Storie Di Rinascita, Esperienze Di Microcredito Di Libertà

Print Friendly, PDF & Email

Emma Evangelista

Storie di Rinascita, esperienze di microcredito di Libertà

Il progetto microcredito di libertà può sostenere l’autoimprenditorialità delle donne che provengono da percorsi difficili ma che hanno forza e idee per ripartire da sé stesse e avviare un’attività di impresa.

Sicuramente il vissuto accidentato e l’esperienza che le ha segnate profondamente non rendono facile il confronto con il tessuto economico e sociale che le vuole imprenditrici.

Il sostegno psicologico ricevuto nei Centri Anti Violenza e nelle case famiglia però ha contribuito a ricostruire quell’autostima che le pone in una prospettiva di ascolto e apertura tali da poter anche osare la sfida di ricostruire un’indipendenza economica creando la propria azienda.

A questo punto interviene il Microcredito di Libertà che attraverso il sostegno di tutor specializzati nei servizi ausiliari e il supporto economico dello Stato che copre con garanzie l’80% dell’investimento è possibile che queste donne si riapproprino dello spazio che è loro dovuto.

Di seguito racconteremo le storie delle prime due pionieri di questo progetto. Le storie di due donne che, uscite dal tunnel della violenza e degli abusi grazie ai CAV, hanno avuto accesso al microcredito di Libertà e hanno avviato le loro imprese. Sono due storie simili, ma allo stesso tempo, complesse e differenti ciascuna per la propria dimensione: sono le storie di Rosa e Margherita, due nomi di fantasia che ci consentono di tutelare la loro privacy e quella delle loro famiglie, che hanno comunque voluto testimoniare con forza la loro rinascita affidando a noi le loro storie e raccontandoci con orgoglio della nuova primavera che stanno vivendo come donne e come imprenditrici.

Le imprese di Rosa e Margherita le prime due ribelli che hanno vinto!

Rosa

È una giovane donna del Sud, come tante ha deciso di liberarsi dalla violenza e dalla prevaricazione e si è rivolta ad un Centro Antiviolenza. Al termine del percorso di sostegno le è stata prospettata l’idea di avviare un’impresa. Ha seguito i corsi che le sono stati proposti per l’avvio di un’attività ed infine ha preso parte al progetto MdL. Ha frequentato le video lezioni per l’autoimprenditorialità proposte dall’Ente Nazionale per il Microcredito e quindi le è stato affidato un tutor dell’elenco nazionale che l’ha seguita per la realizzazione della sua impresa .Oggi Rosa ha avviato la sua attività di stampa grafica e questo è quello che ci ha raccontato del suo percorso:

Come hai conosciuto il Microcredito di Libertà?

Tramite il Cav, mi è stato proposto, ovviamente ho accolto piacevolmente la cosa, l’iter è iniziato da lì, mi hanno fatto fare questa domandina, poi da lì mi hanno contattato, ho dovuto fare dei corsi online e mi hanno affidato un tutor, dell’associazione Unigens, molto paterno, bellissima esperienza con lui. È stato molto piacevole, è stato un po’ lungo l’iter. Si sono dilatati un po’ i tempi rispetto a quello che immaginavo, però alla fine siamo riusciti ad avere questi soldini. Quindi adesso stiamo organizzando il magazzino, lo stiamo allestendo e stiamo proseguendo l’iter con il commercialista.

Come ti è venuta l’idea di fare l’imprenditrice? Avevi già l’idea di mettere su un’azienda?

Di fatto no, ho fatto dei corsi sempre tramite CAV di autoimprenditorialità femminile, poi mi si è aperta la mente, e mi hanno fatto conoscere questa opportunità, ho immaginato cosa potessi fare, cosa mi piaceva fare, cosa mi sarebbe piaciuto fare, finalmente qualcosa che potevo fare per me nella vita e ho pensato a questo. Ho pensato di mettermi in proprio, per aprire un’attività di grafica, di stampa digitale, quindi grafica, stampa digitale, personalizzazioni, molto bella come impresa.

Il CAV ti ha sostenuto, ti ha aiutato?

Mi ha preso per i capelli, come dico sempre io:

Nel tuo periodo di abusi hai vissuto anche un tipo di violenza economica?

Anche tutte le violenze a partire da quella psicologica, tutto quello che vuoi mettere all’interno non puoi sbagliare: fisica, economica.

Per avviare questa impresa hai fatto dei corsi, tra cui quelli che il microcredito ha proposto in piattaforma, quelli del CAV, per capire un po’ come gestire i soldi?

