MICROSTORIE

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Continuiamo in questo numero di Microfinanza a raccontare le esperienze dei beneficiari di microcredito. Neo imprenditori con un sogno nel cassetto divenuto realtà grazie alla caparbietà,alla volontà e allo strumento microcreditizio. L’aiuto dei tutor, la pianificazione e la realizzazione dell’idea imprenditoriale ci portano, oggi, a raccontare queste storie di resilienza e di impresa.

Sono Patrizia Bruno, ero un consulente d’impresa ma mi stava stretta questa posizione e nel 2015 ho colto l’occasione grazie a un progetto regionale che mi ha co-finanziato l’affittacamere sorto poi nel 2016 e con mio marito abbiamo deciso di acquistare questo palazzo, ne abbiamo appunto ricavato l’attività di affittacamere di cui però non ero riuscita a completare i lavori che grazie all’accesso al microcredito ho completato realizzando inoltre una bellissima veranda nella struttura che è un input non indifferente alla struttura stessa. Questo mi ha permesso di ampliare e acquisire nuovi clienti, ampliando anche il target degli ospiti che mi vengono a trovare e scelgono la mia struttura. Ovviamente l’accesso al microcredito è stato ottimale perché mi ha dato la possibilità non solo di completare i lavori ma la possibilità di poter pagare anche le rate e quindi un’ampia boccata d’aria. Io lo faccio con passione, lo faccio con amore, ho cercato di curare i dettagli, di accettare, accogliere tutti i suggerimenti che nel tempo dal 2016 gli ospiti mi hanno dato per migliorare il servizio e devo dire che sono veramente soddisfatta del lavoro che faccio.

Quanto è costata tutta l’operazione?

Allora, inizialmente ho avuto un contributo di 200 mila euro, consideri che altri 110 li ho dovuti mettere io insieme a mio marito e poi con l’accesso al microcredito diciamo che è intorno ai 350 mila euro.

Che cosa direbbe lei del microcredito? Qual è uno slogan per il microcredito? Che serve il microcredito?

Come dicevo prima, ribadisco che il microcredito innanzitutto ti dà la possibilità di venire a contatto con delle persone umane, non è soltanto un istituto di credito, una banca dove vai, chiedi e rimani dalla tua parte, ti dà la possibilità di realizzare e magari portare a termine quel piccolo sogno che magari non riuscivi a pensare di realizzare.

Chi lavora con lei?

Con me lavora, quando siamo a regime, perché io al momento riesco a ospitare 30 posti letto, mio marito e quanto ne ho strettamente bisogno anche le mie figlie. Di recente proprio i primi di luglio abbiamo aperto un piccolo ristorantino di prodotti tipici locali, una cucina tipica proprio per dare un ulteriore servizio agli ospiti che mi arrivano da tutto il mondo, soprattutto dal nord Europa e che richiedevano proprio una enogastronomia locale, dei piatti tipici da poter assaggiare e la Calabria in questo ho il primato.

Che significa tornare in Calabria o restare in Calabria e avviare un’impresa?

Beh, sicuramente restare in Calabria e avviare un’impresa non è facile, innanzitutto non per i mezzi perché i mezzi finanziari intendo dire, si trovano sicuramente, se si ha la tenacia, la capacità, l’ostinatezza di credere in quello che si vuole realizzare. Diciamo che in Calabria ancora è difficile rimanere se non si capisce, non si comprende di fare rete, rete diciamo anche fra noi stessi albergatori, noi stessi che facciamo questo tipo di lavoro c’è ancora la mentalità molto ristretta, bisogna collaborare, se non si fa rete non si collabora tra noi che facciamo questo lavoro come ospitalità, ristorazione e quant’altro non è facile portare avanti un’attività del genere.
Intervista ad Antonella Gobbo e David Duszynski:

Un Viaggio nel Mondo dei Giochi da Tavolo

Sono Antonella Gobbo, tutor per l’Ente Nazionale per il Microcredito. Da libero professionista, dal 2017 supporto le aziende nei loro progetti, portando risultati straordinari. Oggi ho il piacere di presentarvi David, con il quale ho avuto il primo contatto a marzo. David ha un progetto davvero interessante, in cui ho creduto sin dal primo momento. Ho cercato, fin dall’inizio, di fornirgli tutte le informazioni necessarie per accedere al microcredito. Abbiamo iniziato dal progetto che mi ha illustrato, identificando le giuste risorse e stabilendo l’aspetto fiscale per garantire che la domanda fosse presentata correttamente.

David qual è stata la tua idea?

Grazie, Antonella! La mia idea è quella di sviluppare una casa di produzione di giochi da tavolo. Questo settore sta vivendo una grande rinascita e il mercato ludico è molto promettente. La fiera Modena Play, per esempio, sarà spostata a Bologna l’anno prossimo proprio perché abbiamo registrato un numero eccessivo di partecipanti. Il mercato dei giochi è in costante crescita e questo settore unisce tutte le mie competenze: sono grafico, illustratore, copywriter e progettista. Tutte queste abilità confluiscono nei giochi da tavolo.

Questa idea dei giochi da tavolo non è vecchia oggi?

I giochi da tavolo non sono affatto un’idea obsoleta. Durante il periodo di pandemia e distanziamento sociale, sono tornati in voga perché permettono di riunirsi e vivere esperienze collettive, anche se in piccoli gruppi. La bellezza di questi giochi è che favoriscono il dialogo e il contatto umano. Negli ultimi tempi, molte persone si riuniscono per testare nuovi giochi, desiderose di condividere momenti insieme. I giochi moderni offrono esperienze nuove: non si tratta più solo di classici come Risiko o Monopoli, ma di giochi che ci mettono di fronte a scelte e permettono di immedesimarsi in personaggi e situazioni, immaginando nuovi mondi.

E di che cosa parla il tuo gioco? Come è strutturato?

Ce ne sono vari, quindi non è solo un gioco. Il primo, quello che uscirà a breve, si chiama Risigol. È un gioco sul calcio, con caratteristiche vintage, ispirato agli anni 70-80, quando il calcio era più autentico, più a misura di uomo. Personalmente, ho trovato grande soddisfazione nell’illustrare il gioco, dato che sono un appassionato del vintage calcistico, come le figurine Panini. Questa cosa è piaciuta talmente tanto ai miei amici che alcuni di loro già lo chiamano il “nostro gioco”, quindi non è più il “mio”, ma è il nostro gioco, rendendolo un’esperienza condivisa. E devo ammettere che la loro passione ha alimentato il processo di sviluppo del gioco rispetto a quello che era qualche anno fa. Adesso grazie ai loro interventi è diventato migliore, è diventato più bello, più giocabile.

E come funziona?

In Risigol, i giocatori creano la propria squadra utilizzando figurine e devono gestirla anche a livello finanziario, cercando di portarla alla vittoria del campionato. Ma non è così semplice: se gestisci male la tua squadra, non vincerai. Questo aspetto ha colpito molto i giocatori, che si sentono coinvolti nel ruolo di presidenti di una squadra, non solo come tifosi. Ho anche altri progetti in cantiere, che trattano temi come la politica e nuove interpretazioni di giochi classici.

Allora parliamo della parte finanziaria ed economica. Come sei arrivato al microcredito e quanto ti ha aiutato il microcredito e soprattutto quanto ti ha aiutato la tua tutor?

Sono arrivato al microcredito perché questo sogno era diventato un obiettivo. Ho parlato con il mio commercialista che mi ha aperto questa ipotesi, questa strada, parlandomi per la prima volta di microcredito. Risiedo in Lombardia, ma sono originario del Lazio. Ho contattato Antonella dopo aver letto una sua bellissima intervista, mi è piaciuta subito, ho empatizzato con lei non conoscendola. Determinata e determinante. L’ho contattata a marzo e da lì è stato un bel viaggio insieme. Lei ha capito innanzitutto la spirale attorno alla quale stavo girando e ne è diventata il fulcro, quindi mi ha permesso di andare in fondo a questa faccenda, capendo ovviamente meglio ancora il mio progetto, che non era quello appunto di un solo gioco, ma di produrne diversi, e ho capito che era la persona giusta perché mi ha dato ascolto. Questa è stata la cosa principale. Non è così facile, parlare di un proprio progetto quando si parla di un mondo così in crescita, però così astratto come quello dei giochi, soprattutto da tavolo. Lei invece ha capito che potenzialmente c’era tanta “roba”, però in realtà la cosa principale è stata proprio questa, mi ha dato ascolto.

Antonella, e tu come hai fatto a crederci e soprattutto perché hai trovato la sostenibilità nel progetto?

Quando ci siamo sentiti la prima volta ho subito colto la passione che lui trasmetteva in quello che aveva fatto, e ad oggi la passione secondo me è un elemento determinante perché ci credeva in prima persona ma trovava tanti ostacoli. Pian piano mi ha fatto vedere questo gioco, cosa aveva realizzato, e sinceramente la sua manualità mi ha colpito particolarmente. In un mondo che è tutto consumismo, che è tutto usa e getta, tutto il tempo che lui ha dedicato a questo suo progetto, a questo suo sogno è stato ammirevole.

E quindi ho detto, beh, tutto sommato parlano tanto di startup innovative, di intelligenza artificiale, qui invece c’è proprio l’intelligenza dell’uomo, e questa cosa mi ha colpito in modo particolare e allora mi sono impegnata per dargli, secondo me, gli indirizzi giusti e i migliori consigli.

E la sostenibilità c’era perché di fatto lui cosa fa?

La sostenibilità del progetto è fondamentale. Aldilà dell’opera di ingegno di David, naturalmente una volta realizzato il prodotto deve essere comunque distribuito e quindi a lui serviva il supporto proprio per la realizzazione del prodotto, altrimenti rimaneva solo il sogno nel cassetto. E la sostenibilità quindi stava appunto nel trovare uno strumento finanziario idoneo che lo sopportasse nella produzione e conseguentemente nella distribuzione. Abbiamo stilato un business plan dettagliato e valutato il mercato. Abbiamo anche presentato la nostra domanda a una banca, dove abbiamo ricevuto un ottimo supporto. Nel Banco di Sardegna, dell’Agenzia di Milano, abbiamo trovato degli ottimi funzionari che lo hanno accolto, lo hanno seguito. È stata una cosa diversa, una cosa del tutto nuova, una novità del momento, ma proprio come diceva lui, io vedo che anche i ragazzi hanno bisogno di incontrarsi e forse, io lo vedo con i miei figli, quando si incontrano mi tirano fuori il vecchio monopoli, ho detto perché non farlo con un altro gioco, quindi ho pensato che fosse la cosa giusta.

Quando uscirà il gioco?

L’obiettivo è di lanciare “Risigol” a fine marzo, per la grande Fiera Play di Bologna. (ndr)

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Emma Evangelista

Storie di Rinascita, esperienze di microcredito di Libertà

Il progetto microcredito di libertà può sostenere l’autoimprenditorialità delle donne che provengono da percorsi difficili ma che hanno forza e idee per ripartire da sé stesse e avviare un’attività di impresa.

Sicuramente il vissuto accidentato e l’esperienza che le ha segnate profondamente non rendono facile il confronto con il tessuto economico e sociale che le vuole imprenditrici.

Il sostegno psicologico ricevuto nei Centri Anti Violenza e nelle case famiglia però ha contribuito a ricostruire quell’autostima che le pone in una prospettiva di ascolto e apertura tali da poter anche osare la sfida di ricostruire un’indipendenza economica creando la propria azienda.

A questo punto interviene il Microcredito di Libertà che attraverso il sostegno di tutor specializzati nei servizi ausiliari e il supporto economico dello Stato che copre con garanzie l’80% dell’investimento è possibile che queste donne si riapproprino dello spazio che è loro dovuto.

