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UGUAGLIANZA DI GENERE E IMPRESA: LA RAPPRESENTANZA DELL'ITALIA AL PARLAMENTO EUROPEO
Nel panorama attuale dell’Unione Europea, la questione dell’uguaglianza di genere e della diversità emerge con urgenza, rappresentando una delle sfide più significative da affrontare per garantire una società equa e inclusiva. Secondo il rapporto della Commissione Europea del 2022, le donne continuano a guadagnare in media il 12,7%1 in meno rispetto agli uomini, un dato che evidenzia come le disuguaglianze salariali siano ancora radicate e difficili da superare. Inoltre, il Gender Equality Index 2024 dell’European Institute for Gender Equality segnala che, sebbene ci siano stati progressi, l’uguaglianza di genere nell’UE è ancora lontana dall’essere raggiunta, con un punteggio medio di 71.0 su 1002.
Le interviste con Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo dal 2024, ed Elena Donazzan, vicepresidente della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia, offrono un’importante opportunità per esplorare le loro visioni e strategie in merito a queste tematiche fondamentali. L’Onorevole Sberna ha assunto inoltre deleghe cruciali, tra cui quella dell’uguaglianza di genere e della diversità, ed è responsabile della Settimana di Uguaglianza di Genere, un evento annuale che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a promuovere politiche inclusive all’interno delle istituzioni europee. Le sue parole chiave - “coesione”, “competitività” e “famiglia” - sottolineano il suo impegno nel creare un ambiente in cui ogni individuo possa contribuire attivamente alla società.
Entrambe le leader condividono una visione ambiziosa e pragmatica per promuovere i diritti delle donne, ma con approcci distintivi. L’Onorevole Sberna, con un forte focus sulla formazione e sul miglioramento delle opportunità professionali, evidenzia l’importanza di un piano d’azione strategico per garantire un equilibrio tra uguaglianza e diversità. L’Onorevole Donazzon, d’altra parte, mette in luce le iniziative legislative italiane che mirano a combattere la violenza di genere e a ridurre la disparità, sottolineando il ruolo pionieristico dell’Italia a livello europeo. Attraverso queste interviste, emerge un quadro complesso e dinamico delle politiche di genere in Europa, dove il dialogo e la collaborazione sono essenziali per affrontare le sfide attuali e future.
intervista ALLA
VICE PRESIDENTE ANTONELLA SBERNA
Qual è il Suo progetto per sostenere le politiche di genere e aumentarne la portata negli indirizzi che il Parlamento Europeo prescrive?
Il lavoro che è stato fatto in questi ultimi anni ha portato a risultati che devono ispirare a fare sempre di più. In qualità di vicepresidente mi occupo di questioni di genere, per promuovere il miglior equilibrio possibile tra uguaglianza e diversità, cercando di portare avanti gli obiettivi ambiziosi di un Piano d’Azione che a breve rivedremo. Sono anche responsabile della Settimana europea dell’uguaglianza di genere, e ogni anno tentiamo di essere una cassa di risonanza per discutere di proposte, idee e analisi per politiche più inclusive e lungimiranti. Ora penso che possiamo fare la nostra parte facendo più attenzione alle politiche per la famiglia, cercando misure per sostenere le carriere femminili e risorse per attività rivolte al miglioramento di competenze e abilità. Proveremo a lavorare per fare in modo che le proposte legislative, i piani di investimento e i programmi legati al prossimo bilancio 2028-2035 considerino sistematicamente l’impatto su donne e ragazze e sulle opportunità da poter creare per accompagnare il loro ruolo nella società.
Come a suo avviso potremmo migliorare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro? Il tetto di cristallo è stato incrinato ma c’è ancora molto da fare. Cosa pensa delle quote rosa?
Sono convinta che la conciliazione tra vita privata e vita professionale sia la sfida più grande che ognuno di noi si pone quando pensa di voler crescere nel mondo del lavoro.
Credo che l’ingresso sia un problema che si pone in particolare per alcuni settori tecnici e tecnologici, ed ecco che dobbiamo migliorare il supporto alla formazione e alle carriere universitarie STEM e promuovere politiche di welfare attive.
Da questo punto di vista, il Governo di Giorgia Meloni è profondamente impegnato a mettere in condizione donne e ragazze di scegliere liberamente il proprio percorso e realizzare le proprie aspirazioni. Cito solo alcune delle più importanti azioni sul fronte dell’istruzione, come le borse di studio per le ragazze che scelgono percorsi scientifici, tecnologici, ingegneristici e matematici, e progetti di orientamento scolastico per avvicinarsi a queste carriere. Inoltre, sono stati avviati accordi con aziende e centri di ricerca per offrire stage e formazione specialistica, facilitando l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro STEM. Queste iniziative mirano a ridurre il divario di genere e a valorizzare il talento femminile nei settori strategici per l’innovazione e lo sviluppo.