Si, ho fatto questo corso con il CAV di autoimprenditorialità femminile, devo farne altri di grafica che ancora non sono iniziati. Quando ho conosciuto il mio socio che è del settore mi si è aperto un mondo, una opportunità che si creava da una mia passione. Io già amavo la personalizzazione, il bello, come posso dire, la capacità di identificarsi con qualcosa di tuo, personalizzato da te e su di te e creare un’azienda di grafica che personalizzasse quello che riguarda gli oggetti che usiamo per noi stesse, per la casa, ma anche per la macchina, è diventato un lavoro che mi piace. Il mio socio, poi è grafico e lo faceva già in piccolo come lavoro, e me l’ha fatto amare molto. È stato un incontro magnifico. Parlare di queste cose mi emoziona, a volte non mi vengono le parole.

Ci stai raccontando una parte della tua vita importante, un punto di svolta. Possiamo dire che la cosa determinante è stato l’approccio al CAV che poi ti ha mostrato la strada del microcredito?

Sì, assolutamente sì. Quello è stato fondamentale. Adesso ho un po’ più di fiducia in me stessa, l’incontro anche con altre donne come me, che hanno partecipato sempre a questo corso, e gli appuntamenti con la psicologa, con la sociologa, e con le altre figure di sostegno. Mi hanno rivoltata ‘come un calzino’ per capire da dove prendermi, come prendermi, come rimettermi, diciamo, al mondo, in maniera che potessi ricominciare.

In tutto questo percorso, il microcredito arriva in un momento in cui tu dovevi decidere, perché eri già uscita da tutta la fase critica, no? Quindi, che cosa ti ha dato il microcredito?

Beh, l’opportunità di rinascere, l’opportunità di intraprendere una cosa, magari qualcosa che mi appassiona, farne un lavoro, non solo una passione, rendermi autonoma, indipendente, ricredere in me stessa. È un’opportunità, è una grossa opportunità. Poi mi sono affidata al signor Damiano (tutor ndr), che è stato un padre, è stato una guida amorevole, affettuoso, sempre presente, in ogni momento disponibile, e attento.

E tu in questo momento, come ti senti? Ti senti pronta, ti senti carica?

Mi sento carica, ora ci sono, è chiaro che ci sono. Non sono sola, intanto pensiamo in due in questo progetto e siamo la spalla l’una dell’ altro in questa avventura, anche perché sola non me la sarei mai sentita, perché rimani fragile, ma questo è un altro capitolo. Ora sono fiduciosa, adesso devono arrivare altri macchinari, perché per quanto il microcredito sia stato un grandissimo aiuto, i macchinari sono costosi, quindi abbiamo dovuto trovare qualcosa di seconda mano, che fosse, tenuta come si deve, ma meno costoso, abbiamo molto da fare.

Se immagini una t-shirt che devi stampare, che cosa ci scriveresti sopra?

Ce l’ho fatta! Credo proprio che questa sarebbe la frase.

Vorrei che tra qualche anno diventassi una testimonial palese di questo progetto per dire a tutti che ce l’hai fatta!

Però è giusto dire che io non ce l’ho fatta da sola!

Quindi per te il Microcredito di Libertà funziona, e perché funziona?

Funziona perché è un aiuto, è uno stimolo a ricominciare perché a un certo punto il sostegno dei Cav si ferma, ti aiutano psicologicamente ma poi si ferma. Ma soprattutto perché a una certa età (anche se non sono troppo grande sono quasi verso i 50), se non hai un’opportunità del genere, se non hai un sostegno del genere, non hai le forze. Il lavoro te lo devi creare, però devi avere sempre un po’ di sostegno economico. Dove vai se non hai nulla alle spalle? E io tra l’altro sono orfana, non ho i genitori, sono sola, dove dovevo andare? Cosa avrei potuto fare? Quindi se non avessi avuto questa opportunità, cosa avrei potuto fare, a cosa potevo aspirare? Ecco, questo è cosa posso dire nel mio piccolo.

Beh, sei stata molto in gamba perché hai riconquistato tutto, la tua libertà, la tua indipendenza e adesso anche un lavoro.

Soprattutto l’autostima, ci tengo a sottolinearlo perché ero distrutta, annientata.

Che cosa significa per te accollarsi un prestito, seppur garantito dallo Stato?