Di seguito racconteremo le storie delle prime due pionieri di questo progetto. Le storie di due donne che, uscite dal tunnel della violenza e degli abusi grazie ai CAV, hanno avuto accesso al microcredito di Libertà e hanno avviato le loro imprese. Sono due storie simili, ma allo stesso tempo, complesse e differenti ciascuna per la propria dimensione: sono le storie di Rosa e Margherita, due nomi di fantasia che ci consentono di tutelare la loro privacy e quella delle loro famiglie, che hanno comunque voluto testimoniare con forza la loro rinascita affidando a noi le loro storie e raccontandoci con orgoglio della nuova primavera che stanno vivendo come donne e come imprenditrici.

Le imprese di Rosa e Margherita le prime due ribelli che hanno vinto!

Rosa

È una giovane donna del Sud, come tante ha deciso di liberarsi dalla violenza e dalla prevaricazione e si è rivolta ad un Centro Antiviolenza. Al termine del percorso di sostegno le è stata prospettata l’idea di avviare un’impresa. Ha seguito i corsi che le sono stati proposti per l’avvio di un’attività ed infine ha preso parte al progetto MdL. Ha frequentato le video lezioni per l’autoimprenditorialità proposte dall’Ente Nazionale per il Microcredito e quindi le è stato affidato un tutor dell’elenco nazionale che l’ha seguita per la realizzazione della sua impresa .Oggi Rosa ha avviato la sua attività di stampa grafica e questo è quello che ci ha raccontato del suo percorso:

Come hai conosciuto il Microcredito di Libertà?

Tramite il Cav, mi è stato proposto, ovviamente ho accolto piacevolmente la cosa, l’iter è iniziato da lì, mi hanno fatto fare questa domandina, poi da lì mi hanno contattato, ho dovuto fare dei corsi online e mi hanno affidato un tutor, dell’associazione Unigens, molto paterno, bellissima esperienza con lui. È stato molto piacevole, è stato un po’ lungo l’iter. Si sono dilatati un po’ i tempi rispetto a quello che immaginavo, però alla fine siamo riusciti ad avere questi soldini. Quindi adesso stiamo organizzando il magazzino, lo stiamo allestendo e stiamo proseguendo l’iter con il commercialista.

Come ti è venuta l’idea di fare l’imprenditrice? Avevi già l’idea di mettere su un’azienda?

Di fatto no, ho fatto dei corsi sempre tramite CAV di autoimprenditorialità femminile, poi mi si è aperta la mente, e mi hanno fatto conoscere questa opportunità, ho immaginato cosa potessi fare, cosa mi piaceva fare, cosa mi sarebbe piaciuto fare, finalmente qualcosa che potevo fare per me nella vita e ho pensato a questo. Ho pensato di mettermi in proprio, per aprire un’attività di grafica, di stampa digitale, quindi grafica, stampa digitale, personalizzazioni, molto bella come impresa.

Il CAV ti ha sostenuto, ti ha aiutato?

Mi ha preso per i capelli, come dico sempre io:

Nel tuo periodo di abusi hai vissuto anche un tipo di violenza economica?

Anche tutte le violenze a partire da quella psicologica, tutto quello che vuoi mettere all’interno non puoi sbagliare: fisica, economica.

Per avviare questa impresa hai fatto dei corsi, tra cui quelli che il microcredito ha proposto in piattaforma, quelli del CAV, per capire un po’ come gestire i soldi?

Si, ho fatto questo corso con il CAV di autoimprenditorialità femminile, devo farne altri di grafica che ancora non sono iniziati. Quando ho conosciuto il mio socio che è del settore mi si è aperto un mondo, una opportunità che si creava da una mia passione. Io già amavo la personalizzazione, il bello, come posso dire, la capacità di identificarsi con qualcosa di tuo, personalizzato da te e su di te e creare un’azienda di grafica che personalizzasse quello che riguarda gli oggetti che usiamo per noi stesse, per la casa, ma anche per la macchina, è diventato un lavoro che mi piace. Il mio socio, poi è grafico e lo faceva già in piccolo come lavoro, e me l’ha fatto amare molto. È stato un incontro magnifico. Parlare di queste cose mi emoziona, a volte non mi vengono le parole.

Ci stai raccontando una parte della tua vita importante, un punto di svolta. Possiamo dire che la cosa determinante è stato l’approccio al CAV che poi ti ha mostrato la strada del microcredito?

Sì, assolutamente sì. Quello è stato fondamentale. Adesso ho un po’ più di fiducia in me stessa, l’incontro anche con altre donne come me, che hanno partecipato sempre a questo corso, e gli appuntamenti con la psicologa, con la sociologa, e con le altre figure di sostegno. Mi hanno rivoltata ‘come un calzino’ per capire da dove prendermi, come prendermi, come rimettermi, diciamo, al mondo, in maniera che potessi ricominciare.

In tutto questo percorso, il microcredito arriva in un momento in cui tu dovevi decidere, perché eri già uscita da tutta la fase critica, no? Quindi, che cosa ti ha dato il microcredito?

Beh, l’opportunità di rinascere, l’opportunità di intraprendere una cosa, magari qualcosa che mi appassiona, farne un lavoro, non solo una passione, rendermi autonoma, indipendente, ricredere in me stessa. È un’opportunità, è una grossa opportunità. Poi mi sono affidata al signor Damiano (tutor ndr), che è stato un padre, è stato una guida amorevole, affettuoso, sempre presente, in ogni momento disponibile, e attento.

E tu in questo momento, come ti senti? Ti senti pronta, ti senti carica?

Mi sento carica, ora ci sono, è chiaro che ci sono. Non sono sola, intanto pensiamo in due in questo progetto e siamo la spalla l’una dell’ altro in questa avventura, anche perché sola non me la sarei mai sentita, perché rimani fragile, ma questo è un altro capitolo. Ora sono fiduciosa, adesso devono arrivare altri macchinari, perché per quanto il microcredito sia stato un grandissimo aiuto, i macchinari sono costosi, quindi abbiamo dovuto trovare qualcosa di seconda mano, che fosse, tenuta come si deve, ma meno costoso, abbiamo molto da fare.

Se immagini una t-shirt che devi stampare, che cosa ci scriveresti sopra?

Ce l’ho fatta! Credo proprio che questa sarebbe la frase.

Vorrei che tra qualche anno diventassi una testimonial palese di questo progetto per dire a tutti che ce l’hai fatta!

Però è giusto dire che io non ce l’ho fatta da sola!

Quindi per te il Microcredito di Libertà funziona, e perché funziona?

Funziona perché è un aiuto, è uno stimolo a ricominciare perché a un certo punto il sostegno dei Cav si ferma, ti aiutano psicologicamente ma poi si ferma. Ma soprattutto perché a una certa età (anche se non sono troppo grande sono quasi verso i 50), se non hai un’opportunità del genere, se non hai un sostegno del genere, non hai le forze. Il lavoro te lo devi creare, però devi avere sempre un po’ di sostegno economico. Dove vai se non hai nulla alle spalle? E io tra l’altro sono orfana, non ho i genitori, sono sola, dove dovevo andare? Cosa avrei potuto fare? Quindi se non avessi avuto questa opportunità, cosa avrei potuto fare, a cosa potevo aspirare? Ecco, questo è cosa posso dire nel mio piccolo.

Beh, sei stata molto in gamba perché hai riconquistato tutto, la tua libertà, la tua indipendenza e adesso anche un lavoro.

Soprattutto l’autostima, ci tengo a sottolinearlo perché ero distrutta, annientata.

Che cosa significa per te accollarsi un prestito, seppur garantito dallo Stato?

Non è una cosa che mi pesa, certo è una responsabilità grande, che ti senti perché sai che devi restituire ciò che ti è stato dato. Te lo hanno offerto, te l’hanno dato però tu sai che un giorno dovrà tornare tutto da dove è arrivato. A me sinceramente non pesa, perché credo in questa opportunità, credo in questa esperienza, ci tenevo tanto e non credo che avremo problemi a restituire tutto il prestito. Non ho paura.

Bene, allora un passo per volta, andiamo avanti, e raccontaci il tuo prossimo progetto

Il mio prossimo progetto è rilanciare il mio e-commerce, parlo sempre del mio lavoro. Lo stiamo preparando, da soli perché ci avevano chiesto troppi soldi e abbiamo preferito risparmiare per comprare un macchinario in più. Lanciare l’e-commerce da soli è bellissimo, sta venendo anche molto bene.

Margherita

È una mamma che vive nel Lazio e dopo un percorso di abusi è uscita dalla spirale avviando la propria attività di lavanderia. Sin da ragazza amava pulire, smacchiare, curare biancheria e panni e di questo suo pallino ha fatto una professione che ormai la vede nel settore da circa sei mesi. Ora lavora per sé e ha al fianco una assistente alla tavola da stiro, quindi ha avuto il suo riscatto personale avviando una impresa con una dipendente part-time. Questo è ciò che ci ha raccontato della sua esperienza con il Microcredito di Libertà che ha utilizzato per ripartire da sé e dalle sue forze.

Ci racconti un pochino la tua esperienza e come sei arrivata a scoprire che c’era una misura per il microcredito?

Io sono iscritta da diversi anni in questo centro antiviolenza per le violenze che purtroppo ho subito negli anni da parte del mio ex compagno e padre di mio figlio. Avevo intenzione di aprire questa attività ma purtroppo i fondi che avevo reperito non erano abbastanza per coprire tutte le spese che avrei dovuto affrontare e la presidente del centro mi ha messo al corrente che c’era questa misura di microcredito per donne vittime di violenza di cui avrei potuto usufruire e quindi tramite lei mi sono messa in contatto con l’Ente e mi ha indicato cosa fare per fare domanda.

Tu hai sempre voluto fare l’imprenditrice?

Diciamo che sì, mi è sempre piaciuto organizzare anche se prima facevo tutt’altro, mi sono dovuta un po’ reinventare a causa di queste vicissitudini nella mia vita, perché prima sì, mi occupavo della parte amministrativa dell’azienda che avevo con il mio ex compagno e una volta lasciato il mio ex, sono rimasta senza lavoro e quindi ho cercato di trovare un ramo mio, ciò che più mi piaceva e quindi il bucato. Occuparmi di smacchiare piuttosto che tingere i capi e qui ho deciso di aprire questa lavanderia.

Quindi tu non eri proprio digiuna di quella che è tutta la parte economica e finanziaria ma poi nel frattempo insieme al tutor hai seguito dei corsi?

Sì, io già avevo fatto un corso di formazione ancora prima di entrare nel centro antiviolenza, quando sono rimasta senza lavoro, la Camera di Commercio aveva organizzato dei corsi di formazione e io ho deciso di aderire perché ero in cerca di lavoro e intanto ho deciso di occupare questo tempo e quindi ho iniziato a frequentare online perché c’era ancora il Covid e ho seguito online tutte queste sessioni, questi corsi per l’imprenditoria che sono tornati chiaramente utili nella gestione di questa mia nuova attività.

Come è nato l’incontro col tutor?

Sono stata messa in contatto con il tutor che era stato assegnato alla mia richiesta e devo dire che sono stata veramente seguita benissimo in ogni mia necessità anche in qualche crollo psicologico perché all’inizio un conto è avere un’idea imprenditoriale ma per metterla in pratica si trovano talmente tanti ostacoli e lui è stato bravissimo a farmi affrontare tutte quelle che potevano essere le problematiche sorte nel corso dell’elaborazione di questa idea imprenditoriale.

Che cosa ne pensi di questo percorso da persona che l’ha vissuto? In cosa potrebbe migliorare?

