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Erminia Mazzoni

Esperta di Politiche del Lavoro e dell’UE

A inizio dicembre dello scorso anno, avevo promesso alla redazione, per questo numero dedicato ai giovani e alle donne, una intervista al Presidente del Parlamento Europeo, l’amico David Maria Sassoli, con il quale ho avuto la fortuna di condividere l’esperienza al Parlamento europeo (2009/2014), ma il destino ha deciso diversamente.

Credo sia “buono e giusto” oltre che utile per ciascuno non rinunciare a disseminare alcune delle tracce dell’insegnamento umano e politico che David Sassoli ha offerto con la sua esperienza di vita.

E allora occupo un piccolo spazio di testimonianza e memoria perché il suo tratto dia comunque l’impronta a queste pagine, rivolte alla speranza di riuscire, con la diffusione delle idee, a dare un contributo alle nuove generazioni.

All’alba del 2020 l’Italia si preparava ad affrontare un anno impegnativo. Il quadro macro prevedeva la crescita 2020 allo 0,6%, il deficit/PIL al 2,2%, il debito in riduzione al 135,2 dal 135,7% del PIL del 2019. Eravamo impegnati a negoziare con Bruxelles l’alleggerimento delle misure del patto di stabilità, la rimodulazione degli obiettivi della programmazione 2014/20 e la definizione dei nuovi obiettivi di programmazione per il periodo 2021/27.

All’improvviso ha fatto ingresso nella nostra vita la “pandemia”, che, dove non ha portato morte, ha stravolto ritmi e prospettive e innovato il nostro vocabolario. Covid, Lockdown, distanza, DaD, LAG, tamponi, mascherine... E non solo. Anche l’UE ha cambiato la propria fisionomia. Da matrigna cattiva e bacchettante si è trasformata in rifugio protettivo.

Da Bruxelles la risposta è arrivata con una potenza mai vista prima. Oltre ad aver preso in carico la gestione coordinata della risposta sanitaria all’attacco virale, ha varato importanti misure per sostenere l’emergenza socio-economica prevedibile. Il patto di stabilità è stato sospeso, gli Stati sono stati autorizzati a riprogrammare la spesa dei fondi Sie per rispondere alle prime esigenze e si è messo in campo un nuovo meccanismo finanziario per la resilienza e la ripresa, dispositivo da 672,5 miliardi di Euro, c.d. Recovery and Resilience Facilities, da noi più noto come Recovery Plan. Le ingenti risorse sono state pensate per aiutare gli Stati membri ad affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia di COVID-19, garantendo nel contempo che le loro economie potessero intraprendere le transizioni verde e digitale e diventassero più sostenibili e resilienti.

Tutto questo è stato possibile anche perché con determinazione e intelligenza l’allora Presidente del parlamento Europeo, David Sassoli, convocò il Parlamento in seduta straordinaria, contro la volontà di molti e superando le incertezze dei più, perché si approvasse tutto il pacchetto di aiuti e misure europee, che hanno consentito ai Paesi della UE di affrontare con inusitata prontezza la sfida della pandemia.

“Sassoli ha saputo non solo difendere la dignità del Parlamento, ma perfino rafforzarne il ruolo. Sotto la sua guida quest’elefante complesso che è il Parlamento Europeo ha saputo trovare meglio di tanti altri Parlamenti – ivi compreso il nostro che pare giacere quasi disossato – la via per funzionare in presenza e a distanza, per far sentire la voce dell’opinione pubblica europea.” (da l’Espresso di Michele Nicoletti).

Nasce così il Next Generation Eu, che oggi ci consente di guardare con ottimismo al futuro, con la consapevolezza, però, delle responsabilità che con esso ci siamo assunti nei confronti delle future generazioni.

Sul punto illuminante un passaggio dell’intervento di David Sassoli agli Stati Generali Promossi dal Governo a giugno del 2020, laddove con disarmante semplicità osservava: “Il piano di ripresa è stato giustamente denominato Next Generation Eu. Si chiama così perché servirà a investire sulle prossime generazioni. Noi indebiteremo le generazioni future e dobbiamo sentire la responsabilità di ripagarle in prosperità e sviluppo. Occorrerà quindi concentrarsi sui giovani. Ci vorrà un grande piano di investimenti sui beni comuni, come educazione e formazione, per dare a tutti le stesse opportunità” (SIR Agenzia di informazione - 13 Giugno 2020 @ 13:59).

E ancora il messaggio che l’ex Presidente del Parlamento europeo David Sassoli invia alla Settimana sociale dei cattolici italiani a Taranto il 23 ottobre scorso “Se la sostenibilità è la sintesi e l’orizzonte comune del nostro agire, il Green Deal e il Next Generation EU rappresentano la traduzione concreta dell’impegno europeo verso l’ambiente e le generazioni future. Questi provvedimenti delineano un cambio di paradigma che non è solo economico e sociale ma anche culturale.” (askanews – 23 ottobre).

La conferma dell’impegno per il progetto giovani che David Sassoli perseguiva innervandolo della sua umanità la troviamo nel commovente ricordo del Vice Presidente della Commissione, Frans Timmermans, collega e amico, che, alla domanda della corrispondente da Bruxelles del Corriere della sera “Qual è l’eredità politica (ndr di David Sassoli)?”, risponde senza incertezze “Lotta al cambiamento climatico e giovani. Erano due temi profondamente legati per David. Cominciavamo ogni pranzo, ogni caffè che abbiamo preso assieme parlando dei nostri figli, dei loro studi, degli amori. David si è impegnato per combattere la disoccupazione giovanile in Italia, in Spagna e in Grecia, colpiti da questo grave problema. I giovani erano al centro della sua attività politica. Se vogliamo onorare la sua memoria dobbiamo concentrarci sui problemi dei giovani, sulle opportunità che dobbiamo dare loro. La politica sul clima è legata a questo. Il legame con i giovani, come possiamo costruire un dialogo con loro era un impegno centrale del suo compito di presidente del Parlamento Ue” (Corriere della sera.it – 12.01.22 - di Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles).

Ciao David.

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