Non è una cosa che mi pesa, certo è una responsabilità grande, che ti senti perché sai che devi restituire ciò che ti è stato dato. Te lo hanno offerto, te l’hanno dato però tu sai che un giorno dovrà tornare tutto da dove è arrivato. A me sinceramente non pesa, perché credo in questa opportunità, credo in questa esperienza, ci tenevo tanto e non credo che avremo problemi a restituire tutto il prestito. Non ho paura.

Bene, allora un passo per volta, andiamo avanti, e raccontaci il tuo prossimo progetto

Il mio prossimo progetto è rilanciare il mio e-commerce, parlo sempre del mio lavoro. Lo stiamo preparando, da soli perché ci avevano chiesto troppi soldi e abbiamo preferito risparmiare per comprare un macchinario in più. Lanciare l’e-commerce da soli è bellissimo, sta venendo anche molto bene.

Margherita

È una mamma che vive nel Lazio e dopo un percorso di abusi è uscita dalla spirale avviando la propria attività di lavanderia. Sin da ragazza amava pulire, smacchiare, curare biancheria e panni e di questo suo pallino ha fatto una professione che ormai la vede nel settore da circa sei mesi. Ora lavora per sé e ha al fianco una assistente alla tavola da stiro, quindi ha avuto il suo riscatto personale avviando una impresa con una dipendente part-time. Questo è ciò che ci ha raccontato della sua esperienza con il Microcredito di Libertà che ha utilizzato per ripartire da sé e dalle sue forze.

Ci racconti un pochino la tua esperienza e come sei arrivata a scoprire che c’era una misura per il microcredito?

Io sono iscritta da diversi anni in questo centro antiviolenza per le violenze che purtroppo ho subito negli anni da parte del mio ex compagno e padre di mio figlio. Avevo intenzione di aprire questa attività ma purtroppo i fondi che avevo reperito non erano abbastanza per coprire tutte le spese che avrei dovuto affrontare e la presidente del centro mi ha messo al corrente che c’era questa misura di microcredito per donne vittime di violenza di cui avrei potuto usufruire e quindi tramite lei mi sono messa in contatto con l’Ente e mi ha indicato cosa fare per fare domanda.

Tu hai sempre voluto fare l’imprenditrice?

Diciamo che sì, mi è sempre piaciuto organizzare anche se prima facevo tutt’altro, mi sono dovuta un po’ reinventare a causa di queste vicissitudini nella mia vita, perché prima sì, mi occupavo della parte amministrativa dell’azienda che avevo con il mio ex compagno e una volta lasciato il mio ex, sono rimasta senza lavoro e quindi ho cercato di trovare un ramo mio, ciò che più mi piaceva e quindi il bucato. Occuparmi di smacchiare piuttosto che tingere i capi e qui ho deciso di aprire questa lavanderia.

Quindi tu non eri proprio digiuna di quella che è tutta la parte economica e finanziaria ma poi nel frattempo insieme al tutor hai seguito dei corsi?

Sì, io già avevo fatto un corso di formazione ancora prima di entrare nel centro antiviolenza, quando sono rimasta senza lavoro, la Camera di Commercio aveva organizzato dei corsi di formazione e io ho deciso di aderire perché ero in cerca di lavoro e intanto ho deciso di occupare questo tempo e quindi ho iniziato a frequentare online perché c’era ancora il Covid e ho seguito online tutte queste sessioni, questi corsi per l’imprenditoria che sono tornati chiaramente utili nella gestione di questa mia nuova attività.

Come è nato l’incontro col tutor?

Sono stata messa in contatto con il tutor che era stato assegnato alla mia richiesta e devo dire che sono stata veramente seguita benissimo in ogni mia necessità anche in qualche crollo psicologico perché all’inizio un conto è avere un’idea imprenditoriale ma per metterla in pratica si trovano talmente tanti ostacoli e lui è stato bravissimo a farmi affrontare tutte quelle che potevano essere le problematiche sorte nel corso dell’elaborazione di questa idea imprenditoriale.

Che cosa ne pensi di questo percorso da persona che l’ha vissuto? In cosa potrebbe migliorare?

Non ho nulla da segnalare perché veramente sia dal punto di vista comunicativo che di supporto, io mi sono trovata benissimo, non consiglierei di migliorare nulla perché non c’è nulla da migliorare.

Sei riuscita a creare l’azienda? Da quando avevi cominciato fino a quando il microcredito ti ha dato supporto? Quanto tempo c’è voluto per avere il finanziamento?