Non ho nulla da segnalare perché veramente sia dal punto di vista comunicativo che di supporto, io mi sono trovata benissimo, non consiglierei di migliorare nulla perché non c’è nulla da migliorare.

Sei riuscita a creare l’azienda? Da quando avevi cominciato fino a quando il microcredito ti ha dato supporto? Quanto tempo c’è voluto per avere il finanziamento?

Io ho iniziato alla fine di luglio quindi c’era anche agosto di mezzo, considerando anche questo, io dal 31 luglio sono riuscita ad avere il bonifico del microcredito il 23 novembre quindi in pochissimo tempo, è anche vero che sono stata molto veloce, il tutor è stato bravissimo, praticamente 3-4 mesi in totale nonostante ci fosse agosto.

Quindi a ottobre del 2023 hai avuto il finanziamento?

Sì, ho dovuto aprire tardi perché ci sono stati dei disguidi, sono riuscita ad aprire il 20 aprile del 2024 perché poi mi ero un po’ bloccata con i lavori perché non avevo più soldi per poter proseguire quindi grazie al microcredito quando mi sono arrivati i soldi ho continuato ad andare avanti con i lavori e sono riuscita ad aprire alla fine il 20 aprile di quest’anno.

Come va oggi?

Benissimo, tutti i giorni entrano clienti in negozio. Anzi ho preso una dipendente che mi fa poche ore settimanali, che però mi aiuta a stirare e ho avuto la fortuna di incontrare questa persona che ha avuto per 30 anni una lavanderia e quindi mi sta facendo anche un piccolo affiancamento. Per quanto riguarda l’attività che dobbiamo svolgere va veramente bene, fortunatamente va bene, incrociamo le dita, però va benissimo.

Tu praticamente apri, gestisci, fai tutto?

Io apro, gestisco, lavoro in prima persona, mi occupo io del lavaggio di tutti i capi e mi faccio aiutare solamente 4 ore a settimana per stirare qualcosa che io non riesco. Quindi la dipendente mi fa 2 ore il martedì e 2 ore il venerdì, viene a darmi una mano a finire qualcosa che non riesco.

Hai trasformato una tua passione, una tua idea in un lavoro vero e proprio?

Oltre a questo che era la mia passione, l’ho trasformata in un’idea imprenditoriale perché mi rendevo conto che nel mio paese questa tipologia di lavanderia non c’era, c’erano delle lavasecco molto obsolete e la maggior parte delle persone si recavano nei self service a lavare i piumoni per cercare di risparmiare un po’. Allora, siccome vedevo tanti del mio paese, magari li incontravo nel paese vicino, nella lavanderia dove andavo e ho pensato, visto che questa attività manca, ho fatto un’indagine di mercato insieme alla mia commercialista e ho pensato di aprire questa attività perché oltre ad essere una cosa che poteva piacermi, farla comunque era un’attività che proprio nel mio paese mancava e anche nei paesi immediatamente vicini e quindi mi rendo conto oggi che l’idea è stata molto buona perché c’è risposta dalla clientela.

Per la ricerca di mercato il tutor ti ha dato una mano?

Sì, abbiamo fatto insieme il business plan, ci siamo occupati di quelle che potevano essere le spese proprio di gestione, le vere spese di gestione che potevano esserci nel corso del mese, quanto avrei dovuto incassare per poter far fronte a queste spese insomma sono stata seguita veramente bene.

Tu consiglieresti il microcredito di libertà ad altre donne? Che cosa pensi di questo progetto?

Io vorrei dire che è importante. Purtroppo la violenza di genere è una piaga dei nostri giorni e purtroppo ogni giorno le cronache riportano quanto sta accadendo. È l’unico modo per una donna per uscire da questo tunnel di violenza. Per le sopravvissute, perché purtroppo ci sono anche donne che non possono essere più aiutate, bisognerebbe incentivare, incrementare questi aiuti, perché come prima cosa per essere indipendenti è importante avere un lavoro. Le donne che sono “intrappolate” in una relazione sbagliata, in una relazione tossica con un compagno maltrattante, che gestisce tutto, la prima cosa che occorre fare è aiutarle ad avere l’indipendenza economica perché l’indipendenza economica è quello che fa muovere tutto. Perché per qualsiasi donna sapere di avere un piano B renderebbe le cose diverse. Tante donne intraprenderebbero la strada dell’indipendenza, però ci vuole un aiuto perché non è facile soprattutto perché quando si sta in questa condizione di violenza non ci si rende conto, non si ha neanche la forza di uscirne quindi stanziare dei fondi a sostegno di queste donne vittime di violenza perché è veramente importante il lavoro, è la base principale per ricominciare.

Tu hai anche subito violenza economica?

Io ho subito violenza economica perché avevo prestato dei soldi al mio ex compagno per avere un’azienda, in più ero diventata dipendente della nostra azienda. Io ero perfettamente a conoscenza che se lo avessi lasciato avrei perso sia i soldi, che doveva finire di restituirmi e sia il lavoro. Quindi io mi sono ritrovata senza una casa, senza risparmi, senza soldi, senza lavoro ho cercato di fare di tutto. Infatti dopo due o tre mesi che ero stata licenziata dal mio ex compagno sono andata a lavorare in Amazon, però con un bambino non era un lavoro fattibile e poi tra l’altro non mi hanno neanche rinnovato il contratto. Ho lavorato per due o tre mesi e poi è finita lì. C’è bisogno di un aiuto concreto per poter dare la possibilità di arrivare a un’indipendenza che ti permetta di scappare via da queste situazioni. Io molte volte prima ancora di fare questo passo avevo pensato di lasciarlo e di andare via però poi mi mettevo seduta e pensavo in realtà “se io lo lascio non riprendo più i miei soldi, perdo il mio posto di lavoro e poi con mio figlio come faccio, come campo?” Ci vuole un supporto concreto. Io sono ripartita e mi auguro di non fermarmi più. Però mi rendo conto che non è stato facile e ci penso sempre, tutti i giorni. La sera ho i miei soliti programmi TV che rivedo sempre (amore criminale, tutti questi qua) perché mi rendo conto che quello che ho passato non è stata una cosa da niente e mi dispiace per tutte le donne che si trovano nella situazione in cui mi sono trovata. Io farei di tutto per poterle aiutare. Io lavorerei notte e giorno, lavorerei anche di notte per quanto mi piace questo impiego e questa azienda che mi sta tirando su con grandi difficoltà.

Che progetti hai per il futuro?

Diciamo che la mia azienda non sarebbe dovuta essere solo una semplice lavanderia ma avrei avuto l’idea di fare un bazar di quelli che si trovavano un tempo nei paesi in cui c’era tutto, un ago, un filo, un bottone o anche una catenella per gli occhiali. Insomma in questo momento mi sto focalizzando sull’attività che adesso sto gestendo, però mi piacerebbe aprire una cosa del genere.

Com’è la gestione con le rate?

Al momento, e spero che sia sempre così, riesco a occuparmi di tutte le spese a pagare le bollette, a pagare l’affitto, la rata mensile. Mi auguro che vada sempre meglio, adesso sono i primi mesi, faccio del tutto anche durante il giorno di riposo per andare a cercare attività che hanno bisogno del servizio lavanderia, i B&B, i ristoranti, attività, insomma che possano usufruire del servizio che offriamo.

A quanto ammonta il tuo prestito?

40 mila e avrei la possibilità a dicembre di poter incentivare, di poter avere altri 10 mila euro. Adesso vedo, vorrei comprare la vettura per fare le consegne, perché io ritiro e consegno a domicilio. Al momento sto utilizzando la macchina di mia madre perché io lasciandomi con l’ex sono rimasta anche senza vettura e quindi stavo pensando di poter comprare una vettura perché tante signore che non guidano mi chiedono un servizio a domicilio.

Cosa pensi del microcredito? Regalaci uno slogan: cos’è per te il microcredito?

Una luce nel buio, la luce in fondo al tunnel.

Perché non avrei mai potuto completare l’idea e il progetto che avevo in mente senza il microcredito. È arrivato al momento giusto, avevo fatto anche diversi percorsi psicologici e quindi da quel punto di vista ero già un po’ più forte. L’intento del microcredito di libertà è proprio quello, accompagnare le donne che sono pronte, che hanno fatto un percorso importante perché senza sostegno psicologico, senza aver ricostruito il proprio mondo, non si è pronti, si rischia di ricadere in una situazione anche peggiore.

Perché diventare imprenditrice?

Perché BASTA! Almeno per quanto mi riguarda, mi sono stufata anche a livello lavorativo (oltre che nella vita) di essere comandata dagli altri. Voglio decidere io quando lavorare, se lavorare due ore in più, se potermi portare il bambino al lavoro. Voglio essere libera di poter lavorare, libera di poter essere me stessa.

E tuo figlio che ne pensa?

È contentissimo del percorso che ho fatto, anche lui purtroppo mi ha visto stare molto male. Tante violenze sono avvenute anche in sua presenza, soprattutto l’ultima, che mi ha convinto a interrompere la relazione. Il bambino è quindi contentissimo adesso dice: “Mamma ha la lavanderia, mamma ha la lavanderia!”.

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Elisa Pandolfi

Storie di Microcredito:

Nuove aziende e nuove tecnologie

Il microcredito è uno strumento finanziario che ha dimostrato di essere un potente motore di sviluppo economico e sociale, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI) ed è diventato un elemento chiave per promuovere l’imprenditoria e stimolare la crescita economica a livello globale. Il microcredito offre anche programmi di formazione e di supporto attraverso i tutor iscritti all’elenco nazionale dell’ENM che aiutano i potenziali imprenditori a sviluppare le competenze necessarie per gestire e far crescere le loro attività. Questi professionisti valutano, sostengono e in alcuni casi producono il business plan della futura impresa, attività fondamentale per ridurre al minimo il rischio di insolvenza. Di conseguenza questo aumenta le probabilità di successo delle imprese avviate.

Il microcredito si è dimostrato un potente strumento per stimolare l’imprenditoria e promuovere lo sviluppo economico e sociale e grazie al giusto supporto e le giuste strategie, continuerà a giocare un ruolo cruciale nel trasformare vite e comunità, alimentando il sogno imprenditoriale di tanti individui.

Negli ultimi decenni, si sono affacciate sul mercato dell’imprenditoria, le imprese digitali che hanno rivoluzionato il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo. Questo settore, alimentato da tecnologie avanzate e dalla crescente accessibilità di internet, ha creato nuove opportunità economiche e ha cambiato radicalmente numerosi settori. Le imprese digitali rappresentano una delle forze trainanti dell’innovazione e dello sviluppo economico nel XXI secolo. Grazie alla loro capacità di sfruttare le tecnologie avanzate e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato, queste aziende continueranno a creare valore per i clienti e a stimolare la crescita economica.

Le imprese digitali utilizzano tecnologie avanzate in grado di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più connesso e globalizzato. Grazie alla natura digitale dei loro prodotti e servizi, queste aziende possono espandersi a livello globale con costi marginali e relativamente bassi. Inoltre, l’adozione di modelli di business basati su alcune analisi prodotte da software basati su intelligenza artificiale che elaborano una enorme quantità di dati, permette loro di comprendere meglio le esigenze dei clienti e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Nonostante i successi, le imprese digitali devono affrontare diverse sfide. Una delle principali è la sicurezza informatica. L’aumento delle minacce informatiche richiede alle aziende di investire continuamente in misure di sicurezza avanzate per proteggere i dati dei clienti e garantire la continuità delle operazioni.

Per capire meglio come un microcredito possa fare una grande differenza, aprendo porte a nuove opportunità, anche in campo digitale, abbiamo intervistato alcuni beneficiari. Attraverso le loro testimonianze scopriremo di più sul loro percorso, sulle sfide incontrate e come sono riusciti a trasformare una semplice idea, in una realtà imprenditoriale.

