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Emanuela Greco

Abstract Essere donna è una condizione di vantaggio e non di subalternità. Per questo motivo l’obiettivo fissato anche nell’agenda 2030 è quello di raggiungere un gender equality reale anche nella parità salariale. L’avvocata Irma Conti si batte da sempre nelle aule di giustizia e nelle associazioni come paladina dei diritti delle donne per costruire un mondo di pari opportunità che non veda più calpestati i diritti dell’individuo, di qualunque sesso. L’impegno della Conti nel sociale nell’ADGI, come nell’Ordine degli avvocati di Roma, è caratterizzato da uno spirito di intraprendenza, supportato da una solida esperienza nel mondo giuridico e da una buona politica di genere che deve essere necessariamente frutto di una economia sociale più equa.

Irma Conti è una avvocata del Foro di Roma, Presidente dell’Associazione Donne Giuriste Italia e Cavaliere della Repubblica per la lotta contro la violenza sulla donna. Si occupa in particolar modo di reati penali ed è autrice di numerose pubblicazioni e monografie in ambito penale e processuale, collabora attualmente con riviste scientifiche edite da Giuffré, Wolters Kluwer. In virtù della sua esperienza processuale, sostanziale, accademica e scientifica in diritto penale, nel 2020 le è stato conferito dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, il titolo di “Esperta in Diritto Penale”.

Di cosa si occupa L’Associazione Donne Giuriste Italia di cui Lei è Presidente, e qual è il suo impegno per le donne?

L’associazione Donne Giuriste Italia è un’associazione formata prevalentemente da libere Professioniste, da Avvocate, Magistrate, Accademiche e Notaie che prevalentemente svolgono la professione forense. Per raccontarle il mio impegno per le Donne dell’ADGI mi piacerebbe raccontarle dell’impulso che la Ministra Marta Cartabia, ci ha trasmesso durante l’incontro per gli auguri natalizi, in cui ci ha comunicato la sua vicinanza alle nostre battaglie. Questo è un aspetto importante per la nostra associazione, formata proprio da donne, amiche, colleghe, e socie che condividono in un unico gioco di squadra obiettivi convergenti, una pratica che dovrebbe essere la normalità per donne impegnate.

“NULLA CI È IMPOSSIBILE. DAVVERO”, Questo motto dove vi ha portate e per lei personalmente cosa significa?

Il Direttivo Nazionale che ho l’onore di presiedere, si è insediato il 22 Febbraio 2020, tra pochi giorni celebriamo i due anni, tutto ha inizio a pochi giorni dalla pandemia, a pochi giorni dal momento in cui tutto si è fermato, noi da quel momento ci siamo rimboccate le maniche, siamo partite con la modalità da remoto, facendo incontri per sostenere quel gioco di squadra che ci è necessario per recuperare il gap che il sistema vuole imporci, Il nostro obiettivo è quello di fare un piccolo passo alla volta per arrivare al gender equality.

Nulla ci è impossibile, davvero, proprio perché in noi c’è la competenza, la passione, la condivisione e il coraggio. Soprattutto perché, è vero che abbiamo attraversato una crisi economica che ci vedeva in criticità negli ultimi dieci anni, ma è anche vero che questa pandemia ci ha dato l’ennesima dimostrazione di come le donne sono state impegnate in prima linea nel loro lavoro e come purtroppo hanno dovuto sacrificarsi maggiormente, perdendo anche la propria occupazione.

Secondo lei, qual è il ruolo strategico della donna nella crescita economica e sociale?

Questa pandemia ha aperto come un vaso di Pandora: dobbiamo ancora registrare come la posizione femminile necessiti di supporto e quote rosa per emergere. Se vogliamo fare un solo esempio: le commissioni per le valutazioni del PNRR sono costituite da soli uomini. Personalmente il mio motto è: “Una buona politica di genere è una buona politica economica e sociale” questo perché come hanno detto il Presidente Draghi, il Presidente Mattarella e anche il Papa, dobbiamo essere lungimiranti, cioè la diversità, la condivisione, l’inclusione e l’aspetto sinergico devono supportare lo sviluppo del Paese, non vorrei più vedere contesti nei quali ci sono solo uomini o solo donne.