Io ho iniziato alla fine di luglio quindi c’era anche agosto di mezzo, considerando anche questo, io dal 31 luglio sono riuscita ad avere il bonifico del microcredito il 23 novembre quindi in pochissimo tempo, è anche vero che sono stata molto veloce, il tutor è stato bravissimo, praticamente 3-4 mesi in totale nonostante ci fosse agosto.

Quindi a ottobre del 2023 hai avuto il finanziamento?

Sì, ho dovuto aprire tardi perché ci sono stati dei disguidi, sono riuscita ad aprire il 20 aprile del 2024 perché poi mi ero un po’ bloccata con i lavori perché non avevo più soldi per poter proseguire quindi grazie al microcredito quando mi sono arrivati i soldi ho continuato ad andare avanti con i lavori e sono riuscita ad aprire alla fine il 20 aprile di quest’anno.

Come va oggi?

Benissimo, tutti i giorni entrano clienti in negozio. Anzi ho preso una dipendente che mi fa poche ore settimanali, che però mi aiuta a stirare e ho avuto la fortuna di incontrare questa persona che ha avuto per 30 anni una lavanderia e quindi mi sta facendo anche un piccolo affiancamento. Per quanto riguarda l’attività che dobbiamo svolgere va veramente bene, fortunatamente va bene, incrociamo le dita, però va benissimo.

Tu praticamente apri, gestisci, fai tutto?

Io apro, gestisco, lavoro in prima persona, mi occupo io del lavaggio di tutti i capi e mi faccio aiutare solamente 4 ore a settimana per stirare qualcosa che io non riesco. Quindi la dipendente mi fa 2 ore il martedì e 2 ore il venerdì, viene a darmi una mano a finire qualcosa che non riesco.

Hai trasformato una tua passione, una tua idea in un lavoro vero e proprio?

Oltre a questo che era la mia passione, l’ho trasformata in un’idea imprenditoriale perché mi rendevo conto che nel mio paese questa tipologia di lavanderia non c’era, c’erano delle lavasecco molto obsolete e la maggior parte delle persone si recavano nei self service a lavare i piumoni per cercare di risparmiare un po’. Allora, siccome vedevo tanti del mio paese, magari li incontravo nel paese vicino, nella lavanderia dove andavo e ho pensato, visto che questa attività manca, ho fatto un’indagine di mercato insieme alla mia commercialista e ho pensato di aprire questa attività perché oltre ad essere una cosa che poteva piacermi, farla comunque era un’attività che proprio nel mio paese mancava e anche nei paesi immediatamente vicini e quindi mi rendo conto oggi che l’idea è stata molto buona perché c’è risposta dalla clientela.

Per la ricerca di mercato il tutor ti ha dato una mano?

Sì, abbiamo fatto insieme il business plan, ci siamo occupati di quelle che potevano essere le spese proprio di gestione, le vere spese di gestione che potevano esserci nel corso del mese, quanto avrei dovuto incassare per poter far fronte a queste spese insomma sono stata seguita veramente bene.

Tu consiglieresti il microcredito di libertà ad altre donne? Che cosa pensi di questo progetto?

Io vorrei dire che è importante. Purtroppo la violenza di genere è una piaga dei nostri giorni e purtroppo ogni giorno le cronache riportano quanto sta accadendo. È l’unico modo per una donna per uscire da questo tunnel di violenza. Per le sopravvissute, perché purtroppo ci sono anche donne che non possono essere più aiutate, bisognerebbe incentivare, incrementare questi aiuti, perché come prima cosa per essere indipendenti è importante avere un lavoro. Le donne che sono “intrappolate” in una relazione sbagliata, in una relazione tossica con un compagno maltrattante, che gestisce tutto, la prima cosa che occorre fare è aiutarle ad avere l’indipendenza economica perché l’indipendenza economica è quello che fa muovere tutto. Perché per qualsiasi donna sapere di avere un piano B renderebbe le cose diverse. Tante donne intraprenderebbero la strada dell’indipendenza, però ci vuole un aiuto perché non è facile soprattutto perché quando si sta in questa condizione di violenza non ci si rende conto, non si ha neanche la forza di uscirne quindi stanziare dei fondi a sostegno di queste donne vittime di violenza perché è veramente importante il lavoro, è la base principale per ricominciare.

Tu hai anche subito violenza economica?