Sono rumeno e abito a Bono, in provincia di Sassari in Sardegna.

Sono tecnico informatico e fin da piccolo ero appassionato di tecnologia, infatti tra amici e familiari ero conosciuto come il ragazzo che sapeva aggiustare i dispositivi e piano piano la mia passione è diventata un lavoro.

Da queste riparazioni avevo iniziato a guadagnare qualche soldo, però ancora lo facevo a livello amatoriale, a casa, tramite il passaparola tra amici. A un certo punto ho deciso di affittare uno spazio dove poter lavorare in maniera più professionale e mi sono reso conto che avevo bisogno di fondi per arredarlo e comprare le attrezzature necessarie a velocizzare le riparazioni. Così sono andato in banca a chiedere un finanziamento ma ho trovato delle difficoltà, non avendo un vero e proprio reddito dimostrabile non mi è stato concesso il finanziamento.

In quell’occasione, mi è stato però spiegato che esisteva il microcredito che poteva fare al caso mio, così ho contattato l’Ente Nazionale per il Microcredito che mi ha assegnato un tutor il quale mi ha aiutato moltissimo, Gianluigi Cabizza è una persona meravigliosa sempre disponibile e molto professionale, ricco di idee su come svolgere il lavoro e su come trattare con i clienti.

Inizialmente per avviare la mia attività ho avuto bisogno di circa 22 mila euro, e ho trovato il percorso di accesso al credito abbastanza semplice, ho atteso 4 mesi per ricevere il finanziamento; ad oggi sono 5/6 anni che ho aperto e per il momento non ho dipendenti.

La mia attività si svolge a Bono che è un paese di 3000 abitanti e la maggior parte dei clienti sono privati, sono poche infatti le attività che hanno bisogno di servizi di assistenza informatica e tecnologica. Nei primi anni di attività è andato tutto bene, poi purtroppo con l’arrivo della pandemia sono arrivati anche i primi problemi.

I principali servizi che offro sono assistenza per la riparazione di dispositivi come computer, smartphone, telefoni e anche consulenza per l’installazione di impianti di videosorveglianza e antintrusione.

Nel mio lavoro la privacy e la protezione dei dati dei clienti è fondamentale, ci sono situazioni in cui spesso accade che il dispositivo che mi portano a riparare non può essere aggiustato e in quei casi devo riuscire a recuperare i dati che il cliente ha su quel dispositivo; per recuperare i dati utilizzo attrezzature che mi permettono di lavorare in una zona chiamiamola “protetta” non collegata a computer che sono in rete, quindi sono attrezzature staccate da internet, in modo tale da ridurre i rischi di perdita o furto di dati a causa di virus.

Inoltre applico anche delle politiche aziendali, innanzitutto faccio firmare al cliente un documento in cui mi impegno a rispettare le regole della privacy nel senso che, una volta recuperati i dati dal dispositivo del cliente, li trasferisco sui dispositivi di archiviazione del cliente e li cancello subito dai miei sistemi.

La mia attività è ciclica, ci sono periodi in cui lavoro molto e altri invece in cui si lavora di meno perché i produttori lanciano continuamente dei nuovi prodotti a prezzi stracciati, poi negli ultimi anni abbiamo anche assistito a un’ondata di prodotti ricondizionati e i clienti hanno capito che spesso conviene acquistare un prodotto ricondizionato piuttosto che far riparare il loro vecchio dispositivo. Comunque il margine di vendita dei dispositivi sia nuovi che ricondizionati è molto più piccolo rispetto alle riparazioni.

Attualmente mi sono anche iscritto all’università per seguire un corso di informatica, per accrescere le mie conoscenze e capire come implementare la tecnologia nell’agricoltura, poiché sappiamo bene che la Sardegna è una terra che vive di agricoltura e coltivazione.

L’idea, è nata quando un mio amico, distributore di prodotti per la sicurezza, mi ha invitato a un seminario sul rilascio di nuove apparecchiature: si trattava di dispositivi per il monitoraggio della qualità dell’aria, della temperatura, dell’umidità, dell’anidride carbonica e durante la presentazione di queste apparecchiature, ci hanno riportato un caso di successo di un’azienda in Bulgaria in una fungaia, che, grazie all’implementazione di queste apparecchiature è riuscita non solo a raddoppiare la produzione di funghi ma ad avere un prodotto ottimo rispettando tutti i parametri di sviluppo.

La cosa mi ha incuriosito, e dopo aver frequentato un corso di formazione e abilitazione all’esercizio della coltivazione mi è venuta l’idea di sperimentare a casa tutte le fasi di produzione partendo dalla coltivazione fino al raccolto. Successivamente ho anche condotto un’analisi di mercato sul territorio sardo e ho scoperto che la maggior parte dei coltivatori sono stagionali e seguono un modo tradizionale nella coltivazione dei funghi, innanzitutto acquistano il prodotto dal “continente” come si dice qui e coltivano nelle serre solo in determinati periodi dell’anno in cui le condizioni climatiche lo permettono (marzo/aprile e settembre/ottobre). Implementando questi sistemi di digitalizzazione, automazione e controllo si riesce ad avere una produzione costante durante tutto l’anno.

Ad oggi, devo dire che sono molto soddisfatto della mia attività, anche se questo non è un ottimo periodo perché come dicevo prima, il mio lavoro è ciclico. Sono abbastanza tranquillo perché so che fra qualche anno riprenderò a lavorare con più intensità, inoltre ho saputo che di recente è passata la legge in Parlamento Europeo sul diritto di riparazione, che impone ai produttori di fornire centri di assistenza, ricambi e manuali per seguire le procedure di riparazione che ormai si effettuano con ricambi compatibili.

Per me il microcredito è stato un ottimo aiuto e lo consiglio vivamente, ritengo sia uno strumento ideale per chi vuole mettersi in proprio o per chi vuole ampliare e sviluppare la propria attività.
Ho 20 anni e abito Roma. La storia della mia società è iniziata più o meno quando ero in quinto liceo, quando il mio tutor Luca mi ha messo al corrente di un bando. Durante tutto l’ultimo anno di liceo andavo a seguire delle riunioni e delle conferenze, accompagnata da mio padre che già lavorava nel campo da 3/4 anni, e ricordo di aver dovuto sviluppare un business plan per la mia attività.

È stata un’esperienza che mi ha aiutato a crescere, in un periodo come quello di oggi, in cui i giovani provano a trovare la loro strada il prima possibile dato che ora è tutto molto più veloce e più immediato. Questa per me è stata una grandissima occasione che ho preso al volo con estremo piacere.

Per avviare la mia attività ho chiesto 30mila euro di microcredito più altri 20mila da altri fondi, il percorso è stato abbastanza semplice, non ho avuto grandi difficoltà perché fortunatamente ero affiancata da persone competenti, come la mia tutor Monica, che mi ha accompagnato per tutto il percorso e che ringrazio. Se proprio devo pensare a qual è stata la cosa più difficile che ho dovuto affrontare, mi viene in mente il business plan, perché per me era tutto abbastanza nuovo. Il percorso di accesso al credito l’ho trovato impegnativo ma non impossibile! È stata un’esperienza che sicuramente mi ha aperto la mente e fatto crescere, e mi ha regalato la voglia di iscrivermi all’università per seguire un corso di economia.

La mia società che si chiama CLA Group, si occupa principalmente della vendita online di piccoli e grandi elettrodomestici, elettronica, cancelleria, consumabili e prodotti medicali. Il target di clientela comprende le PA, tramite l’utilizzo della piattaforma MEPA, e privati, con la vendita attraverso il marketplace Amazon. Il mio ruolo è di prendere i prodotti dai fornitori, aggiungerci un markup consentito dal mercato e fare da intermediario tra fornitore e cliente. Lo strumento che attualmente usiamo è il Mepa, una piattaforma che inserisce direttamente i prodotti.

Per il futuro spero di acquisire maggior esperienza e maggior conoscenza anche dei fornitori, la fiducia dei clienti nei confronti dei fornitori credo sia un elemento chiave per acquisire maggior potenza di mercato.

Sono molto soddisfatta di come sta andando la mia attività e spero che andrà sempre meglio. Il microcredito è un’esperienza positiva e costruttiva inoltre è sicuramente un’opportunità per chi vuole iniziare a lavorare in proprio, per questo motivo lo consiglio assolutamente ai miei coetanei. In una parola per me il microcredito è opportunità!

Abito a Cagliari ma sono nato a Villanova Tulo. Per aprire la mia attività ho avuto bisogno di 50mila euro che ho investito per aprire una pizzeria d’asporto green. Noi cerchiamo di fare la nostra produzione a zero emissioni, puntando tutto sul green, abbiamo tutto elettrico e tutte le nostre energie sono rinnovabili. Siamo aperti da circa un anno e mezzo e attualmente ho una sola dipendente, una ragazza.

Il processo per ottenere il microcredito è stato molto semplice. Ho contattato l’Ente Nazionale per il Microcredito che mi ha affidato un tutor il quale mi ha accompagnano in tutti i passaggi per ottenere il prestito. L’affiancamento del tutor è stato fondamentale perché io non ero molto preparato in queste cose e il mio tutor mi ha aiutato ad andare avanti, mi ha spiegato bene le cose, mi ha insegnato come muovermi a livello burocratico.

Dal momento in cui vi ho trovati è stato tutto molto facile, ho trovato più difficoltà nel trovarvi, infatti, prima di scoprire il microcredito, sono andato in banca per chiedere un finanziamento e nonostante avessi l’idea e due soldi da investire non mi è stato accettato il prestito perché non avevo credibilità.

Successivamente, sono venuto a conoscenza del microcredito che mi ha salvato, e sono riuscito finalmente ad aprire la mia attività. Vi ho trovato tardi dopo che mi ero già affidato ad altri consorzi fidi con cui era andata male. Quindi il consiglio che mi sento di dare è quello di trovare nuovi canali per promuovere lo strumento e farvi conoscere meglio.

Io ho preso il locale proprio due mesi prima del lockdown e la partenza è stata un po’ difficile perché purtroppo avevo molte spese da affrontare e non ho ricevuto nessun aiuto perché ero una partita IVA passiva, quindi diciamo che il primo periodo non è stato facile. Però ora per fortuna stiamo recuperando abbastanza bene. Se penso al futuro vedo ottime opportunità di crescita per la mia attività, mi piacerebbe, magari anche con qualche aiuto da parte del Governo, fare un impianto fotovoltaico e acquistare dei motorini elettrici per le consegne.

Se mi guardo indietro sono molto soddisfatto della mia attività, perché ho rischiato anche di non aprire, ma grazie a voi, non solo ho aperto la mia attività ma ad oggi il mio lavoro va bene e spero andrà sempre meglio. Come ho già detto il microcredito mi ha salvato, quindi ovviamente consiglio a tutti quei ragazzi che hanno un’idea e anche qualche risparmio da parte da investire in una attività, di rivolgersi all’Ente Nazionale per il Microcredito, perché le banche senza garanzie non ti prendono in considerazione.

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Paul Garvey

Storie di Microcredito:

esperienze e testimonianze di successo

Nel contesto attuale, caratterizzato da una crescente attenzione verso l’imprenditorialità come motore di sviluppo economico e sociale, il microcredito emerge come uno strumento fondamentale per supportare la nascita e la crescita delle piccole e medie imprese (PMI). Questo articolo si propone di esplorare le esperienze dirette di imprenditori e neo-imprenditori che hanno usufruito del microcredito, con l’obiettivo di comprendere in che modo questo strumento finanziario abbia influito sulle loro attività e sulle loro vite.