Tutto ciò senza dimenticare politiche di accesso al credito per le imprese femminili o il Bonus Mamme.
Le quote rosa possono aiutare all’inizio di un processo e servono da stimolo al cambiamento, ma non possono essere la soluzione a tutti i problemi. L’obiettivo finale è sempre una parità reale, in cui le competenze e i meriti delle donne siano valorizzati naturalmente e senza bisogno di correttivi.
Sarà la responsabile per l’organizzazione della Settimana di Uguaglianza di Genere. Quali temi saranno i driver di questo evento che supervisionerà direttamente?
Già nel 2024 abbiamo promosso la Settimana di Uguaglianza di Genere con un calendario ricco di incontri e iniziative, anche simboliche. Sono stati organizzati 25 eventi da parte di commissioni e sottocommissioni parlamentari, direzioni generali dell’amministrazione parlamentare e alcuni altri enti come l’istituto europeo per l’uguaglianza di genere. Abbiamo parlato di “donne nel mondo digitale: sicurezza ed emancipazione”. È stato molto partecipato, ma per l’edizione di quest’anno vorremmo sviluppare le attività coinvolgendo maggiormente i deputati e anche gli stakeholders europei attivi nella promozione delle politiche di genere. Noi del Parlamento abbiamo sempre l’ambizione di ispirare la Commissione con le nostre proposte, quindi la Gender Equality Week proverà ad aiutare quest’obiettivo.
Trasformazione digitale e gender equality: quali i limiti e quali le prospettive a breve termine?
Domanda difficile perché è estremamente difficile individuare ora limiti a qualcosa come le tecnologie digitali che hanno un ritmo di crescita e di trasformazione così rapido che è quasi esponenziale. Ci impegneremo a contribuire con idee e proposte per ridurre il divario digitale di genere, abbattere barriere e stereotipi nelle tecnologie e in particolare nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. La trasformazione digitale offre anche opportunità significative per fornire strumenti innovativi e sostenere l’imprenditorialità e la creatività femminile. Dobbiamo riuscire a fare in modo che le opportunità si conoscano meglio e lavorare per permettere a tutti di beneficiare di quegli strumenti efficaci ad affrontare i diversi divari da colmare.
La cybersicurezza è un tema fondamentale per tutti i Paesi comunitari. Quali saranno le misure da discutere nel prossimo futuro per una rete di sicurezza europea?
Sicuramente abbiamo fatto molta strada fino ad ora, costruendo un quadro di regole che pone le basi per affrontare le minacce derivanti dalle fragilità del mondo digitale. Sappiamo bene che i dati sono il nuovo oro, ecco perché dobbiamo continuare a rafforzare la resilienza alle minacce informatiche e a garantire che cittadini e imprese beneficiano di tecnologie digitali affidabili. Nei prossimi mesi discuteremo di reti digitali, di investimenti in sicurezza delle infrastrutture e dei sistemi di cloud, di rafforzamento delle difese in ambiente online, di equilibrio tra sostegno all’innovazione e protezione, oltre che tra regole, standard e libertà di espressione. Il Parlamento ha creato anche una commissione speciale per analizzare e approfondire le questioni legate alla lotta alle ingerenze nei processi democratici dell’Unione europea. L’obiettivo è promuovere un cyberspazio sicuro e resiliente, proteggendo cittadini, imprese e infrastrutture critiche dalle crescenti minacce informatiche e fare della cybersecurity il nuovo perno attorno cui ruotano le nostre attività.
In che modo il Parlamento Europeo collabora con altre istituzioni internazionali per affrontare le sfide legate all’uguaglianza di genere e alla diversità a livello globale?
Di fronte a minacce globali e transfrontaliere per definizione, il Parlamento europeo si trova incardinato in un sistema di relazioni e rapporti internazionali che vanno dalle nazioni unite all’OCSE, alla Banca Centrale Europea, oltre che a tutti i parlamenti nazionali. Le istituzioni europee sono inoltre interconnesse attraverso accordi di collaborazione su diversi fronti, e sia in materia di sfide legate all’uguaglianza che in materia di cybersicurezza, questa istituzione non ha nulla da invidiare e anzi gioca un ruolo di guida e di esempio per gli altri enti. Certo, come in altre battaglie di tenore internazionale, da soli possiamo fare ben poco per incidere in trend e processi che vanno ben oltre i nostri confini. L’esempio è fondamentale, ma dobbiamo fare in modo che gli altri ci seguano, altrimenti il nostro impatto è troppo limitato ed esaurisce la propria forza. Questo vale per le quote femminili nei consigli di amministrazione delle società quotate alle politiche interne per stimolare più donne nei posti manageriali o ancora azzerare le differenze salariali.
