UNO SGUARDO AL FUTURO

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La microfinanza è un ponte tra il passato e il futuro. Dopo 20 anni di microcredito in Italia, con orgoglio posso affermare che molto è stato fatto per sostenere la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e finanziaria, come le Nazioni Unite, nell’appello dell’allora segretario Kofi Annan aveva auspicato che gli Stati potessero implementare. Tra gli obiettivi del millennio, con forza riaffermati nell’Agenda 2030, lo sradicamento della povertà è prioritario e ad esso contribuiscono gli strumenti microfinanziari.

L’Italia, tra i primi Stati a essersi dotato di una legislazione ad hoc e di un Ente Pubblico che sostenesse modelli e strategie per l’implementazione del microcredito, della finanza sostenibile e d’impatto, è diventato uno dei Paesi capofila in Europa, sviluppando strategie che si sono affermate come best practices anche a livello comunitario. Molto è stato fatto in questo percorso che ha visto il nostro Paese dotarsi di una deregulation utile a sostenere percorsi di autoimprenditorialità che servissero a ingaggiare quelle persone ai margini, spesso vittime di una società e di una burocrazia che le esclude prescindendo dalle peculiarità individuali. Lo scopo di questo prodotto finanziario sui generis è, appunto, la valorizzazione dell’individuo e la sua integrazione nel circuito economico e sociale. Il microcredito attraverso le garanzie offerte dallo stato a copertura del prestito economico è una possibilità offerta in alternativa alle normali linee creditizie.

Il valore aggiunto che è insito nella natura stessa del prodotto è il corredo di servizi offerti all’utente affinché possa districarsi nella materia economica, attraverso i gangli della burocrazia e dei tecnicismi aziendali per portare a finanziamento un’idea progettuale basata su un business plan sostenibile. L’idea di fondo che anima il microcredito, come lo abbiamo studiato e implementato in questi venti anni in Italia, è colmare quel gap che c’è tra il bisogno di una popolazione problematica, difficile, border line, e la soddisfazione di una necessità di riscatto morale e materiale. Il microcredito non è solo uno strumento finanziario, è espressione di libertà personale, di quella economia sociale e di mercato che compensa gli squilibri di una economia rapace. lo Stato si fa promotore di una crescita economica che investe sulle capacità personali dell’individuo e sul sostegno di professionisti che aiutino a trasformare l’idea in impresa. Il confronto con la politica e il mondo civile, così come con la diplomazia vaticana per una responsabilità etica che segna il progresso di questo strumento, è stato il leitmotiv degli ultimi anni in cui l’Ente ha organizzato incontri e dibattiti per promuovere la conoscenza delle sue attività e la diffusione di una cultura microfinanziaria che travalica i confini nazionali come un messaggio di pace, cooperazione e rinascita economica.

L’ultimo incontro, svoltosi a dicembre presso il Ministero degli Affari Esteri ha segnato una pietra miliare in questo percorso di condivisione e crescita. La conferenza “L’amore politico strumento di pace e democrazia” si propone di approfondire il nesso tra pace, democrazia e unità, intesa come armonia nelle relazioni interpersonali, in linea con la dottrina sociale della Chiesa e con la visione di un sistema delle relazioni internazionali fondato sull’unità fra le persone, sul bene comune e sul superamento delle disuguaglianze.

Nella sede del MAECI, infatti, proprio nell’alveo della cooperazione italiana allo sviluppo, venti anni fa nacque il primo Comitato Nazionale Italiano Permanente per il Microcredito. A due decenni di distanza possiamo tratteggiare quello che rappresenta oggi per il Paese uno strumento di cooperazione, sviluppo, resilienza e innovazione che ha dato vita a oltre 24mila imprese rappresentando un’eccellenza nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale e finanziaria. Queste sono le ragioni di una iniziativa che ha coinvolto ed è ripartita proprio dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione, attraverso un dialogo aperto con il presidente CEI. La conferenza che ha avuto come titolo: “L’amore politico strumento di pace e democrazia”, ha approfondito il nesso tra pace, democrazia e unità, intesa come armonia nelle relazioni interpersonali, in linea con la dottrina sociale della Chiesa e con la visione di un sistema delle relazioni internazionali fondato sull’unità fra le persone, sul bene comune e sul superamento delle disuguaglianze. Il microcredito in questi venti anni ha rappresentato una speranza che ha dato vita a migliaia di aziende e supportato oltre un milione di persone calcolando che per ogni microcredito erogato il fattore leva occupazionale è di 2,4 unità. Questo Ente nasce da una volontà di cooperazione e sviluppo della persona per il bene comune di cui lo Stato si è fatto interprete. Molto è stato fatto attraverso una pubblica amministrazione efficiente ed efficace, il percorso è ancora lungo, ma sono convinto saprà rinnovarsi negli anni utilizzando nuove risorse e nuovi strumenti, supportato dalle nuove tecnologie sempre però nel rispetto degli interessi della persona e vicino alle sue esigenze.

I progetti che attualmente l’Ente sta implementando sono rivolti alle esigenze più disparate: la formazione, vero fulcro dell’ultimo quinquennio, ha prodotto una nuova consapevolezza dell’impresa contribuendo a trasformare i giovani beneficiari dei progetti Yes I start Up in ragazzi formati alla finanza e capaci imprenditori. Le progettualità come questa hanno reso l’Italia uno dei Paesi che in ambito comunitario ha maggiormente contribuito alla riduzione del numero dei NEET (not engaged and educational trainer). La piaga di giovani inoccupati si sta trasformando, anche grazie all’azione specifica dei formatori ingaggiati dall’Ente, in una attività che produce ragazzi che vivacizzano l’economia dei propri territori creando aziende vincenti e trasformando il proprio status da ‘peso sociale’ a imprenditore attivo.

Da NEET a EET, dunque, il passo è breve e può essere compiuto attraverso una educazione finanziaria attenta e mirata. Dalla formazione dei giovani al sostegno per le donne, specie quelle più fragili che hanno vissuto situazioni di violenza, il riscatto passa attraverso la microfinanza con il progetto Microcredito di Libertà. Così come le nuove generazioni di migranti che regolarmente varcano i nostri confini e diventano parte del tessuto produttivo del nostro Paese creando impresa. Le molteplici attività che convergono nella microfinanza sono dunque il volano di un Sistema Paese che necessariamente non può lasciare indietro nessuno e che deve avere cura di ritrovare una identità nelle politiche territoriali per uno sviluppo di una rete di imprese territoriali che riparte dalla micro e piccola impresa. Per noi il salto verso il futuro guarda inesorabilmente al passato e alla storia del boom economico: il miracolo economico riparte dalla intraprendenza del singolo, dalla sua volontà e dalle capacità affinate grazie al supporto di professioni del settore e alle garanzie dello stato.

Il futuro economico del nostro Paese è fatto anche dal progresso delle attività microfinanziarie.

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