Le interviste, condotte personalmente, offrono uno sguardo approfondito e autentico sulle sfide, le opportunità e i successi ottenuti grazie al microcredito. Attraverso le voci dei protagonisti, l’articolo mette in luce vari aspetti cruciali: dalla realizzazione dei sogni imprenditoriali all’importanza del tutoraggio fornito, fino all’analisi dei benefici e delle difficoltà riscontrate nel processo.

In particolare, gli intervistati hanno condiviso le loro esperienze in merito alla somma di microcredito ottenuta, alla qualità del supporto ricevuto attraverso i servizi di tutoraggio al fine di ridurre il rischio di insolvenza e ridurre la probabilità di errore al minimo, e all’impatto complessivo del microcredito sul loro percorso imprenditoriale, da alcuni definito, per esempio, come “ossigeno” o un “alleato”. Queste testimonianze non solo arricchiscono la comprensione del microcredito come strumento finanziario, ma offrono anche preziosi spunti per migliorare le politiche e le pratiche di supporto agli imprenditori.

Speriamo che, questo articolo possa contribuire a una maggiore consapevolezza sull’importanza del microcredito e a stimolare ulteriori ricerche e iniziative volte a sostenere gli imprenditori nella realizzazione dei loro progetti. Le storie qui raccontate sono testimonianze di coraggio, innovazione e resilienza. Rappresentano un prezioso patrimonio di conoscenza per tutti coloro che credono nel potenziale trasformativo dell’imprenditorialità sostenuta dal microcredito.

IL MICROCREDITO è UN GRANDE AIUTO PER NOI GIOVANI

Sono Maicol Cimino ho 25 anni, sono di Lamezia Terme, ho deciso di avviare la mia attività nelle assicurazioni perché è un settore che mi appassiona, avevo già iniziato tre anni fa ma “nel piccolo” perché nel mio settore si può operare anche tramite un’iscrizione al registro attraverso alcuni corsi di formazione. Quest’anno invece ho deciso di avviare definitivamente la mia attività aprendo un ufficio.

Come è nata questa idea?

È nata nel 2021, ho deciso di intraprendere questo percorso, ho fatto un po’ di esperienze in vari in vari uffici delle zone e poi ho visto che il settore è in continua crescita, mi piace moltissimo e mi ci vedo pienamente e perfettamente. È un settore molto delicato e particolare. Ho creato una struttura, un ufficio molto innovativo e all’avanguardia anche nelle attrezzature che utilizziamo. Abbiamo scelto una struttura di circa 200 metri quadrati, con 7 postazioni, quindi si può dire che siamo una realtà abbastanza importante.

Lavorava nel settore o ha iniziato tutto da zero?

Già operavo in questo settore. Ho maturato un po’ di esperienza, che serve sempre e poi ho deciso di avviare la mia attività.

Cosa l’ha spinta a chiedere il microcredito, e quanto è stato utile anche il percorso di tutoraggio che ha seguito?

Mi è stato molto utile perché non avevo abbastanza fondi disponibili per creare questa start up che avevo progettato, se non ci fosse stato il microcredito sarebbe stato molto difficile ricevere dei fondi per avviare tutto questo, mi ha aiutato tantissimo.

A quanto ammonta il microcredito che ha ottenuto?

Abbiamo usufruito del 100% del fondo, 40.000 €.

È stato complicato avviare la sua attività? Dall’inizio fino ad arrivare all’ottenimento del microcredito, quanto tempo ci è voluto?

Abbiamo impiegato più tempo del dovuto per imprevisti che ha avuto la banca, però il seguito è stato molto veloce anche grazie al sostegno e al tutoraggio del signor Bonacci che mi ha aiutato moltissimo, mi ha seguito passo passo in ogni situazione. Le prime richieste le abbiamo fatte a novembre e l’erogazione è arrivata a fine maggio.

È stato utile questo percorso? alla fine di tutoraggio è rimasto soddisfatto?

Si certo.

Cosa l’ha ispirata ad aprire l’attività?

Prima di tutto la passione per il lavoro e poi c’è l’intervento di questo percorso e con determinati obiettivi e determinate prospettive per un futuro.

È felice di aver realizzato questo suo desiderio?

Si felicissimo, anche perché se non ci fosse stato il microcredito sarebbe stato molto più difficile.

Immaginava così il risultato finale?

Diciamo che un po’ me l’aspettavo anche perché parlando con il signor Bonacci (tutor ENM ndr), prima di avviare tutta la pratica, quando abbiamo fatto domanda mi ha spiegato i vari passaggi e già dall’inizio, dal momento in cui abbiamo fatto domanda, sapevo che sarebbe stata un’ottima soluzione.

Ha sempre voluto essere un broker?

Diciamo che volevo lavorare per il settore assicurativo.

Che percorso di studi ha intrapreso?

Io sono ancora studente. Ho intrapreso il percorso di studi in ingegneria gestionale dell’università Federico II di Napoli, mi manca l’ultimo esame quindi a breve concluderò anche questo percorso così da dedicarmi al 110% al mio lavoro.

Se dovesse definire il Microcredito
in poche parole?

È un grande aiuto per le nuove imprese e soprattutto per noi giovani.

PER NOI IL MICROCREDITO È AFFIDABILE, EFFICIENTE, VARIABILE ED È POSSIBILITÀ

Sono Domenico Fedoni, ho 24 anni, l’idea di aprire il WDGames Bergamo è stata principalmente di mio fratello, Enrico, guardando un po’ ai nostri hobby che sono sempre stati i giochi di carte, soprattutto Magic e quando eravamo più piccoli Yu-gi-oh. Abbiamo pensato quanto sarebbe stato bello riuscire a creare qualcosa insieme, qualcosa che ruotasse attorno ai nostri hobby ed è venuto quasi spontaneo pensare di aprire un negozio ispirato al mondo del gioco e dei fumetti.

Io sono Enrico Fedoni, ho 36 anni, a circa 18 anni, finita la terza superiore ho iniziato a lavorare alla Fermibremo come operaio dove mi trovavo relativamente bene ma un po’ limitato, poi ho lavorato come elettricista, barista, baby sitter, animatore, imbianchino, per un’impresa di pulizie, per alcune agenzie di sicurezza e controllo, magazziniere, mulettista e anche come riparatore di circuiti elettrici e di murature. Nel 2016 ho iniziato a giocare e a informarmi sul mondo del gioco online, dei videogiochi, per poter creare la nostra società.

Cosa vi ha spinto a rivolgervi al microcredito? Come lo avete conosciuto? Vi è stato utile il percorso di tutoraggio che vi ha affiancato?

Domenico: Siamo venuti a conoscenza del Microcredito grazie alla banca a cui ci siamo rivolti. Per lo più se n’è occupato mio fratello, perché al momento sono impegnato con un altro lavoro per riuscire a mantenermi. Grazie al Dott. Zecchini, che ci ha aiutato parecchio, è stato quasi facile, è una persona estremamente disponibile che ci ha consentito di arrivare a questo obiettivo senza alcun problema. Con alcuni incontri, in cui si capiva dove si poteva utilizzare questo prestito e come poteva essere proficuo, siamo riusciti a ottenere questo micro prestito.

Enrico: Il dottor Zecchini è una persona squisita, che si vorrebbe avere come padre o nonno, anche per il modo in cui si rapporta con le persone. Noi volevamo creare una famiglia vendendo, comprando e giocando con ciò che è sempre stata la nostra passione. Lui ha compreso la nostra richiesta e ci ha fatto domande con cui mi trovo totalmente d’accordo. È stato sorprendentemente semplice, considerando che dodici anni fa, dopo sei mesi di ricerche, non avevamo ottenuto nulla da nessuna banca. Adesso, io e mio fratello, con più esperienza e un lavoro stabile, abbiamo trovato più possibilità. Il consiglio che posso dare a chiunque voglia seguire questa strada è di avere una base di certezza maggiore, sacrificare un po’ quello che si vuole e impegnarsi in un lavoro che dimostri stabilità. Abbiamo fatto capire al dottor Zecchini che non ci vogliamo limitare al nostro negozietto: abbiamo piani e sogni che, una volta realizzati, diventano obiettivi. Un tempo il sogno era avere un negozio, ora che lo abbiamo, il sogno è aprire altre realtà. Questo è stato possibile grazie al Microcredito e al dottor Zecchini, che ci ha mostrato come, con il giusto impegno, si possono ottenere aiuti e possibilità. Inoltre, le rate di restituzione sono molto accessibili, rendendo il tutto più fattibile.

A quanto ammonta il microcredito che avete ottenuto?

Domenico: Sui 10.000.

E siete felici quindi di aver realizzato questo vostro sogno nel cassetto?

Domenico: Personalmente, sono stato colpito da alcune cose che non mi aspettavo, come il rapporto che si può creare con alcuni clienti, che in alcune situazioni può diventare molto bello. Abbiamo sempre avuto l’idea di essere la persona che vorresti vedere dall’altra parte del bancone. Avendo fatto molta esperienza in tutte le fumetterie di Bergamo, abbiamo conosciuto tutti i proprietari e sviluppato buoni rapporti con alcuni di loro. Ci siamo detti: “Perché non farlo anche noi, a modo nostro?” Entrambi siamo sempre stati molto estroversi e abbiamo capito che volevamo essere così. Siamo molto contenti di quello che siamo riusciti a creare.

Enrico: Il nostro approccio alle relazioni con i clienti è cambiato notevolmente. In passato, il venditore freddo era quello che ti proponeva un prodotto, lo vendeva, tu pagavi e te ne andavi. Oggi, invece, preferiamo costruire rapporti più significativi. Vogliamo che i clienti si sentano coinvolti, partecipando a tornei ed eventi dove si crea un legame sia professionale che amichevole. Abbiamo riflettuto su come vogliamo presentarci e, avendo una personalità aperta e sociale, abbiamo deciso di creare un buon rapporto con i clienti. Tuttavia, c’è sempre il rischio che, sebbene ci sforziamo di instaurare una connessione amichevole, possano sorgere situazioni in cui non siamo d’accordo. Questo potrebbe portare a una rottura, come quando è necessario chiedere a un cliente di rispettare determinate regole o di pagare lo scontrino. Anche se cerchiamo di essere amichevoli, è importante mantenere il rispetto delle regole per garantire la serenità di tutti. Stiamo imparando molto da queste esperienze e sono felice di condividerle con mio fratello. A 24 anni, lui ha la possibilità di apprendere molto più di quanto avrei potuto fare io alla sua età. La mia esperienza, accumulata negli anni, mi ha già insegnato tanto, ma vedo in lui una capacità di apprendere e adattarsi che è molto preziosa.

Se doveste definire il Microcredito usando letteralmente soltanto due parole ?

Domenico: Per me il microcredito è affidabile ed efficiente.

Enrico: Per me il microcredito è possibilità e variabilità.

Il microcredito è alleato, è ossigeno ed è forza

Mi chiamo Emiliano Cesarano, ho 43 anni, sono nato a Napoli e vivo a Nettuno, in provincia di Roma, da quando avevo vent’anni. Ho deciso di aprire la mia attività come una naturale conseguenza delle mie esperienze professionali e di studio. Ho lavorato in diverse aziende, sia multinazionali che nel settore della moda e della ristorazione, anche all’estero, come a Londra. Nonostante avessi ricoperto ruoli importanti, come direttore di negozio e gestore di più punti vendita, non ero mai completamente soddisfatto. Il problema non erano le aziende in cui lavoravo, ma il fatto che non mi sentivo parte di esse. Molte delle mie idee venivano standardizzate o ignorate, e questo contribuiva alla mia insoddisfazione. Ho capito che per raggiungere una vera soddisfazione dovevo mettermi in gioco direttamente, con i miei soldi e rischi personali. Così, ho deciso di avviare la mia attività. Oggi gestisco una pizzeria napoletana chiamata Verace Antica Pizzeria Napoletana, un brand che ho creato da zero.