INTERVISTA ALL’ONOREVOLE
ELEnA DOnaZZaN
In che modo il Parlamento Europeo sta affrontando le violazioni dei diritti delle donne negli stati membri, e quali strumenti legislativi sono considerati più efficaci in questo ambito?
Nell’Ue si vuol mischiare la lotta contro la violenza sulle donne con la tutela delle diverse categorie di genere LGBT+, parlando di violenza di genere. Per questo motivo FdI-Ecr ha scelto l’astensione o votato contro molte delle proposte legislative negli ultimi anni, poiché erano infarcite di riferimenti alle categorie sessuali più diverse, causando volutamente confusione con il vero obiettivo di queste iniziative, che dovrebbe essere la difesa delle donne contro ogni forma di violenza. L’Italia è all’avanguardia in Europa riguardo i diritti delle donne grazie al Governo Meloni, che ha risposto con una legge ad hoc contro la violenza su donne e ragazze, inasprendo le pene e individuando nuovi reati. Inoltre, ha sostenuto le vittime di maltrattamenti e violenza domestica, attraverso le risorse per finanziare il Piano d’azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, il reddito di libertà e, infine, ha sostenuto misure di protezione come il numero 1522. Anche su questi temi vogliamo portare al Parlamento Europeo l’eccellenza italiana.
La disparità salariale di genere è ancora alta. Quali iniziative sta sostenendo l’Europa per ridurre questa disparità e come interverrà Lei in questo dibattito per lasciare un’impronta da donna italiana?
Dall’inizio del mandato mi sto spendendo in prima persona per i diritti delle donne lavoratrici, con il lavoro di relatore ombra del primo testo che affronta le priorità del Parlamento Europeo in vista della revisione del Fondo Sociale Europeo Plus. Tra le molte proposte di emendamento, chiediamo una maggiore attenzione alla parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini, che devono essere garantiti e rafforzati in tutti i settori, compresa la partecipazione al mercato del lavoro, le condizioni di occupazione e l’avanzamento di carriera. Chiediamo supporto effettivo per le madri lavoratrici, affinché queste donne non debbano dover scegliere tra lavoro e famiglia, e alle imprese del sociale. Vogliamo proporre di legare l’erogazione di sussidi a un impegno effettivo nella ricerca del lavoro o nell’intraprendere un percorso di formazione professionale, in modo da evitare l’assistenzialismo e rendere il prima possibile quante più persone indipendenti dal punto di vista economico, in particolar modo le donne che sono più spesso penalizzate nella realizzazione di un proprio percorso di vita.
Quali programmi o iniziative sono in corso per promuovere l’empowerment economico delle donne?
La scommessa per un futuro di sviluppo, non solo in ambito italiano, passa anche attraverso l’attenzione al mondo delle donne, il riguardo e la cura verso un mondo di potenzialità che ha bisogno di essere sfruttato in pienezza. L’Italia, in tal senso, è apripista e noi vogliamo traslare questo impegno anche nel consesso decisionale europeo. La presenza crescente, nelle istituzioni, di donne in posizione di vertice, le politiche concrete del governo Meloni in tema di lavoro al femminile e maternità, sono tutti segnali di un Paese che crede nelle donne, nell’affermazione delle loro aspirazioni personali e professionali attraverso studio, passione, lavoro e competenza e non solo in virtù di semplici quote a loro dedicate.
E nella donna deve tornare a credere anche tutta l’area del Mediterraneo in cui il Governo sta dando impulso al progetto internazionale di annullare il divario di genere in tema di accesso allo studio delle materie STEM e al mondo del lavoro collegato a queste discipline. Garantire una simile parità non significa riservare posti alle donne in quanto tali ma metterle in condizione di realizzare la loro vita secondo i progetti e le aspirazioni in cui credono. In Europa cercheremo di valorizzare la cifra distintiva del Governo Meloni, che in Italia ha visto l’adozione di importanti provvedimenti, come il Bonus Mamme, ossia la decontribuzione fino a 3mila euro annui per le madri dipendenti dal secondo figlio in su; gli sgravi fiscali maggiorati per gli imprenditori che incrementano il tasso di occupazione nell’impresa assumendo madri di almeno due figli minorenni; l’incremento di 6,5 milioni di euro del fondo di garanzia per le PMI dedicato alle imprese femminile per facilitare l’accesso al credito alle donne. La strada è quella giusta.
NOTE
- https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20200109STO69925/divario-retributivo-di-genere-le-donne-guadagnano-meno-degli-uomini-nell-ue
- https://eige.europa.eu/gender-equality-index/2024