Dall’alfabetizzazione all’educazione finanziaria

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Saverio Rosa

Tutor ENM

Dall’Alfabetizzazione all’Educazione Finanziaria

Nonostante il nostro Paese sia tra le più evolute nazioni del mondo, affrontando i temi economici e soprattutto finanziari, sotto la superficie di luoghi comuni, ci si rende presto conto della non conoscenza sia dei principi che dei termini comunemente utilizzati sia per l’economia che per la finanza. La medesima differenza tra economia e finanza stabilisce un significativo spartiacque tra una esigua minoranza che ha propri i concetti da una numerosa maggioranza che ne ignora addirittura il significato utilizzandoli indifferentemente quali sinonimi.

Non si può immaginare certamente una società così erudita e preparata su temi certamente complessi e, soprattutto, in continua evoluzione e sviluppo ma sicuramente non si può tollerare una così numerosa moltitudine di persone che non hanno neanche contezza sul significato dei termini e di cosa essi rappresentino.

Siamo all’alfabetizzazione dunque come primo step; come una corretta legenda ci supporta nella comprensione adeguata di un testo, un approfondimento sui termini, soprattutto di finanza, ci supporta nella comprensione dei principi e ci guida nelle scelte.

Non possiamo sottrarci alla constatazione che nel nostro Paese il tema del sovraindebitamento, della non bancabilità, della riabilitazione finanziaria sono temi di larghissima diffusione che riguardano una moltitudine silente di persone e famiglie che ogni giorno convivono con le difficoltà legate al proprio status finanziario e dal quale troppo spesso non sono in grado di uscire.

Recentemente ho tenuto dei corsi di educazione finanziaria per i dipendenti di un grande gruppo industriale che, da pioniere, ha sviluppato un sistema di welfare all’avanguardia e che si è ragionevolmente posto il problema di supportare i propri dipendenti nella formazione finanziaria come elemento di difesa e tutela nella gestione delle proprie risorse.

Il corso articolato in 4 moduli è nato dalla volontà di fornire ai discenti alcuni elementi di conoscenza per aiutarli in una gestione responsabile e consapevole delle proprie risorse ma soprattutto una corretta valutazione dei propri bisogni.

In effetti uno dei primi dati che sono emersi dal corso è proprio l’incapacità, meglio la superficialità, nella classificazione dei propri bisogni. Proprio i bisogni infatti sono l’elemento determinate per l’utilizzo dei prodotti finanziari siano essi di risparmio o di debito.

Nella elaborazione di un bilancio familiare infatti sarebbe necessario classificare i propri bisogni su una scala di priorità per poi verificarne la copertura attraverso le risorse finanziarie del nucleo familiare. Classificare i bisogni non sembra essere cosa così semplice e naturale: bisogni primari (lavoro, cibo, energia elettrica ecc.), bisogni di sicurezza (casa, salute ecc.), bisogni di stima (socialità, ristoranti, acquisti), bisogni di autorealizzazione (carriera, capacità economica, acquisti beni superflui) vengono percepiti e classificati non con modalità adeguate definendo una scala alterata e quindi una percezione delle priorità non equilibrata e così un utilizzo delle risorse finanziarie non consone agli effettivi bisogni.

In effetti le problematiche più frequenti che generano situazioni di sovraindebitamento nascono da un uso non responsabile e consapevole delle risorse finanziarie proprie o di terzi legate alla soddisfazioni di bisogni certamente non prioritari.

Tralasciando analisi sociologiche sul tema dei bisogni e della loro classificazione, preso atto delle difficoltà nella declinazione corretta delle priorità, un ulteriore elemento preoccupante è la scelta dei prodotti finanziari acquistati per soddisfare le proprie esigenze.

Nella quasi totalità dei casi ci si affida a terzi, banche, finanziarie che ovviamente propongono i prodotti a maggior margine di redditività per i propri bilanci, ulteriore elemento di valutazione è la velocità di accesso alle somme, il bisogno è così impellente che deve essere soddisfatto nel più breve tempo possibile. Quasi nessuna attenzione viene posta alle condizioni applicate al prodotto che stiamo acquistando e quindi al costo effettivo del nostro bisogno, in rarissimi casi vengono richiesti preventivi per una comparazione del prodotti per una scelta consapevole.

Se queste sono le abitudini della nostra popolazione ovviamente non possiamo stupirci se la fascia di soggetti a rischio di sovraindebitamento è in grande aumento, se cresce quotidianamente il numero dei “non bancabili”, se non esistono percorsi definiti per una riabilitazione finanziaria.

Queste brevi e sintetiche considerazioni, nate sull’esperienza di 10 anni di attività in progettualità di finanza inclusiva, sono un piccolo stimolo per avvicinare le persone verso una formazione, se pur minima, sulla finanza.

Scegliere responsabilmente, consapevolmente significa scegliere con prudenza, in maniera equilibrata, vivere in equilibrio con le proprie disponibilità.

Il credito non è un diritto, occorre meritarlo e gestirlo correttamente, l’educazione finanziaria è un diritto che le persone dovrebbero difendere per migliorare la propria qualità di vita.

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