Ha sempre lavorato in ambito imprenditoriale oppure faceva altro, anche prima di aver aperto l’attività?

L’attività ce l’ho solo da due anni e mezzo. Ho iniziato a lavorare a 13 anni a Napoli, per caso e perché mia madre aveva un bar. Ho lavorato in pizzerie e ristoranti fino ai 29 anni, mentre studiavo. Mi sono laureato in pittura all’Accademia delle Arti e mi sono finanziato gli studi col lavoro, che è poi diventato la mia passione. Ho lavorato con gruppi come Rossopomodoro e a Londra con Strada Restaurant. A 29 anni, mi sono fidanzato con la mia attuale compagna, che lavorava nel settore dell’abbigliamento. Ho deciso di cambiare settore per avere una maggiore flessibilità, passando dalla ristorazione all’abbigliamento insomma ho iniziato da capo, diventando rapidamente caporeparto e poi direttore di punto vendita in una catena di fast fashion. Successivamente, sono diventato direttore di un negozio Alcott a Euroma2. Ho poi lavorato nel settore dei casalinghi e, successivamente, nel gruppo Martino, gestendo l’outlet per Timberland. Nonostante i risultati positivi, ho sentito la necessità di avviare qualcosa di mio. Ho deciso di tornare alla ristorazione, avviando un brand proprio chiamato “Verace”. Attualmente, “Verace” ha otto dipendenti e offre servizi di prenotazione online e ordinazioni sia al tavolo che a domicilio. Il negozio è aperto 360 giorni l’anno, chiuso solo a Natale e Capodanno. Utilizziamo un gestionale avanzato e CRM per gestire i contatti e le procedure aziendali e stiamo ottimizzando i mansionari insieme ai caporeparto per migliorare ulteriormente le operazioni.

Cosa l’ha spinta a rivolgersi al microcredito?

Per iniziare il percorso di imprenditore non avevo molte possibilità economiche. Con il commercialista abbiamo esplorato le opportunità finanziarie e il microcredito è stato un alleato importante. Le banche dovrebbero lavorare con le aziende per sviluppare idee imprenditoriali valide.

Quanto è stato utile questo percorso di tutoraggio che ha seguito?

Il Microcredito è stato molto utile per aprire la mia prima azienda, coprendo anche le spese impreviste. Ora ho aperto una nuova società, una SRL, questa volta nel settore retail. L’esperienza acquisita nella ristorazione mi ha aiutato a fare questo passo. La pizzeria è ora gestita da responsabili e il marketing è affidato a una persona dedicata. Abbiamo anche introdotto un servizio clienti. Creare un’azienda più grande con più punti vendita ha migliorato la qualità della vita e ha creato posti di lavoro. Nel nuovo progetto retail, ho scelto di entrare nel settore dell’abbigliamento. Ho optato per un franchising di un brand già conosciuto, focalizzato su abbigliamento uomo casual e informale, rivolto a un target di età tra i 25 e i 55 anni. La scelta è caduta su vie di Roma con alta pedonabilità, piuttosto che sui centri commerciali. Il brand scelto è in fase di sviluppo ma non troppo diffuso, per evitare la difficoltà di competere con marchi già consolidati come Nike.

A quanto ammonta il microcredito che ha ottenuto?

Il primo a 40mila euro e questo di adesso è di 50mila.

È stato complicato avviare tutto il procedimento per ottenere i finanziamenti?

È tutto soggettivo se è complicato o meno perché dipende dall’esperienza. L’azienda funziona se si hanno consulenti forti e validi. Più i consulenti sono competenti, più si avrà successo. Personalmente ho una consulente molto preparata che mi facilita il lavoro, spiegandomi le lacune e supportandomi. Con questo aiuto, riesco a realizzare le mie idee, poi vanno colmate le lacune con la conoscenza e la formazione. Ho investito molto in formazione per crescere. Il Microcredito è stato un passaggio molto veloce.

Quanto ci è voluto?

Per il primo due mesi (Verace), per il secondo stiamo ancora scrivendo il business plan per la presentazione. È in fase di preparazione e non abbiamo ancora presentato nulla.

È felice che questo desiderio si sia avverato ... di nuovo?

Certo ovviamente.

Lo immaginava così?

Mi sono avvicinato all’impresa per migliorare la qualità della mia vita e quella della mia famiglia, per creare posti di lavoro e migliorare la loro vita. Il compenso economico è il risultato di un lavoro ben fatto. È difficile lavorare bene se non ci metti passione, determinazione e sani principi. Il 90% dei miei collaboratori non fuma e sono persone sportive e appassionate, il che contribuisce positivamente all’azienda. Cerco persone che posso formare e che abbiano voglia di crescere. È gratificante aprire un nuovo punto vendita in un altro settore; mi dà adrenalina ed entusiasmo. Il microcredito accelera questi processi e dà forza all’azienda. Anche se i microcrediti devono essere restituiti, se si fa uno studio accurato, è possibile ridurre i rischi. Abbiamo inserito un consulente e un avvocato per avere supporto legale e finanziario, il che è fondamentale per evitare errori. Ora collaboriamo con un avvocato per gestire le questioni legali e abbiamo il supporto di un commercialista e di consulenti finanziari. Questo approccio ci aiuta a evitare problemi e a gestire meglio l’impresa.

Se dovesse definire il microcredito come lo definirebbe in due semplici parole?

Per me il microcredito è un alleato, ossigeno e forza.
Per me Microcredito è stato respiro

Mi chiamo Erasmo Adamo, ho 37 anni, i miei genitori sono originari di Maiori. Ho iniziato a lavorare in questo bar nel 2012 e per 13/14 anni sono stato dipendente. Era una grande famiglia. La signora, dopo anni, ha deciso di vendere l’attività perché non ce la faceva più, e i figli volevano cambiare per vari motivi. Mi sembrava brutto e stupido non provarci, ero legato a questa attività. Ho tentato di rilevarla, ma con le nuove normative in vigore, ho dovuto fare un grande rinnovo, in particolare per il bagno accessibile a tutti. Abbiamo rivisitato tutti gli spazi e alla fine abbiamo ricreato l’attività, mantenendo un po’ del vecchio e aggiungendo del nuovo. Paradossalmente, questo è un locale storico di Maiori che più di sessant’anni fa apparteneva ai miei bisnonni. È stata una delle prime generazioni a gestire questo bar.

Può dirmi com’è nata l’idea del bar?

È un bar storico di Maiori, e il cornetto è stato sempre il cavallo di battaglia. Ho deciso di continuarlo perché, pur avendo lavorato con una grande famiglia, mi appassiona stare a contatto con le persone e mi dispiaceva vedere il bar chiuso. La chiusura del bar mi dava fastidio, soprattutto quando vedevo che venivano persone non del paese che acquistavano l’attività senza capire cosa fare. Avevo un sogno nel cassetto: avere qualcosa di mio. Dopo i trent’anni, ho deciso di non fare più stagionale e di cercare di realizzare questo sogno. La mia titolare mi ha supportato e abbiamo trovato un accordo con la proprietaria delle mura. Ho ottenuto un contratto di sei più sei anni, e ora ho fatto un investimento significativo, ma spero di recuperare le spese e avere un ritorno nel tempo. Per metà era un sogno, e per l’altra metà mi dispiaceva davvero vederlo chiuso. Già gestivo il bar come se fosse mio, e ora sono effettivamente titolare sulla carta.

Cosa l’ha spinta a rivolgersi al microcredito?

Mi ha spinto, principalmente, dopo due grandi delusioni. Ho fatto una prima richiesta per il “resto al sud”, ma dopo due riposte negative mi ha fatto perdere quasi un anno. Preparare i progetti e le carte ha richiesto tempo. Ho sentito parlare del Microcredito e ho deciso di informarmi meglio. Non riuscivo a ottenere la somma di denaro necessaria per fare i lavori, e il poco che avevo non mi aiutava. Ho deciso di provare tramite il mio commercialista e così ci siamo conosciuti.

È stato utile tutto il percorso di tutoraggio?

Io forse sono stato molto fortunato, ho conosciuto questo consulente, Ida Buongiorno di Salerno, una splendida persona che mi ha seguito dalla A alla Z e mi sta seguendo ancora . Lei vede quello che pubblico e mi ha aiutato veramente, non mi ha mai lasciato solo anche nei momenti di difficoltà. Anche se i problemi erano più legati alla banca che non agevolava la situazione, lei mi tranquillizzava e si è messa in contatto con la banca, facendo anche più di quanto ci si aspetterebbe da un consulente. Mi ha seguito in tutto e per tutto.

Quindi può dire di essere molto soddisfatto.

Moltissimo sì.

A quanto ammonta il microcredito che ha ottenuto?

Quest’anno è uscita la proposta per un microcredito di 75.000 €, ma io, purtroppo avendo fatto la richiesta a cavallo tra fine e inizio anno nuovo, ho perso un po’ di tempo. La mia banca, nonostante il progetto fosse valido al 100%, ha deciso di erogare solo 40.000 € contro i 50.000 della mia domanda.

È stato complicato avviare la sua attività? Dall’inizio fino ad arrivare all’ottenimento del microcredito?

Il Microcredito era pronto ma non riceveva i documenti dalla mia banca. Una volta che la banca ha ricevuto i solleciti dal commercialista e dal mio consulente, si è sbloccato. Ogni volta che telefonavo a Ida, diceva che parlava con il Microcredito a Roma, ma non riceveva la carta del via libera della banca. Ho perso un mese e mezzo per colpa della banca.

Quanto tempo ci è voluto?

La domanda del microcredito l’ho fatta a fine dicembre-inizio gennaio, quindi a cavallo 2023/2024. Dopo un mese e mezzo, a causa della banca, le cose hanno cominciato a muoversi e ho ricevuto la somma completa di denaro nella prima o seconda settimana di maggio.

È felice quindi aver realizzato questo suo desiderio?

Si, sono molto felice. Ho qualcosa di mio e la mia famiglia mi sostiene. Devo ringraziare i miei familiari per il supporto finanziario che mi hanno dato. Il locale ha richiesto una grande somma di denaro. Prima era diviso su più piani: c’era una scaletta, una sala, un laboratorio e un bagno. Ho dovuto rompere e ricostruire tutto su un unico piano per rendere il bagno accessibile a tutti. Ora, il piano inferiore è diventato un deposito e il laboratorio è situato dietro.

Immaginava così il risultato finale?

Il design completo finale è stato difficile da inquadrare all’inizio, ma alla fine è uscito un bar che non si vedeva rinnovato in costiera amalfitana da vent’anni. Ora fa molta concorrenza.

Se dovesse definire il microcredito come lo definirebbe in semplici parole?

Per me il Microcredito è stato respiro. Dopo i due rifiuti precedenti e vedendo il mio sogno allontanarsi, il microcredito mi ha dato il tempo necessario per realizzarlo. Sapevo quanto valesse la mia attività e i sacrifici richiesti. Grazie al microcredito, ho potuto aprire il mio locale e ripagarlo con calma, anche se potrei cercare di accelerare i tempi, perché la mia attività ha valore.

IL MICROCREDITO È LA SOLUZIONE AL MIO SOGNO

Sono Giulia Curcio, ho 26 anni e vivo a San Floro, in provincia di Catanzaro. Ho frequentato il liceo delle scienze umane e, dopo il diploma, ho lavorato con mia mamma nel bar di famiglia. Attualmente, ho deciso di proseguire nel settore della ristorazione, avviando una pizzeria rosticceria da asporto.

