Archivio opinioni
L'AZIENDA ITALIA RIPARTE DA UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE INNOVATIVA E DIGITALE
Intervista al Ministro Paolo Zangrillo - Ministro Pubblica Amministrazione
ELISA PANDOLFI
Ministro Lei nasce come dirigente d’azienda. L’amministrazione di un’azienda è paragonabile all’amministrazione di una pubblica amministrazione?
Iniziamo col dire che la pubblica amministrazione è una organizzazione complessa di persone al pari di qualsiasi impresa. Princìpi e regole fondamentali sono le stesse e analogo è anche quello che potremmo considerare il ‘valore guida’ di entrambe, l’efficienza, ovvero la capacità di raggiungere i propri obiettivi. Sono questi ultimi a cambiare: le amministrazioni non gestiscono interessi propri, come l’imprenditore o l’azionista, ma guardano al bene comune di cittadini e imprese. Responsabilità diverse, dunque, ma regole e strumenti simili. Non mi stancherò mai di dire che quello che funziona nel privato vale anche per il pubblico, come per lo smart working: durante la pandemia siamo passati da 500mila a 6 milioni di lavoratori agili, non vedo quindi il motivo per cui la pubblica amministrazione dovrebbe rinunciare a questo strumento. Serve però una rivoluzione culturale, oltre che organizzativa, finalizzata a rendere il lavoro agile pienamente efficace, così da non pregiudicare i servizi erogati ai nostri utenti. Il bene comune, appunto.
La politica come mezzo per raggiungere una nuova capacità di tornare a primeggiare sullo scacchiere internazionale come nazione efficiente. Quanto vale il sostegno dell’Europa e quanto riuscirà l’Italia a sviluppare con gli aiuti del PNRR?
Il Pnrr è un’opportunità straordinaria di investimenti, di riforme e di sviluppo. Lavoriamo per dotare le amministrazioni, centrali e territoriali, delle risorse adeguate a realizzarlo. Uno sforzo straordinario, perché gli anni di blocco del turnover ci hanno lasciato alle spalle una vera e propria desertificazione, con circa trecentomila unità di personale in meno. Vogliamo recuperare questo ritardo, che incide anche i termini di età e di competenze: tra sostituzione del turnover e nuove assunzioni viaggiamo verso i 350 mila ingressi in due anni, 2022 e 2023.
Stiamo producendo uno sforzo straordinario, in collaborazione con gli enti territoriali, per individuare le risorse necessarie ad attuare il Piano nei tempi previsti. Il nostro Paese dispone di grandi capacità, non sprecheremo questa opportunità.
Quanto conta la formazione di dirigenti e personale per una PA moderna ed efficiente? Quali a suo avviso i temi di maggiore sensibilità e le competenze che i dirigenti devono saper padroneggiare?
Qualsiasi organizzazione, per essere al passo con i tempi e rispondere ai mutamenti culturali e tecnologici della società, deve investire sulle competenze. Con questo obiettivo è nato Syllabus, il portale lanciato in concomitanza con la mia nuova direttiva sulla formazione, che proprio ai dirigenti affida la pianificazione, la gestione e la valutazione delle attività in materia. Per accompagnare la crescita professionale dei dipendenti attraverso percorsi formativi in grado di promuovere l’innovazione della PA a partire dalla transizione digitale, ecologica e amministrativa. Ma non basta conoscere alla perfezione norme e procedure, bisogna fare lavoro di squadra, soprattutto se si è dirigenti. E anche su questo la formazione è centrale.
Come cambierà la PA attraverso la digitalizzazione? E quali servizi offrirà ai cittadini e alle imprese per rendere loro più accessibile e funzionale il passaggio alla transizione digitale?