Io ho subito violenza economica perché avevo prestato dei soldi al mio ex compagno per avere un’azienda, in più ero diventata dipendente della nostra azienda. Io ero perfettamente a conoscenza che se lo avessi lasciato avrei perso sia i soldi, che doveva finire di restituirmi e sia il lavoro. Quindi io mi sono ritrovata senza una casa, senza risparmi, senza soldi, senza lavoro ho cercato di fare di tutto. Infatti dopo due o tre mesi che ero stata licenziata dal mio ex compagno sono andata a lavorare in Amazon, però con un bambino non era un lavoro fattibile e poi tra l’altro non mi hanno neanche rinnovato il contratto. Ho lavorato per due o tre mesi e poi è finita lì. C’è bisogno di un aiuto concreto per poter dare la possibilità di arrivare a un’indipendenza che ti permetta di scappare via da queste situazioni. Io molte volte prima ancora di fare questo passo avevo pensato di lasciarlo e di andare via però poi mi mettevo seduta e pensavo in realtà “se io lo lascio non riprendo più i miei soldi, perdo il mio posto di lavoro e poi con mio figlio come faccio, come campo?” Ci vuole un supporto concreto. Io sono ripartita e mi auguro di non fermarmi più. Però mi rendo conto che non è stato facile e ci penso sempre, tutti i giorni. La sera ho i miei soliti programmi TV che rivedo sempre (amore criminale, tutti questi qua) perché mi rendo conto che quello che ho passato non è stata una cosa da niente e mi dispiace per tutte le donne che si trovano nella situazione in cui mi sono trovata. Io farei di tutto per poterle aiutare. Io lavorerei notte e giorno, lavorerei anche di notte per quanto mi piace questo impiego e questa azienda che mi sta tirando su con grandi difficoltà.

Che progetti hai per il futuro?

Diciamo che la mia azienda non sarebbe dovuta essere solo una semplice lavanderia ma avrei avuto l’idea di fare un bazar di quelli che si trovavano un tempo nei paesi in cui c’era tutto, un ago, un filo, un bottone o anche una catenella per gli occhiali. Insomma in questo momento mi sto focalizzando sull’attività che adesso sto gestendo, però mi piacerebbe aprire una cosa del genere.

Com’è la gestione con le rate?

Al momento, e spero che sia sempre così, riesco a occuparmi di tutte le spese a pagare le bollette, a pagare l’affitto, la rata mensile. Mi auguro che vada sempre meglio, adesso sono i primi mesi, faccio del tutto anche durante il giorno di riposo per andare a cercare attività che hanno bisogno del servizio lavanderia, i B&B, i ristoranti, attività, insomma che possano usufruire del servizio che offriamo.

A quanto ammonta il tuo prestito?

40 mila e avrei la possibilità a dicembre di poter incentivare, di poter avere altri 10 mila euro. Adesso vedo, vorrei comprare la vettura per fare le consegne, perché io ritiro e consegno a domicilio. Al momento sto utilizzando la macchina di mia madre perché io lasciandomi con l’ex sono rimasta anche senza vettura e quindi stavo pensando di poter comprare una vettura perché tante signore che non guidano mi chiedono un servizio a domicilio.

Cosa pensi del microcredito? Regalaci uno slogan: cos’è per te il microcredito?

Una luce nel buio, la luce in fondo al tunnel.

Perché non avrei mai potuto completare l’idea e il progetto che avevo in mente senza il microcredito. È arrivato al momento giusto, avevo fatto anche diversi percorsi psicologici e quindi da quel punto di vista ero già un po’ più forte. L’intento del microcredito di libertà è proprio quello, accompagnare le donne che sono pronte, che hanno fatto un percorso importante perché senza sostegno psicologico, senza aver ricostruito il proprio mondo, non si è pronti, si rischia di ricadere in una situazione anche peggiore.

Perché diventare imprenditrice?

Perché BASTA! Almeno per quanto mi riguarda, mi sono stufata anche a livello lavorativo (oltre che nella vita) di essere comandata dagli altri. Voglio decidere io quando lavorare, se lavorare due ore in più, se potermi portare il bambino al lavoro. Voglio essere libera di poter lavorare, libera di poter essere me stessa.

E tuo figlio che ne pensa?

È contentissimo del percorso che ho fatto, anche lui purtroppo mi ha visto stare molto male. Tante violenze sono avvenute anche in sua presenza, soprattutto l’ultima, che mi ha convinto a interrompere la relazione. Il bambino è quindi contentissimo adesso dice: “Mamma ha la lavanderia, mamma ha la lavanderia!”.

Print Friendly, PDF & Email
© 2019 Rivista Microfinanza. All Rights Reserved.