti che possono avere un impatto sul settore della microfinanza e sui beneficiari di microcrediti. Ci riferiamo, ad esempio, alla Missione 1, Componente 3 (M1C3) rivolta al settore del Turismo e Cultura 4.0 con una dotazione complessiva di circa 6,7 miliardi di euro. All’interno della missione è previsto un decreto del ministro della cultura di assegnazione delle risorse a circa 250 comuni per il miglioramento dell’attrattività dei borghi 23 (il 37% degli interventi dovrà essere realizzato nelle regioni meno sviluppate). I comuni destinatari delle risorse dovranno sostenere almeno 1.800 piccole e medie imprese per progetti nelle Piccole Città Storiche (il target misura il numero di interventi conclusi per la valorizzazione dei siti culturali e turistici), dimostrati da singoli certificati di regolare esecuzione: restauro e riqualificazione di beni culturali, edifici destinati a servizi culturali e turistici, pic2021 • N. 36 57 Fonte: MEF, 2021 LE MISSIONI DEL PNRR Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. Rivoluzione verde e transizione ecologica Infrastrutture per una mobilità sostenibile Istruzione e ricerca Inclusione e coesione Salute cole infrastrutture turistiche. Tra le azioni previste anche il sostegno alle imprese culturali, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali dei territori. Sempre nell’ambito della M1C3 è presente l’investimento 4.2 “Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche” che prevede l’adozione di una politica di investimento per il Fondo Nazionale del Turismo e per il Fondo tematico della Banca europea per gli investimenti dotati, rispettivamente, di 150 milioni e 350 milioni a sostegno del capitale. A questi si affiancano l’intervento del Fondo di garanzia per le PMI, l’intervento di un Fondo rotativo e un credito di imposta per gli interventi di riqualificazione delle strutture ricettive turistiche. In totale, l’investimento conta di raggiungere oltre 15mila imprese beneficiarie. Nell’ambito della Missione 2, dedicata alla transizione verde, la componente 1, contiene una riforma per la definizione di una Strategia nazionale per l’economia circolare entro giugno 2022. Il decreto ministeriale dovrà includere, secondo quanto riportato nelle schede tecniche del PNRR, alcune misure di interesse per i beneficiari di microcredito, ad esempio: un nuovo sistema di tracciabilità digitale dei rifiuti per lo sviluppo di un mercato secondario delle materie prime (definendo un quadro chiaro per l’approvvigionamento di materie prime secondarie) e per la prevenzione e la lotta contro la gestione illegale dei rifiuti; incentivi fiscali a sostegno delle attività di riciclaggio e utilizzo di materie prime secondarie; diritto al riutilizzo e alla riparazione. La Missione 4, dedicata all’istruzione e ricerca, alla componente 1, prevede un Piano per l’attivazione di nuovi posti per i servizi di educazione e cura per la prima infanzia, che dovrebbe portare alla creazione di almeno 264mila nuovi posti per bambini della fascia 0-6 anni negli asili nido e scuole d’infanzia. L’obiettivo del Piano per la costruzione e la riqualificazione degli asili nido è l’aumento dei posti disponibili, tramite il potenziamento del servizio educativo per la fascia 0-6 anni. La microfinanza può essere di supporto al processo, nel dare vita a nuovi strumenti finanziari finalizzati all’avvio o ampliamento di servizi educativi per la prima infanzia. La Missione 5, dedicata all’inclusione e coesione, contiene al suo interno diverse riforme e investimenti che potrebbero impattare sia sul settore sia sui beneficiari di strumenti di microfinanza. Ci riferiamo, ad esempio, alla M5C1 che prevede la riforma delle politiche attive del lavoro e della formazione con l’istituzione del programma nazionale “Garanzia di occupabilità dei lavoratori - GOL” entro la fine del 2021. Il programma, che si ispira al modello di collaborazione istituzionale sperimentato in Italia con la “Garanzia per i giovani” si fonderà sull’adozione di standard comuni e uniformi in tutto il territorio nazionale per l’erogazione di servizi per l’impiego personalizzati, compreso l’upskilling e reskilling delle competenze digitali. Un forte orientamento alle categorie più vulnerabili nel mercato del lavoro caratterizzerà l’azione del programma (disoccupati di lunga durata, giovani Neet e inattivi, donne disoccupate o inattive, migranti, beneficiari di ammortizzatori sociali entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione) e le politiche attive che saranno offerte ai beneficiari, tra queste è possibile immaginare anche la presenza di un sostegno all’avvio di lavoro autonomo e di microimpresa con il ricorso a strumenti di microfinanza appositamente avviati a livello nazionale o sui territori. Sempre la Missione 5, componente 1, prevede la costituzione del Fondo Impresa Donna a supporto del “Fondo a sostegno dell’impresa femminile”, di cui all’articolo 1, commi 97-108, della legge 30 dicembre 2021, n. 178, nonché dello strumento finanziario “Nuove imprese a tasso zero” per le sole attività autonome e microimprese avviate da donne. Infine, la Missione 5, alla componente 3, presenta un investimento destinato al potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità nelle “Aree interne”24 . È prevista la creazione di nuovi servizi e infrastrutture o il miglioramento di quelli esistenti, attraverso un aumento del numero di destinatari o della qualità dell’offerta. Tra