Può raccontarci più o meno come è nata l’idea dell’attività?

Mia mamma ha aperto il bar nel 2017. All’inizio, c’era solo un altro bar oltre al nostro, ma dopo il Covid, l’altro bar ha chiuso, e siamo rimasti solo noi in paese. In questi anni, abbiamo constatato che il servizio di pizzeria-rosticceria da asporto era molto richiesto. Infatti, ci chiedevano frequentemente arancini e tranci di pizza. Tuttavia, gli spazi del bar e l’organizzazione necessaria per una pizzeria sono diversi, e quindi non abbiamo mai intrapreso questa attività. Inoltre, il bar si trova in un immobile di nostra proprietà, e avevamo già fatto un investimento con l’acquisto dell’immobile. Visto che l’attività del bar di mia mamma ha avuto un buon andamento, ho deciso di portare avanti questa idea e avviare un’attività tutta mia, per non lavorare più come dipendente e avere qualcosa di personale.

E questa attività quindi è iniziata da zero?

Sì, tutto è iniziato da zero. Anche mia mamma ha cominciato da zero, perché i proprietari di questo bar lo stavano vendendo. Così i miei genitori decisero di investire in questa attività per me, visto che io non volevo continuare gli studi. Tuttavia, oggi ci rendiamo conto che è giusto che ognuno abbia la propria attività, anche per la mia indipendenza.

E cosa l’ha spinta a rivolgersi al Microcredito?

Qualche anno fa ho partecipato a un bando regionale, il programma Garanzia Giovani per le imprese femminili. Tuttavia, il bando non è andato a buon fine perché, dopo i colloqui, non hanno proceduto con tutti i partecipanti. Inoltre, hanno trovato alcuni problemi e hanno fatto delle obiezioni. Mi hanno anche spiegato che spesso, se non viene effettuato un sopralluogo, possono sorgere dei problemi. Quando ho spiegato che l’attività che avrei creato era nello stesso immobile in cui lavora mia mamma, ma con ingressi separati, hanno sollevato la questione di un possibile conflitto di interesse. A quel punto, mi sono fermata. La commercialista, che è anche mia zia, mi ha suggerito di rivolgermi alla BCC per ottenere un microcredito. All’inizio ero un po’ scettica a causa delle problematiche precedenti.

È stato utile questo percorso di tutoraggio?

Sì, mi è stato utile perché, anche se ho lavorato con mia mamma, fare il lavoro pratico è una cosa, mentre tutta la gestione con il commercialista e con la banca è un’altra. Me la sono gestita da sola, così potevo capire bene in che mondo mi stavo immergendo.

A quanto ammonta il microcredito che ha ottenuto?

A 45.000 €.

Per quanto riguarda le varie pratiche di avviamento dell’attività, è stato complicato avviare il tutto, dall’inizio alla fine?

È stato molto più semplice di quanto pensassi. Certo, bisognava andare ogni due o tre giorni per firmare e parlare con varie persone, ma pensavo che la situazione fosse più complicata. Invece, sono stati molto disponibili e comprensivi. Sono rimasta soddisfatta.

Cosa l’ha inspirata ad aprire la sua attività?

Amo la pizza, la rosticceria; sono proprio golosa di queste cose. Quindi, oltre a questo, la cosa importante è stata la richiesta da parte della popolazione. Il mio paese è piccolo, siamo solo 700 persone. C’è un paese limitrofo, Borgia, dove c’è una pizzeria al taglio che fa viaggi anche durante la settimana. Quando mi viene voglia di pizza, mi viene in mente questa pizzeria e tante persone che frequentano il bar lo fanno continuamente, quindi è facile. Alla fine, mi hanno convinta. Amo il prodotto, e quindi ho deciso di aprire un’attività. Avendo già un immobile, la situazione è stata più semplice. Anche per questo motivo, nessuno aveva mai aperto un’attività simile nel mio paese.

È felice di aver realizzato questo sogno nel cassetto?

Sì assolutamente.

Lo immaginava così alla fine?

Devo essere sincera: non sono una persona negativa, sono realista. Dopo quell’esperienza di cui ti ho parlato, ho pensato che forse mi ero immersa troppo in quel problema. Forse, essendo giovane, non mi sentivo ancora pronta a farlo. E invece ora dico: “Ce l’ho fatta”.

Se dovesse definire il microcredito come lo definirebbe?

Per me il microcredito è la soluzione al mio sogno.

MICROCREDITO, UN’OPPORTUNITÀ PER REALIZZARE I PROPRI SOGNI

Mi chiamo Petra, ho 28 anni e sono nata a Treviglio, ma vivo da sempre nella zona di Bergamo alta, tra Valgandino e Clusone. Ho frequentato l’istituto Caniana a Bergamo e mi sono diplomata dopo cinque anni. Inizialmente, ho avuto un periodo di incertezze riguardo alla mia carriera professionale, soprattutto perché il settore della moda è molto competitivo e difficile. Dopo qualche anno di riflessione, ho deciso di perfezionarmi e di apprendere il mestiere in un atelier a Brescia. Ho seguito ulteriori corsi e poi ho deciso di aprire il mio negozio qui, poiché avvertivo una certa necessità nella zona. Nel nostro territorio ci sono pochi negozi di abiti da cerimonia e da sposa, trovare abiti su misura è complicato. Il punto di forza del mio negozio è che offro esclusivamente abiti su misura, permettendo a ciascuno di realizzare il proprio sogno.

Può raccontarci come è nata l’idea della sua azienda, se prima aveva un altro lavoro o ha iniziato tutto da zero?

Ho iniziato come barista e cameriera, lavori che si trovavano al momento. Successivamente, ho trovato un’opportunità nel bresciano presso un atelier che realizzava abiti su misura. Lì ho fatto apprendistato e poi deciso di proseguire con questa attività perché credo sia importante, anche per un fattore di inclusività, offrire alle donne la possibilità di avere abiti adatti a ogni occasione, non solo per la vita quotidiana, ma anche per eventi speciali. Parlo per esperienza personale: essendo alta 1,50, ho difficoltà nel trovare abiti eleganti che mi stiano bene. Lo stesso vale per le ragazze molto alte o con taglie diverse dallo standard. Mi piace l’idea che ognuna di noi, indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiche, possa sentirsi bella e adeguata nelle occasioni importanti. Questo è il focus del mio lavoro.

Cosa l’ha spinta a rivolgersi al microcredito?

Sono andata in banca e lì mi hanno spiegato un’iniziativa di cui non ero a conoscenza. Mi è sembrato un progetto molto interessante, soprattutto perché offre ai giovani un’opportunità importante. Ho anche conosciuto il dottore che mi ha seguito, il quale si è dimostrato molto disponibile e accogliente. Mi sono trovata bene e ho deciso di affidarmi al progetto.

L’attività di tutoraggio è stata utile quindi?

Mi è stata utile e lo sarà anche in prospetto futuro, poiché il dottore continuerà a monitorare l’andamento dell’attività. Questo è un aspetto molto favorevole, non scontato, poiché spesso dopo aver raggiunto un obiettivo, non è garantito che ci sia un seguito. Questo rappresenta un valore aggiunto. Inoltre, l’approccio è stato non invasivo e pratico. A differenza di altre esperienze, dove è necessario affrontare molte richieste e lunghe attese, il mio caso è stato essenziale e diretto.

A quanto ammonta il microcredito che ha ottenuto?

25.000 €.

E tutto il processo dall’apertura all’ampliamento quanto è durato più o meno?

Non vorrei sbagliarmi ma all’incirca da metà ottobre, io sono riuscita ad aprire il negozio a fine febbraio.

Cosa l’ha ispirata ad aprire questa attività?

La mia ispirazione viene dal mondo fiabesco delle principesse, con abiti scintillanti e decorazioni che molte ragazze sognano. Fin da piccola, ho desiderato indossare un abito simile a quelli delle principesse Disney. Crescendo, il mio desiderio è diventato quello di realizzare un abito su misura che rispecchiasse il mio sogno. Ho sempre avuto in mente come doveva essere il mio abito da sposa fin dai 15 anni. Tuttavia, spesso ho trovato difficoltà nel trovare un modello che mi piacesse veramente o che mi stesse bene. Così, ho deciso di creare l’abito dei miei sogni da sola. La mia motivazione principale è dare a chiunque la possibilità di realizzare concretamente il proprio progetto, dal modello più semplice a quello più elaborato.

E il risvolto finale lo immaginava così com’è ora?

Non lo so perché, avendo aperto a febbraio, questo lavoro solitamente inizia un anno prima per l’anno successivo. Ad esempio, se devo sposarmi, comincio a cercare l’abito da sposa un anno prima, o dieci mesi prima, e lo stesso vale per la mamma dello sposo e per ruoli importanti. Essendo aperta da febbraio, quest’estate ero un po’ in difficoltà, nel senso che ero già principalmente coperta. Tuttavia, sono riuscita a lavorare sui diciottesimi, che non richiedono un grande preavviso. Per settembre, ho molte cerimonie in programma, e avendo aperto a febbraio, siamo riusciti a organizzarle. La prima sposa è per dicembre. Ora devo resistere fino alla prossima stagione.

Se dovesse definire il microcredito, come lo descriverebbe?

Per me il microcredito è un’opportunità per realizzare i propri sogni.

IL MICROCREDITO, SVILUPPO E DESIDERIO

Sono Giovanni Scaramuzzino, nato a Lamezia Terme in Calabria, ho 23 anni e ho deciso di intraprendere un percorso sportivo nel padel. Vedo il padel come un’attività in crescita, soprattutto nel Sud Italia. Non ci siamo limitati a creare un semplice circolo padel; la nostra struttura, che è composta da due campi indoor di ultima generazione, è la prima a Lamezia Terme con questa caratteristica. Abbiamo integrato tecnologie e innovazioni, portando novità difficili da trovare nel nostro territorio. Stiamo per lanciare un brand che affiancherà la struttura a partire da settembre. Questo brand includerà un kit sportivo con borraccia e borsone, che iniziamo già a distribuire ai frequentatori del circolo. Il nostro obiettivo non è solo creare un circolo padel, ma anche offrire un contorno significativo: un chiosco per aperitivi e un punto di aggregazione per chi gioca e per chi vuole avvicinarsi a questo sport. Il nostro progetto si distingue per la sua innovazione rispetto ai circoli tradizionali in Calabria, che spesso passano di generazione in generazione. Noi vogliamo cambiare questa concezione, offrendo un circolo di alta qualità e un progetto ben strutturato, supportato da contatti a Roma e Milano per marketing e comunicazione. Anche se il progetto è ancora in fase di lancio e alcuni dettagli sono generici, siamo convinti che il nostro approccio porterà risultati concreti nel tempo.

Lei aveva già un altro lavoro prima di avviare questa impresa oppure ha iniziato completamente da zero?

Studio giurisprudenza e penso di laurearmi tra gennaio e febbraio. Ho avviato uno studio legale di famiglia e ho intrapreso la carriera di studente di giurisprudenza. Da quando avevo 16 anni, ho avuto altre attività familiari e sono sempre stato coinvolto nel mondo dell’imprenditoria, sebbene in modo discreto. Questo progetto attuale rappresenta la mia volontà di diventare imprenditore. Quest’anno ho aperto anche un locale/ristorante di pesce contemporaneo a Soverato. Da 2-3 anni mi sono dedicato attivamente all’imprenditoria. Non ho trascurato lo studio, poiché ritengo che la laurea sia fondamentale e che la cultura sia la base di tutto. Anche se il titolo di studio non definisce una persona, secondo me ha comunque una grande influenza. Tuttavia, gestendo anche altre attività come il circolo e il ristorante, a volte può capitare di perdere qualche mese nella preparazione degli esami, causando un ritardo nella laurea. Questo, secondo me, è comprensibile.

