Mille e una donna. Riconoscersi per ricominciare

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Emma Evangelista Direttore Microfinanza

MILLE E UNA DONNA. RICONOSCERSI PER RICOMINCIARE.

Con il progetto Microcredito di Libertà ho avuto l’opportunità di conoscere e ascoltare storie di quotidiana violenza. Grazie allo stesso progetto ho incontrato anche quel mondo fatto di professionisti e volontari che operano per contrastare questa barbarie e donne che ce l’hanno fatta ricostruendo il loro presente per creare un nuovo inizio.

Il primo passo per riemergere da situazioni di degrado psicologico, economico e sociale, deve essere un atto di forte volontà.

Per ricominciare la donna deve cercare in sé stessa la forza per chiedere aiuto e lasciarsi guidare in un percorso di recupero alla vita attiva, che non definirei normalità ma integrazione in un sistema aggressivo almeno quanto parte dello spaccato vissuto.

La nostra società esclude i deboli creando un sistema burocraticamente e legalmente tollerabile dalla maggior parte degli individui più giovani e strutturati, meglio ammantato di perbenismo e funzionale gentilezza, che permette la sopravvivenza dignitosa dell’individuo solo se già perfettamente autonomo. Va da sé che in una Repubblica che nella sua Costituzione garantisce la persona nella sua integrità è necessario che lo Stato intervenga a sostegno delle capacità e delle necessità.

Viviamo in una dimensione sempre più individualista, lo abbiamo riscoperto con il Covid con l’aumento della solitudine, delle morti, degli abusi in famiglia e della violenza all’interno delle mura domestiche, come rilevato dalle indagini dei CAV (centri anti violenza) e specificato nel rapporto Istat 2022: più del 90% delle donne, circa 13.700, si è rivolta a un CAV per la prima volta proprio nel 2020. Una società che vuole definirsi emancipata non è quella che non permette al singolo di emergere, anche se non dispone di un bagaglio culturale ben strutturato, anzi è tale solo se organizza azioni che compensino le fragilità individuali. Per non lasciare indietro nessuno e aggravare quelle risacche di povertà, emarginazione e pregiudizio che lo Stato non riesce a colmare se non con politiche assistenziali spesso fallimentari, è necessario prevenire il problema e farsi carico di quelle donne con strumenti finanziari che sostengono l’educazione e l’integrazione anche di chi non ha mezzi economici ma ha capacità personali. In questo contesto una rilevanza importante viene attribuita al sostegno alla gender equality. Le differenze di genere e la lotta alla discriminazione e agli abusi è il baluardo di una società moderna, sempre più fluida, in cui la donna paradossalmente subisce con maggior violenza questi processi.

Ogni donna che ha subito traumi deve riconoscere la propria capacità conoscendo bene i propri limiti e stabilendo obiettivi che possano portarla a superare gli ostacoli. Dopo un lungo e accidentato percorso alcune ce la fanno e vogliono andare oltre. A queste lo Stato ha dedicato un progetto speciale, il Microcredito di Libertà, appunto, che offre la possibilità di vedersi restituita la fiducia economica con un prestito garantito. Un aiuto concreto per poter ripartire.

Questo strumento finanziario, debitamente supportato da quella rete di professionisti che si presta al sostegno dell’educazione finanziaria e di quei servizi ausiliari necessari all’espletamento delle pratiche per la richiesta di un prestito rendono un po’ più agevole il percorso verso l’indipendenza.

In ogni donna ce ne sono mille, una complessità che porta in sé grandi fragilità e grande forza, ogni donna che riesce a riprendere le redini della propria strada, magari anche creando una propria azienda è esempio per le altre mille. Con tanti esempi si può costruire un modello che rompa il muro del silenzio e della incapacità e offra una possibilità a tutte le altre di comprendere che ognuna ha il diritto di essere libera e che tutte hanno il dovere di testimoniarlo come individuo, come persona.

La libertà di ognuno, oggi, passa attraverso un’affermazione del proprio status, la libertà economica garantisce la possibilità di una buona scolarizzazione, di una educazione della persona e delle sue potenzialità, e tutto questo origina da un atto di fiducia che nel microcredito di libertà si concretizza con un prestito garantito dallo Stato.

Ogni storia di violenza che racconterò sarà una storia di sconfitta del sistema, ma ogni storia di microcredito sarà la vittoria di coloro che sono riuscite a vincere il sistema riallineandosi ai valori per il quale è stato costruito: le libertà dell’individuo.

Il 25 novembre è una data simbolica ma non significativa se non la si traduce in un gesto quotidiano di lotta per il bene comune; non solo per le donne.

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