Secondo i dati dell’ADGI qual è la fotografia economica e sociale della donna in Italia?

Vorrei un suo commento su questa situazione.

Mi soffermerò, per quanto mi è più vicino, sulla fotografia economica e sociale della donna nel mondo della professione forense, e allora il gender gap della donna e dell’uomo della stessa età è del 50% vuol dire che un mio collega, ha un reddito superiore al mio del 50%, ciò non è giustificabile. Probabilmente ci sarà qualcuno molto più bravo di me, per tale motivo parlo di gender gap insensato, per questo dobbiamo rimuovere questo ostacolo pensando a un’equa contribuzione soprattutto sulla base del merito, delle competenze, così si vanterebbe un reale sviluppo del Sistema Paese, dell’Europa e del mondo.

Quando secondo Lei si riuscirà ad arrivare alla parità di genere?

In questo momento mi sento con lo stesso sprint di quando mi stavo laureando: la pandemia è stata una livella che ridà una possibilità a tutti allo stesso modo, per questo spero che non vi siano situazioni di assistenzialismo, ma che la gente abbia come obiettivo quello di sviluppare pari opportunità. Noi, come politica di genere nell’ambito delle professioniste, con la regione Lazio e con Eleonora Mattia che ha portato avanti questo percorso, abbiamo proposto che nel conferimento di un incarico vengano invitati a gara nella selezione finale un rappresentante di ogni genere per poter effettuare a pari condizioni una scelta opportuna.

Dovrebbe essere normalità …

Come ci suggerisce Cecilia Guerra, Sottosegretaria del Ministero delle Finanze: “dobbiamo camminare con un passo incessante”. Quel passo dobbiamo farlo perché unite siamo più forti. Molte donne devono sicuramente avere più consapevolezza delle proprie competenze ma gli uomini, al contempo dovrebbero comprendere che è necessario lavorare in partner con una donna, c’è spazio per tutti, sono certa che spenderemmo meno energia per avere un massimo rendimento, questo è il concetto stesso del benessere. Quando dico una buona politica di genere è una buona politica economica e sociale, è perché dovrebbe mettere in equilibrio, la realtà in cui viviamo. Dobbiamo lavorare tutti insieme per obiettivi, dobbiamo essere coerenti con noi stessi, dobbiamo educare i giovani e affrontare questi problemi in modo sistemico e strutturato, è necessario investire nella prevenzione sociale.

Lei è una Consigliera dell’Ordine degli Avvocati di Roma con cui l’Ente ha sottoscritto un memorandum d’intesa per la promozione della cultura micro finanziaria, vorremmo da lei una visione particolareggiata su come il Microcredito a suo avviso potrebbe sostenere l'autonomia, l'indipendenza socio economica delle donne, delle giovani professioniste e delle avvocate.

Il Microcredito potrebbe essere lo strumento per consentire di avviare quei percorsi che molte volte non si ha l’opportunità di intraprendere. Una donna che lavora, è una donna che ha una sua autonomia, è una donna che non è dipendente a livello economico da un uomo, è una giovane donna che può dar seguito al suo talento. Nell’ambito di ogni professione il sostegno all’economia, il Microcredito e la promozione della Microfinanza non possono che essere strumenti indispensabili.

A tal proposito vorrei farvi partecipi di una testimonianza di una donna vittima di violenza domestica. La sua professione le ha salvato la vita, infatti, una mattina mentre era sulla strada per andare al lavoro ha avuto il coraggio di andare a denunciare il suo aguzzino. Se non avesse avuto un lavoro, l’uomo non l’avrebbe mai fatta uscire di casa, e lei non avrebbe mai avuto l’occasione per salvarsi.

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