Le nuove tecnologie stanno rendendo più efficiente la PA, accorciando i tempi delle procedure e promuovendo un modello di amministrazione sempre più vicina a cittadini e imprese. Penso a inPa, il portale unico del reclutamento che rende completamente digitali i concorsi, a LaTuaPA, la piattaforma che permette ai cittadini di segnalare quello che non va. L’Anagrafe digitale della pubblica amministrazione consentirà finalmente di censire il nostro capitale umano. La Banca dati dei Pareri contiene oltre 400 documenti utili per conoscere l’evoluzione normativa in merito al pubblico impiego, all’organizzazione amministrativa e alla gestione del personale della PA. Si tratta, appunto, di strumenti digitali pensati per migliorare la pubblica amministrazione e i suoi servizi.
Gli Enti locali, i comuni sono una risorsa fondamentale che il PNRR può sostenere. Quali le linee programmatiche che il ministero sostiene per lo sviluppo di progetti sul territorio?
Sappiamo bene che il 70% dei progetti del PNRR ricade sugli enti territoriali. Per questo motivo stiamo lavorando per dotarli delle risorse e delle competenze necessarie a centrare nei tempi previsti gli ambiziosi obiettivi che abbiamo di fronte. Qualche difficoltà la stiamo incontrando, non lo nascondiamo, ma alcuni interventi li abbiamo già messi in pratica. Abbiamo ad esempio dotato i piccoli comuni dei fondi per assumere i tecnici, stabilito che gli enti territoriali, nel bandire i concorsi per assunzioni a tempo indeterminato, possono riservare fino al 40% dei posti ai tecnici assunti a termine per il PNRR. Si tratta di primi interventi concreti, a cui ne seguiranno altri.
Microcredito e microfinanza, due attività che sostengono l’economia dei ‘più deboli’ cioè di coloro che non avrebbero, senza le garanzie dello Stato e l’ausilio tecnico di tutor competenti, la possibilità di creare impresa. Pensa che in un prossimo futuro sarà possibile mettere a disposizione di questi soggetti una corsia preferenziale per sostenere l’accessibilità alle pratiche e sostenere le imprese sul territorio attraverso le competenze della PA?
L’eccesso di burocrazia è certamente un motivo di freno dell’attività amministrativa e quindi, in generale, dello sviluppo del Paese. Microcredito e microfinanza sostengono in maniera significativa l’economia dei più deboli. Lo sforzo che deve fare la Pubblica amministrazione, e che noi stiamo cercando di fare, è quello da un lato di semplificare, di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono un rapporto fluido, ‘friendly’, amico, tra la PA, cittadini e imprese. In questo panorama la possibilità di creare corsie preferenziali, di avere opportunità e soluzioni più semplici per le persone più deboli è uno dei temi che dobbiamo necessariamente affrontare. La Pubblica amministrazione offre servizi al cittadino e, quindi, deve essere attenta soprattutto ai più deboli, a chi incontra più difficoltà. Il nostro sforzo, nel percorso di semplificazione, è inteso quindi anche a trovare delle soluzioni customizzate per queste fasce.
L’Ente Nazionale per il Microcredito nel 2022 ha ricevuto dal Ministero della Funzione Pubblica il premio Bocconi SDA per le buone pratiche di formazione dei neet alla educazione economica. Quale a suo avviso è il valore della formazione finanziaria per il sostegno della PA?
Sono molto sensibile e attento al tema della formazione in generale. Penso che la crescita di un’organizzazione, a cui non sfugge la Pubblica Amministrazione, dipende in buona parte dalla possibilità di offrire formazione e, quindi, l’opportunità di poter crescere dal punto di vista delle proprie competenze, delle proprie capacità, della propria consapevolezza. Nella formazione rientra anche la formazione finanziaria: in un mondo regolato dall’economia avere dipendenti che hanno competenze anche in questo ambito è fondamentale. Questo è uno degli sforzi che dobbiamo compiere. Stiamo lavorando: sono felice di avere avviato proprio in queste settimane un nuovo strumento completamente digitale, Syllabus, una piattaforma consultabile da tutti i dipendenti pubblici, che potranno incrementare il proprio profilo di competenze. È una piattaforma che completeremo con diversi contenuti e tra questi ci saranno certamente anche i ‘basic’ sulla formazione finanziaria.