Cosa l’ha spinta a rivolgersi al microcredito e quanto le è stato utile questo tutoraggio che ha avuto in questo suo percorso?

Parlando con molti giovani imprenditori, ho notato che uno dei problemi principali è trovare il finanziamento giusto o un modo per autofinanziarsi. Molti ragazzi mi dicono di avere difficoltà a trovare il finanziamento adatto o una formula efficace. Voglio esprimere la mia gratitudine a Mario Bonacci, il mio tutor, che è stato estremamente disponibile e di grande supporto in questo percorso. Ritengo che il microcredito sia, oggi, una delle soluzioni più snelle, veloci e dinamiche per chi vuole avviare un’attività imprenditoriale. Il microcredito, a mio parere, è un’opzione molto utile, sia per le tempistiche che per l’organizzazione. Ho avuto un’esperienza positiva con la Banca Centro Calabria, che ha creduto nel mio progetto e ha collaborato in modo eccellente. Anche se il mio progetto supera l’importo finanziato dal microcredito, consiglio vivamente questa formula ad altri giovani imprenditori. È una soluzione semplice e veloce, e oggi è difficile trovare un finanziamento che combini entrambi questi requisiti. Ho esperienza in questo campo da tre o quattro anni e ho visto molte soluzioni, ma il microcredito rimane una delle più efficaci.

A quanto ammonta il microcredito che ha ottenuto in questo suo investimento?

40.000+10, 50.000 in totale.

per quanto riguarda diciamo l’avviamento dell’azienda, dell’impresa, è stato complicato? In termini di tempistiche per esempio.

Inizialmente abbiamo avuto un problema con un’altra banca alla quale ci eravamo affidati, il che ha comportato un ritardo di due o tre mesi. Tuttavia, una volta cambiata banca e trovata una sinergia con il tutor e la Banca Centro Calabria, il processo è stato molto rapido. In tre mesi hanno erogato tutto l’importo necessario e ho potuto iniziare subito ad acquistare tutto ciò che serviva per realizzare il progetto.

Cos’è che l’ha ispirata ad aprire questa attività?

Ho visto subito l’opportunità, e questo è stato possibile grazie al microcredito. Quando ho capito che c’erano i presupposti e i requisiti per finanziare il progetto, l’idea di realizzarlo mi interessava molto. Avevo già in mente di avviare un progetto simile, specialmente il brand che realizzerò accanto al circolo. Mi appassiona veramente e mi piace molto. Inoltre, il fatto di poter ottenere una parte del finanziamento tramite microcredito ha avuto un impatto significativo nella mia decisione finale. Questo supporto ha inciso profondamente nella scelta di avviare questa realtà, che ora è qualcosa di unico per il nostro territorio.

Se dovesse definire il microcredito come lo descriverebbe?

Secondo me il microcredito è sviluppo e direi desiderio.

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L’arte dell’Imprenditoria: Intervista a Maurizio Talarico

di Elisa Pandolfi

Nel mondo degli affari, in costante evoluzione, gli imprenditori svolgono un ruolo cruciale, innovando, creando sviluppo e nuove soluzioni per le sfide globali. Abbiamo intervistato Maurizio Talarico, un vero e proprio rivoluzionario, che con abilità ha affrontato i complessi scenari del business portando la sua azienda di cravatte artigianali a diventare un brand del lusso Made in Italy, riconosciuto e riconoscibile nel mondo. Appassionato di cravatte sin da piccolo, nel 1999 ha fondato una piccola impresa a Roma che negli anni ha saputo imporsi sul mercato con costanza e caparbietà. Assolutamente contrario alla produzione di massa, il marchio Talarico è contrassegno di originalità, qualità e avanguardia.

La storia di questa azienda può essere un buon esempio per i giovani che vogliono avviare le proprie attività, e Microfinanza, attraverso questa intervista alla scoperta delle tendenze emergenti dei cambiamenti e delle sfide globali che plasmeranno il panorama imprenditoriale nei prossimi anni, ne approfondisce le caratteristiche.

Qual è stata l’ispirazione dietro la sua decisione di diventare imprenditore?

L’ispirazione di diventare imprenditore nasce da una varietà di fonti, prima fra tutte, l’utilizzo della cravatta sin da quando ero ragazzo, era un accessorio a cui non rinunciavo mai e che indubbiamente ha ispirato la mia carriera di imprenditore, portandomi a diventare un cultore sia per quanto riguarda il manufatto, sia per la qualità dei tessuti che oggi la mia azienda utilizza. Nel mio percorso imprenditoriale ha influito molto il desiderio di creare un impatto significativo sul mercato e il desiderio di essere autonomo e avere una libertà decisionale.

Qual è la sua visione per l’azienda?

La visione di un’azienda di moda di lusso oggi, è quella di creare esperienze di lusso uniche, offrendo prodotti di alta qualità e design eccezionale. L’azienda deve concentrarsi sulla sostenibilità, adottando pratiche di produzione responsabile e promuovendo l’etica nel settore della moda. Inoltre, bisogna puntare a essere un punto di riferimento per l’innovazione, creando nuove tendenze e anticipando i desideri dei clienti. La personalizzazione, senza dubbio, e l’unicità di ogni prodotto è una componente importante; offrire prodotti su misura e servizi esclusivi ci consente di soddisfare le esigenze individuali dei clienti. Infine, un’azienda di moda di lusso deve aspirare a creare un’esperienza di acquisto memorabile, sia online che offline, attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia e la cura dei dettagli in ogni aspetto dell’interazione con il cliente.

Quali strategie ha adottato per affrontare la concorrenza nel suo settore?

Un’azienda deve adottare diverse strategie industriali. Una delle strategie che ho attuato nella mia azienda è la differenziazione del prodotto; mi sono concentrato sulla creazione di prodotti e servizi unici e distintivi, in grado di offrire un valore aggiunto ai clienti rispetto alla concorrenza. Questo può includere caratteristiche innovative, qualità superiore, esperienze personalizzate e un servizio eccellente. Altresì una innovazione continua volta a sviluppare nuovi prodotti, servizi o processi che soddisfano meglio le esigenze. Questa strategia però richiede un impegno costante nella ricerca, nello sviluppo e nella capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato.

Quali sono i principali valori aziendali che guidano le sue decisioni imprenditoriali?

Integrità, qualità, innovazione, responsabilità sociale, sostenibilità, orientamento al cliente e valore per gli stakeholder. Questi sono i valori che fungono da bussola morale e strategica, aiutandomi a prendere decisioni che riflettono l’etica e gli interessi a lungo termine dell’azienda.

Quali risorse o reti di supporto ha sfruttato nel corso del suo percorso imprenditoriale?

La prima risorsa o rete è stata il passaparola fra le persone che acquistavano i miei prodotti, ancora oggi risulta essere quella più proficua e incisiva. Altra scelta strategica è stata quella di partecipare a eventi, sia come persona fisica, sia con la presenza dei miei prodotti, quest’ultima, aiuta il consumatore a percepire dal vivo l’autenticità e la qualità del mio prodotto, rispetto alla concorrenza.

Come vede il futuro della sua azienda e quali cambiamenti ha operato per adattarsi al mercato?

Premesso che la mia è una realtà artigianale importante basata su un processo interamente fatto a mano, in qualsiasi visione la proietto in futuro, tale requisito rimarrà il faro della mia azienda. I cambiamenti che ho adottato nel tempo sono stati sicuramente l’ampliamento dei prodotti offerti, oltre la cravatta e i foulard, attualmente, stiamo sviluppando diverse tipologie di articoli in pregiati filati di cashmere e alta pelletteria, inoltre stiamo focalizzando la nostra creatività sullo sviluppo di prodotti del settore beach, come: t-shirt, costumi, teli da mare, ecc.

Come ha sfruttato le nuove tecnologie, per migliorare o potenziare i nuovi servizi?

Con le nuove tecnologie non sono mai andato molto d’accordo sin dai tempi della fondazione dell’azienda, ma ormai oggi è un elemento imprescindibile per restare sul mercato, quindi ci siamo adattati introducendo strumenti di software che potenziano i processi creativi e il servizio verso il cliente.

Ha sperimentato delle iniziative di collaborazione o partenariato con altri imprenditori o aziende per migliorare l’accesso alla rete o sviluppare soluzioni innovative?

Inizialmente si, mi sono affidato a consulenti esterni, soprattutto per quanto riguardava i social media; ad oggi però ho un settore interno che si occupa di rete e di soluzioni innovative. A volte attingo anche da collaborazioni esterne, soprattutto da giovani start up.

Quali sono i settori o le industrie che, secondo lei, oggi hanno più margine di successo?

I comparti tecnologici, sviluppo e creazione di app, servizi per lo sviluppo di competitività sui social, ma anche il food innovativo, attraverso la realizzazione di locali non convenzionali agli standard a cui siamo abituati in termini di design della struttura. A mio avviso, questi sono i settori che trovano e troveranno sempre più espansione in futuro.

Quali sono i suoi obiettivi a breve e lungo termine per l’azienda?

Attualmente sto sviluppando un incremento nella produzione di prodotti, tutti completamente disegnati dal mio ufficio creativo, per offrire una più ampia scelta al cliente, pur rimanendo sempre con un’alta attenzione verso il core business della mia azienda, ovvero la cravatta e il foulard, per i quali sono sempre alla continua ricerca di nuovi colori e disegni, cercando però di mantenere allo stesso tempo uno stile classico ma rivisitato, che contraddistingue il marchio Talarico.

Quali sono secondo lei, le potenzialità dello strumento del microcredito?

Il microcredito rappresenta un utile strumento finanziario per chi vuole intraprendere la strada dell’imprenditoria ma che ha difficoltà di accesso al credito ordinario. Reputo eccellenti i servizi di supporto offerti dal microcredito, perché non si limitano alla semplice erogazione del credito, ma offrono una serie di servizi ausiliari che supportano e guidano il neo imprenditore dall’inizio alla fine del percorso. Inoltre credo anche che il Governo dovrebbe aumentare il tetto massimo di erogazione del credito, potenziando in questo modo lo sviluppo di start up innovative e competitive, incrementando di conseguenza la crescita del Pil del Paese.

Consiglierebbe il microcredito a un giovane che vuole intraprendere la strada dell’imprenditoria?

Assolutamente SI!
Secondo lei qual è il fattore determinante per il successo di un’impresa?

Ce ne sono diversi, alcuni dei più rilevanti includono:

  1. Visione e strategia: un’azienda di successo ha una chiara visione del suo obiettivo e una strategia ben definita per raggiungerlo.
  2. Leadership efficace: una leadership forte e competente è fondamentale per guidare l’azienda, prendere decisioni sagge e ispirare i dipendenti.
  3. Team talentuoso: avere un team di professionisti talentuosi e motivati è essenziale per il successo aziendale. Le persone giuste possono fare la differenza.
  4. Innovazione: le aziende di successo sono spesso all’avanguardia, sono in grado di adattarsi ai cambiamenti del mercato, di offrire quindi prodotti o servizi che soddisfano le esigenze dei clienti.
  5. Orientamento al cliente: mettere i clienti al centro delle decisioni e fornire loro un’esperienza eccellente è fondamentale per il successo a lungo termine.
  6. Gestione finanziaria: un’azienda ben gestita deve avere una solida gestione finanziaria. Questo include un’attenta pianificazione, controllo dei costi e un’allocazione efficace delle risorse finanziarie.
  7. Adattabilità e resilienza: le aziende di successo sono in grado di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di superare le sfide in modo resiliente.

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