i possibili interventi anche quelli di riabilitazione e rivalutazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, attraverso: la creazione di strutture, residenze sociali/sanitarie, centri diurni, co-alloggi sociali per sostenere l’inclusione sociale delle persone che vivono in condizioni di esclusione; la rigenerazione degli spazi pubblici finalizzati al miglioramento dei servizi sociali ai cittadini; la creazione di spazi di aggregazione socio-culturale per i giovani gestiti da associazioni di volontariato; l’utilizzo dei beni come caserme, stazioni di polizia, protezione civile per promuovere la legalità e la sicurezza territoriale. Nel Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza sono presenti, come visto, diversi interventi diretti al tessuto imprenditoriale del Paese. Anche le micro, piccole e medie imprese, i beneficiari di microcredito e di altri strumenti finanziari potranno avvalersi delle opportunità che le amministrazioni centrali, regionali e locali sapranno introdurre, anche in collaborazione con il privato 58 MICRofINANzA 2021 • N. 36 59 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE AA.VV., A new vision for Europe’s capital market. Final Report of the High-Level Forum on the Capital Markets Union, Brussels, 2020. AA.VV., Microfinance in the European Union: Market analysis and recommendations for delivery options in 2021-2027, rapporto per la Commissione europea, Bruxelles, 2020. Burlaco, C., European Microfinance – a real industry?, Fundación Afi, 2018. European Commission, Strategic Plan 2020-2024 DG FISMA, 2020. Lang, T., “Il Recovery Plan per la microfinanza”, in Microfinanza, n. 30, Anno VIII, 2020. La Torre, M., Vento, G., Banks in the Microfinance Market, in Frontiers of Banks in a Global Economy, 2008. Ruesta, C., Benaglio, N., Microcredit regulation in Europe: An overview, EMN, 2021. NOTE 1 La Torre M., Vento G., Banks in the Microfinance Market, in Frontiers of Banks in a Global Economy, 2008. 2 Ib. 3 Ib. 4 Comitato di Basilea, Microfinance activities and the Core Principles for Effective Banking Supervision, 2010. 5 Ruesta, C., Benaglio, N., Microcredit regulation in Europe: An overview, Brussels, 2020. 6 Commissione europea, European Code of Good Conduct for Microcredit Provision, 2020. 7 AA.VV., Microfinance in the European Union: Market analysis and recommendations for delivery options in 2021-2027, rapporto per la Commissione europea, Bruxelles, 2020. 8 Il rapporto è stato commissionato dalla Commissione europea a un RTI costituito dalla Frankfurt School of Finance & Management, dalla European Microfinance Network e dal Microfinance Centre. 9 Ib. p. 32. 10 Grecia, Italia ed Europa sud-orientale. 11 Nel Rapporto pubblicato dalla Commissione si legge che i fallimenti del mercato possono causare uno squilibrio tra la domanda (potenziale) di microfinanza e l’offerta proveniente dalle istituzioni finanziarie. All’interno dell’UE, natura e portata dei fallimenti del mercato variano tra gli Stati membri dell’UE a causa, tra le altre cose, delle differenze di sviluppo economico, del livello di sviluppo del settore finanziario nazionale, del contesto normativo e delle infrastrutture commerciali. I fallimenti di mercato più notevoli, secondo i dati presentati, si trovano nei mercati ancora immaturi dell’Europa centrale e orientale, dove la mancanza di informazioni (per quanto riguarda la registrazione finanziaria e i dati sul credito) e l’asimmetria dell’informazione (tra istituzione finanziaria e imprenditore) sono più notevoli. 12 COM (2021) 188 final del 21 aprile 2021, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla Tassonomia dell’UE, comunicazione societaria sulla sostenibilità, preferenze di sostenibilità e doveri fiduciari: dirigere i finanziamenti verso il Green Deal europeo. 13 COM (2021) 102 final del 4 marzo 2021, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, Piano d’Azione sul pilastro europeo dei diritti sociali. 14 AAVV, A new vision for Europe’s Capital Markets, Final Report of the High-level Forum on capital markets union, Brussels, 2020 (v. link https://ec.europa.eu/info/publications/cmu-high-levelforum_en). 15 Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2018/C 189/01). 16 COM (2020) 274 final del 1° luglio 2020, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni su un’Agenda per le competenze per l’Europa per la competitività sostenibile, l’equità sociale e la resilienza. 17 Si veda in proposito T. Lang, “Il Recovery Plan per la microfinanza”, in Microfinanza, n. 30, Anno VIII, 2020 18 COM (2021) 344 final “Decisione di esecuzione del Consiglio relativa all’approvazione della valutazione del Piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia”, 22 giugno 2021. 19 Di seguito il link al comunicato della Commissione europea del 13 agosto 2021 inerente l’assegnazione all’Italia del prefinanziamento del PNRR https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_4066. 20 Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 6 agosto 2021, “Attribuzione. 21 Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza. 22 Il principio guida del Do Not Significantly Harm (DNSH) è stato applicato nella valutazione condotta dalla Commissione a tutti gli investimenti e riforme, misure e sotto-misure del PNRR. 23 Gli indicatori statistici che dovranno essere considerati sono: entità demografica (comuni con pop. ​

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